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Bolzano, no alla casa per i non residenti e doppio passaporto: cosa sta succedendo?

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Bolzano: la Provincia autonoma proibisce l’acquisto di una casa nuova a chi, anche se cittadino italiano, non è residente da almeno 5 anni. Lo scopo è di contrastare l’eccessivo aumento del valore degli immobili, che impedisce alle giovani coppie di acquistare casa. Non si parla del capoluogo, ma delle più belle località turistiche: San Candido, Selva di Val Gardena, Ortisei, dove la “tensione abitativa” è particolarmente elevata.

Bolzano: norma discutibile

La notizia è di quelle che vanno controllate perché sembra la classica fake news. Invece è vera, anche se, a nostro parere, inattuabile in concreto. L’acquisto di un immobile è un contratto tra due parti private che raggiungono un accordo. Il notaio deve solo sancire l’accordo con un atto che spesso ha la forma della scrittura privata con firme autenticate, poi trascritta sui pubblici registri. In concreto cosa potrà accadere una volta che le parti avranno firmato il rogito? Che non verrà trascritto? Improbabile. Anche perché darebbe luogo a contenziosi difficili da prevedere.

In più, la Provincia autonoma di Bolzano può legiferare su contratti privati? In teoria solo per pochi, fumosi motivi enunciati dall’articolo 42 della Costituzione. “La proprietà è pubblica o privata. La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti”. Dunque, per poter diventare effettiva, la decisione della giunta altoatesina dovrebbe dimostrare che lo scopo era di rendere accessibile a tutti la proprietà immobiliare. A nostro parere resta un’eventualità molto improbabile.

Alto Adige o Sud Tirolo?

Ma per capire meglio la situazione nella Provincia autonoma dall’invidiabile qualità della vita, occorre allargare lo sguardo anche a un altro provvedimento che riguarda gli abitanti dell’Alto Adige, territorio che “loro” preferiscono denominare Sud Tirolo. Stiamo parlando dell’ipotesi lanciata da Vienna sulla concessione del doppio passaporto, italiano e austriaco, per i cittadini di lingua tedesca e ladina. E su cui è in corso un’accesa discussione con Roma.

Per comprenderlo però dobbiamo partire dal fatto che noi italiani abbiamo perso l’ultima guerra mondiale. All’epoca l’Alto Adige o Sud Tirolo non aveva niente in comune con l’Italia. I suoi abitanti erano e si sentivano austriaci – lo erano stati fino al 1918 – anche perché parlavano da sempre tedesco o ladino (un dialetto valligiano al cui confronto il bergamasco sembra dolce stil novo).
E siccome in quel 1945-46 si rischiava che la Sicilia, fortemente separatista, diventasse il 50º stato Usa e che Trieste venisse assegnata alla Jugoslavia di Tito, per ottenere il Brennero De Gasperi aveva dovuto accettare qualunque condizione.

Bolzano a mezzadria

Così dal secondo dopoguerra la provincia autonoma di Bolzano è diventata un territorio del tutto speciale. Con le doppie indicazioni toponomastiche (Bolzano – Bozen, Selva – Wolkenstein, Ortisei – St. Ulrich), l’obbligo di usare le due lingue in tutti i documenti ufficiali. E diritti paritetici tra cittadini di lingua italiana e tedesca per le assunzioni nella Pubblica Amministrazione. Se gli altoatesini di lingua tedesca si sentono da sempre austriaci e, per la maggior parte, vorrebbero la riunificazione con l’Heimat, la patria tedesca, gli italiani residenti in Alto Adige si sentono invece sempre più isolati e discriminati.

Kurz, l’ultranazionalista

Nell’ultimo anno l’elezione a Vienna del cancelliere ultranazionalista Sebastian Kurz ha indubbiamente buttato benzina sul fuoco. E rianimato i non pochi valligiani che amerebbero ricongiungersi con l’Austria, oltre a rinfocolare la diffidenza se non l’odio aperto che anima le due comunità. Il turista italiano che visita l’Alto Adige è spesso infastidito dall’atteggiamento altezzoso e insofferente degli abitanti ed è portato a pensare: “Ma qui, siamo in Italia o no?”.

Difficile dare una risposta univoca. La recente norma “anti-italiana” della giunta provinciale sulla casa e le dichiarazioni del governo austriaco sul doppio passaporto non sembrano destinati a favorire la distensione. Purché non si torni alla triste stagione degli attentati che ha funestato l’Alto Adige tra il 1956 e il 1988, quando gli autonomisti si macchiarono di 361 attentati dinamitardi.

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Massimo Solari è avvocato cassazionista e scrittore. Ha pubblicato diversi volumi sulla storia di Piacenza e alcuni romanzi. Ha tenuto conferenze e convegni sulla storia di Piacenza. Ha collaborato con le riviste Panoramamusei, L'Urtiga, e scrive sul quotidiano Italia Oggi.

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