Piacenza

Bollicine e bianchi indimenticabili: un brindisi con i vini di Piacenza!

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Si sa: il miglior modo per suggellare occasioni speciali è con un brindisi, ancor di più se protagonista è un vino con briose bollicine. Non può che essere così anche in questi giorni di Festività natalizie e per accogliere il nuovo anno. Occasioni speciali invitano a bere bene, ed è possibile farlo anche smarcandosi – non volendo certo entrare in competizione – dal mito dello Champagne, guardando a interessanti Metodo Classico o Charmat del territorio di Piacenza.

Bollicine ok, ma quando? A seconda dello spumante che stappiamo si va dall’aperitivo in compagnia fino a più impegnativi abbinamenti gastronomici. Un buono spumante, insomma, ci sta quasi sempre… ma non sempre; a meno che sia abboccato o dolce, per abbinarlo a panettone e pandoro, i lievitati re delle tavole delle Feste. Vediamo allora qualche proposta per brindare in questi giorni.

Premiatissimi

Sarà forse una delle etichette più presente delle Festività: Il Pigro Dosaggio Zero di Romagnoli. È l’unico vino piacentino ad aver ottenuto i Tre Bicchieri, il riconoscimento massimo, sull’ultima Guida del Gambero Rosso. Dalla Val Nure ci spostiamo in Val Tidone per Arvange Pas Dosé, il Metodo Classico della Cantina Valtidone che dopo la vetta, passata, dei Tre Bicchieri continua a mantenere buon consenso tra consumatori e Guide.

Si propone di rendere speciale il quotidiano, ma lo Chardonnay in purezza di Principessa (Cantina Luretta) è una scelta da non escludere anche per questi giorni. L’affinamento sui lieviti contribuisce a conferire complessità e ricchezza allo spumante: il Teobaldo Brut, con uve di Malvasia di Candia aromatica e Pinot nero, questo affinamento lo fa per almeno 24 mesi; spalmiamo del buon burro su crostini dove adageremo del salmone, e con questa bolla della cantina la Ferraia l’aperitivo è ottimo.

Cin cin in rosa

Qualcosa di diverso? Brindiamo in rosa! On Attend Les Invités Brut, l’interessante Rosé della cantina Luretta dove il Pinot nero regala una beva fresca, briosa ma abbastanza strutturata da poter accompagnare magari i piatti, come da tradizione di pesce, della sera della vigilia. Con Enrico Primo Pas Dosé si toccando vette di goduria assoluta: la Cantina Torre Fornello propone questo Metodo Classico 100% Pinot nero dal sorso fresco e un finale bello lungo e sapido.

“Gutturnio”? Perché no

Cogliamo l’occasione anche per bere qualcosa di inconsueto: da Ortrugo e Pinot nero nasce Lady Gio, di Podere Pavolini… da provare! Poi, ecco una “chicca”: siamo la terra del Gutturnio, vogliamo non berlo anche spumantizzato? Parlo del brut, realizzato con metodo Martinotti a partire dalle uve di riferimento dell’arcinoto rosso piacentino: Barbera e Bonarda (con l’aggiunta di Pinot nero). È “1937”, la bollicina dell’Azienda Agricola Santa Giustina: per un brindisi non impegnativo e fuori dalle righe può starci benissimo.

Con pandoro e panettone

Non è Natale, però, se non si taglia un buon pandoro o un tradizionale panettone – che io mangio volentieri tutto l’anno. Questo è il momento dei vini dolci, ma attenzione a non esagerare con vini troppo intensi che sovrasterebbero il nostro lievitato. Una buona Malvasia di Candia aromatica, abboccata e frizzantina quanto basta per pulire la bocca dalla leggera grassezza di questa portata, è l’ideale: può andare una Malvasia dolce frizzante della Cantina di Vicobarone.

Passiti che passione!

Siamo ormai abituati a panettoni sempre più farciti o ad accompagnare il pandoro con crema pasticcera. In questi casi possiamo approdare a vini dolci più complessi, compresi i generosi passiti che il piacentino produce con risultati unici: eccone qualcuno. Agricoltori Artigiani Artisti, la “Tripla A” Manifesto che anche a Piacenza conta proseliti: tra di loro La Stoppa propone il Passito Vino Del Volta: un piccolo capolavoro di dolcezza.

Emozione di Ghiaccio (Tenuta vitivinicola Croci) è l’interessantissimo icewine – letteralmente vino di ghiaccio – che nasce da vigneti a Monterosso di Castell’Arquato. Ottenuto da uve lasciate appassire sulla vite, e raccolte tra fine novembre e fine gennaio quando la temperatura scende sotto i -5°C aumentando la concentrazione zuccherina fondamento del processo fermentativo. Regala un vino dal naso ricco e complesso con richiami ai canditi; in bocca è molto avvolgente denotando una piacevole grassezza.

Sensazioni d’Inverno: un Malvasia passito de La Conchiglia di Claudio Terzoni che al naso presenta l’albicocca disidratata, la scorza d’arancia candita e i ricordi di torrone invitano l’abbinamento con un panettone artigianale arricchito da frutta candita e confettura di albicocche. In questo caso ottimo anche Uve & Sole, la Malvasia passita delle Cantine Campana.

Vin santo e…

Un must sono i tortelli dolci fritti (anche al forno ma guardo, preferendoli, più ai primi): da provare il Vin santo di Vigoleno, Passito della Cantina Lusignani o il Vin Santo “campione” d’Italia Albarola Val di Nure, della Cantina Barattieri.
Propongo di provarci assieme anche L’Ora Felice, Malvasia Passita di La Tosa – cantina tappa obbligatoria per gli amanti del bere bene piacentino -, e Nebula, un passito da uve Verdea – che un tempo si conservavano fino a natale mantenendo pressoché intatte le loro caratteristiche – che ci porta in Val Chiavenna, a Diolo, dall’Azienda Saccomani.

Non mi resta che farvi gli auguri per queste Festività e per un ottimo anno nuovo, che possa essere anche all’insegna della valorizzazione dei nostri prodotti d’eccellenza.

 





Sante Lancerio
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