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Candida Auris: il fungo assassino dalla A alla Z

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Candida Auris: un fungo ci seppellirà? Forse non sarà così, ma la preoccupazione cresce. Tra i primi a parlarne, il New York Times in un articolo del 6 aprile, inquietante già dal titolo: “Una misteriosa infezione si sta diffondendo nel mondo in un clima di segretezza”. Nell’inchiesta, firmata da Matt Richtel e Andrew Jacobs, si traccia un quadro per nulla rassicurante. Per esempio, si dà la notizia che il Centro federale per il controllo e la prevenzione delle malattie americano avrebbe classificato la Candida Auris come una “urgent threats”: una minaccia urgente. E in un articolo successivo (“Il fungo di cui nessuno vuol parlare”) si ribadisce l’ostracismo della comunità medico-ospedaliera a dare maggiori informazioni sulla situazione.

Candida Auris: cosa si sa

Il fungo, un micete lievitiforme, è stato isolato per la prima volta nel 2009 in Giappone nell’apparato auditivo di una 70enne (ecco il perché dell’auris, orecchio in latino). Ed è micidiale per i soggetti più deboli come neonati, bambini, anziani, fumatori, diabetici, immunodepressi. La Candida Auris sembra infatti resistere a qualsiasi cura. Oltretutto, inizialmente si mimetizza bene: ha sintomi generici, simili a quelli di altre malattie come l’influenza (bruciori, difficoltà a deglutire, dolori muscolari, febbre, affaticamento), ma può portare alla morte nel giro di pochi mesi.

“Questo tipo di Candida è resistente ai farmaci che comunemente utilizziamo per la profilassi e il trattamento delle infezioni fungine”, spiega a ok-salute.it Antonella Castagna, infettivologa dell’IRCCS del San Raffaele di Milano. E cioè non si estingue grazie “agli azolici e in particolare al fluconazolo”. In più, “sono state riscontrate delle resistenze anche ad altre classi di antifungini meno utilizzati, come le echinocandine e l’amfotericina B”.

Duro a morire

Il fungo tra l’altro non scompare al decesso dell’ammalato. Contagioso, resta nell’ambiente in cui ha vissuto la sua vittima. E quindi per debellarlo si deve procedere a radicali disinfezioni, come è successo al Mount Sinai di Brooklyn. Nella stanza di quest’ospedale dov’era ricoverato un 70enne morto in tre mesi a causa della Candida Auris, hanno dovuto staccare persino il soffitto e le mattonelle.

“Siamo di fronte a un micete estremamente difficile da trattare, che può essere associato a un tasso di mortalità molto elevato. E che contamina in maniera estesa gli ambienti nei quali è presente il malato. Tanto che in questi casi risulta necessario bonificare locali, attrezzature e oggetti con perossido di idrogeno e ipoclorito di sodio”, conferma Castagna.

A macchia di leopardo

Altro problema: il fungo si sta diffondendo a macchia di leopardo in diverse parti del mondo. I reporter del quotidiano newyorkese segnalano come negli ultimi 5 anni i casi registrati di Candida Auris vanno dal Venezuela all’India, dal Pakistan al Sud Africa e alla Cina. Uno scenario preoccupante anche perché non in tutti i Paesi ci sono laboratori adeguatamente attrezzati al suo riconoscimento.

D’altro canto non sembra che la diffusione di questo fungo risparmi realtà sanitarie sulla carta più solide. Secondo l’Agi, per esempio, la Candida Auris sarebbe arrivata anche in Australia, Russia e Corea del Sud. Senza dimenticare gli Stati Uniti, dov’è giunta nel 2013. Ed ha colpito a New York, Chicago e nello Stato del New Jersey. Mentre in Europa il contagio avrebbe riguardato 72 persone al Royal Brompton Hospital di Londra nel 2015, e 85 al Politècnic La Fe di Valencia nel 2016.

In Italia, sottolinea Castagna invitando alla cautela, per ora non sono stati segnalati focolai epidemici. “Quindi è giusto parlarne e capire cosa si rischia nel caso in cui si contraesse l’infezione, ma senza fare inutili allarmismi”.

Futuro difficile

La Candida Auris comunque si affianca alla problematica dell’antibiotico-resistenza che da tempo preoccupa la comunità scientifica internazionale. La diffusione massiccia degli antibiotici per alcuni esperti contribuirebbe a sviluppare batteri resistenti ai farmaci e quindi pericolosi per l’organismo umano. Stesso discorso per gli antimicotici utilizzati per curare le infezioni e le infestazioni fungine non solo sugli esseri umani ma anche sugli animali e in agricoltura.

Nel giro di qualche decennio secondo diverse stime la resistenza dei batteri e dei miceti alle cure antibiotiche e antimicotiche diventerà una delle principali cause di morte nel mondo. E in questo contesto il fungo killer potrebbe diventare un vero protagonista della nuova emergenza sanitaria. Il Times ha rivelato i risultati di uno studio finanziato dal governo britannico. Nel 2050 i morti provocati dalla Candida Auris in tutto il mondo potrebbero arrivare a 10 milioni l’anno. Due in più di quelli provocati dai tumori.

 

 

 

 

 

 

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Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.

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