Carlo III: sua maestà ieri è stato ufficialmente proclamato re del Regno Unito. La cerimonia ha visto la presenza degli ultimi primi ministri, da Gordon Brown a Theresa May, da Tony Blair a David Cameron e dall’arruffato Boris Johnson alla sparuta Liz Truss, che l’ha appena sostituito alla guida del Paese. Oltre a loro e a sua maestà, gli unici personaggi vestiti all’onor del mondo erano la regina consorte Camilla e il neo principe di Galles William.
Costumi d’altri tempi
Tutti gli altri? Sembravano usciti da Alice nel paese delle meraviglie o dall’ultimo musical di Broadway: casacche rutilanti di fregi dorati; tricorni con piume di cigno; zimarre gallonate con bastoni da majorette; pennacchi e trombe; perfino parrucche incipriate e, rigorosamente, calzoni alla zuava. Per fortuna che a Londra non stava piovendo, perché sotto l’acqua la loro figura sarebbe stata molto penalizzata.
Alla kermesse non potevano mancare fior di pastori religiosi, dato che Carlo è contemporaneamente assurto alla carica di capo della chiesa anglicana, né granatieri in giubba rossa e con colbacco di pelo d’orso che dovevano garantire la sicurezza del sovrano. E tutto quest’armamentario, che ci è davvero lontanissimo, per una volta non era a favore dei turisti: per gli inglesi tutto questo ciarpame è fondamentale. È la tradizione. Senza pennacchi, trombe, e salve di cannone Charles non sarebbe re.
Chi è Carlo
Per una volta non siamo costretti a lunghi studi per sapere chi è il nuovo re: se la regina Elisabetta era un’icona pop universalmente conosciuta, Carlo è sotto i riflettori fin da quel lontano 1948, anno della sua nascita. Tutti sappiamo tutto di lui: dalla sua nomina a principe di Galles al fidanzamento e al matrimonio con Diana, al funerale della stessa; al fidanzamento con Camilla fino al loro matrimonio che sembra avvenuto ieri ma data al 2005. Diciamo che sono già prossimi alle nozze d’argento.
Conosciamo benissimo i due figli, William ed Harry, le loro mogli, i loro figli e le loro vicende famigliari. Sappiamo che il nuovo sovrano è appassionato dei panorami della Toscana, che ha spesso ritratto in acquarello; sappiamo che ama l’architettura ed è convintamente green. Ha un discreto sense of humor, ovviamente britannico; e che non perde occasione, come suo padre, ma con meno gaffes, per lanciare una battuta scherzosa.
Le regole del re
Basterà tutto questo per farne un buon re? O meglio, saprà svolgere le sue funzioni? Beh, partiamo osservando che nessun altro, meglio di lui, ha potuto studiare da re per almeno settant’anni. Del resto a lui non si chiede di risolvere i complessi problemi che pure sta vivendo il Regno Unito, dalla pandemia non ancora domata alla crisi energetica all’economia in forte affanno; ma di rappresentare l’unità della nazione, di ricevere la premier una volta alla settimana e di aprire la sessione parlamentare, leggendo un discorso preparato dal primo ministro.
Sarà più difficile imparare quello che non bisogna fare: non rilasciare interviste parlando dei problemi politici sul tappeto – ricordiamo che sua madre è morta senza rivelare se era favorevole o no alla brexit – non commettere gaffes ai ricevimenti diplomatici o nelle visite all’estero, non interferire nell’agone politico.
Spinte separatiste
Un altro problema, che però dipende in minima parte da lui, è che molti Paesi che riconoscevano Elisabetta come loro capo di Stato, una volta scomparsa l’anziana sovrana, potrebbero scegliere la forma repubblicana, perché l’appeal di Carlo è indubbiamente molto inferiore a quello di The Queen. E, ancora peggio, la scomparsa di una figura così carismatica e che ha sempre rappresentato al meglio l’unità del Regno, potrebbe rinfocolare le spinte indipendentiste, fortissime in Scozia ma non sopite neppure nell’Irlanda del Nord.
L’ombra di Diana
Un altro problema non da poco è rappresentato dall’ombra di Diana. Se l’Inghilterra ha partecipato con passione alla love story della principessa triste, se si è indignata alle rivelazioni della stessa – “Il nostro matrimonio era un po’ troppo affollato” – e alla scoperta delle telefonate intime tra Carlo e Camilla, quella che allora era la sua amante, oggi qualcuno potrebbe dire che Carlo se l’è portata sul trono e che oltretutto è divorziata.
Che cosa lo differenzia dal prozio Edoardo, che aveva voluto rinunciare al trono per sposare Wally Simpson? La parola della sovrana: dopo una iniziale, inevitabile riluttanza, Elisabetta aveva accettato Camilla, consentendo il matrimonio e concedendo, negli ultimi anni, che Camilla potesse diventare “regina consorte”. Probabilmente, nella sua saggezza, aveva notato come Camilla potesse essere d’aiuto e di conforto al nuovo sovrano, con Carlo che infatti l’ha citata in entrambi suoi primi discorsi ufficiali, come consigliera indispensabile.
E William?
Qualcuno avrebbe preferito un passaggio di mano in favore del giovane William: una famiglia davvero ineccepibile, un passato specchiato e senza ombre, la coppia William e Kate sarebbe stata molto bene sul trono inglese. Ma Carlo non ha pensato neppure per un momento di rinunciare al traguardo che aveva avuto davanti per tutta la vita. E forse, ma solo il futuro lo potrà confermare, un re molto anziano e magari anche saggio non sarà male, soprattutto se pensiamo alla poca esperienza della nuova premier. Dunque, lunga vita a re Carlo III.
Massimo Solari è avvocato cassazionista e scrittore. Ha pubblicato diversi volumi sulla storia di Piacenza e alcuni romanzi. Ha tenuto conferenze e convegni sulla storia di Piacenza. Ha collaborato con le riviste Panoramamusei, L'Urtiga, e scrive sul quotidiano Italia Oggi.