Calenda show: ormai non passa giorno che il ministro dello Sviluppo economico non dispensi qualche massima o giudizio tagliente, che non esclude addirittura se stesso. Dal caso Roma alla Puglia. Senza dimenticare la vicenda Etruria-Boschi-Vegas. E si può essere più o meno d’accordo con lui, ma una cosa è certa: Carlo Calenda è uno che parla chiaro e non le manda a dire.
Io e Virginia
“La Raggi? È solo una turista per caso, perché se io salto il Consiglio dei ministri per incontrare 100 aziende che investono a Roma, tu sindaca devi essere presente. Si lamenta continuamente dei soldi, ma il vero problema è spenderli e fare accadere le cose altrimenti sono tutte chiacchiere”. Vi immaginate Andreotti che parla così di Rutelli o di Veltroni? Ma Carlo Calenda – che poi si è riconciliato con la sindaca di Roma – è fatto così. Parafrasando Ennio Flaiano è un marziano della politica, una voce fuori dal coro. Anche sulla vicenda Ryanair, dove ha bastonato l’azienda irlandese, schierandosi con i sindacati e i dipendenti.
Calenda in Puglia: dal Tap…
Su La7, intervistato da Myrta Merlino a “L’aria che tira” ha parlato del Tap, il gasdotto transadriatico. “È un tubo del diametro di un metro, che corre a 16 metri sotto la spiaggia. Quando i lavori saranno finiti non si vedrà niente. Ogni ulivo che espianteremo verrà ripiantato. E ci servirà per evitare i problemi che abbiamo avuto questi giorni col gasdotto austriaco. Non possiamo dipendere solo da Mosca”.
…al caso Ilva
E sempre “restando in Puglia“, Calenda ha parlato anche dell’Ilva.“Abbiamo fatto una gara. C’è un investitore che è pronto a investire un miliardo e due solo di bonifiche ambientali. Un miliardo e cento lo mettiamo noi, sono i soldi che abbiamo preso dai Riva. Un miliardo e due sono investimenti industriali. Insomma, l’investimento complessivo sarà di cinque miliardi e tre”. Ricordiamo che il governatore della Puglia, Emiliano e il sindaco di Taranto hanno presentato ricorso al Tar contro la riqualificazione del grande stabilimento pugliese. Ma Calenda non si ferma. “Ho scritto a Emiliano: ‘Vieni da me, ci sediamo al tavolo. Ti faccio vedere il lavoro che abbiamo fatto su quei punti che voi avete indicato’. Per ora non ha risposto. Speriamo che lo faccia, anche perché se non troviamo un accordo non è che l’investimento lo perdo io, lo perde la sua regione”.
Calenda: l’autoritratto
Insomma, in mezzo a tanta palude e tante fumosità, Calenda, classe 1973, terza generazione di cineasti, figlio di Cristina Comencini e nipote di Luigi Comencini, sembra davvero un uomo concreto che parla di cose concrete. Quando gli chiedono quale sarà il suo futuro, dato che è opinione comune che fra qualche mese ci sarà un cambio radicale di governo (o nessun governo!), risponde che non ne ha la minima idea. È solo sicuro di non ricandidarsi. Come mai? “Perché l’ho fatto in passato e non mi è riuscito bene, con Scelta Civica di Monti”. Non sono un politico, sembra dire. Ma si definisce “capace di fare decorosamente il ministro perché sono capace di gestire le cose”. E se non farà il ministro, potrebbe diventare una “riserva della Repubblica”? E qui si schernisce: “mi sembra un po’ troppo azzardato”.
L’attacco a Vegas
E sul caso Etruria-Boschi-Vegas ancora una volta si dimostra una voce fuori dal coro. “Vegas ha tirato una palla in calcio d’angolo che non finisce mai. È quello che ha levato gli scenari di probabilità dalle obbligazioni subordinate, dove si sono persi un sacco di soldi degli italiani. Scenari che dicevano che rischio c’era di perdere i soldi”. E aggiunge: “Ora l’idea che l’inchiesta della Commissione sulle banche diventi la Commissione d’inchiesta sulla Boschi mi sembra una roba assurda. Quello che è un dato di fatto è che Vegas è riuscito a distrarre l’attenzione da quelle che sono le sue responsabilità, che sono responsabilità vere”. E dette da un ministro senza tessera del Pd in tasca e con responsabilità economiche non sembrano parole al vento. Insomma, è la conferma che per i palazzi romani si aggira un marziano, che inizia a godere della stima anche di quelli che da quei palazzi stanno fuori.
Massimo Solari è avvocato cassazionista e scrittore. Ha pubblicato diversi volumi sulla storia di Piacenza e alcuni romanzi. Ha tenuto conferenze e convegni sulla storia di Piacenza. Ha collaborato con le riviste Panoramamusei, L'Urtiga, e scrive sul quotidiano Italia Oggi.