Processo a Salvini per il caso Gregoretti. In questi giorni si sono letti e sentiti tanti strafalcioni nel campo del diritto che ci sembra proprio il caso di mettere qualche puntino sulle “i”.
Prima di tutto il contesto: a Catania il leader della Lega ed ex ministro dell’Interno è imputato di sequestro di persona per aver ritardato di cinque giorni lo sbarco di 131 migranti raccolti dalla nave Gregoretti della Guardia Costiera Italiana, nel luglio 2019.
L’udienza preliminare
Veniamo al processo che è alle battute iniziali. Che cos’è l’udienza preliminare? Si tiene davanti al Gup (appunto, Giudice dell’udienza preliminare): è un organo giudicante e non requirente (come sono invece i Pubblici ministeri della Procura) e terzo, cioè indipendente.
L’udienza preliminare si svolge sempre in Camera di consiglio. Dunque non è vero che “il Tribunale è stato chiuso alla stampa”. È vero invece che in Camera di consiglio entrano solo i soggetti interessati: giudice, cancelliere, pubblico ministero, imputato e difensore dello stesso, l’eventuale parte civile.
A che cosa serve
L’udienza preliminare “serve” a fare il punto della situazione, a carte scoperte. È finito il segreto istruttorio e la difesa può esaminare i documenti della Procura.
Il giudice può decidere:
- Il non luogo a procedere. Sulla base delle prove offerte dalla Procura e dalla difesa ritiene che non sussista nessuna responsabilità dell’imputato, il che equivale ad un’assoluzione;
- Il rinvio a giudizio. In questo caso significa che per lui le prove raccolte sono sufficienti per ottenere con buone probabilità una condanna dell’imputato. Su richiesta della difesa, il Gup può ammettere riti alternativi, come quello abbreviato o il patteggiamento.
Infine, il Gup può ritenere che le prove fornite dalla Procura non siano sufficienti e può far partire una sua “istruttoria” prima di decidere tra non luogo a procedere e rinvio a giudizio, che è il caso che riguarda il leader della Lega.
Salvini alla sbarra
Ricordiamo che l’ex ministro dell’Interno è imputato di sequestro di persona. Ma, dobbiamo ricordare altrettanto bene che l’ammissione delle testimonianze di Conte, Toninelli, Di Maio, Lamorgese e Trenta, oltreché dell’ambasciatore italiano a Bruxelles Maurizio Massari, non porterà nessuna conseguenza apprezzabile al processo a Salvini.
Proviamo a fare un esempio macroscopico: Salvini è alla sbarra per aver ucciso un migrante. Se anche lo avesse deciso assieme a Conte e Toninelli potrebbe mai essere assolto? Semmai verrebbero indagati anche Conte e Toninelli per concorso nel reato. Ma dovrebbero essere loro stessi a confessare. Cosa del tutto improbabile.
La testimonianza di Lamorgese
Parliamo dall’eventuale testimonianza Lamorgese: l’attuale ministro dell’Interno dovrà e potrà solo testimoniare sull’atteggiamento tenuto dal Governo italiano nei confronti dei profughi del mare nel periodo successivo alla fine del mandato di Salvini. Se dovesse confessare che anche lei usa i rifugiati come bersaglio, questo sarebbe meglio o peggio per Salvini? Per lui sarebbe ininfluente, ma anche Lamorgese finirebbe sotto processo.
L’unica possibilità che ci viene in mente, rivedendo l’ordinanza del Gup Nunzio Sarpietro, è che voglia capire se il comportamento di Salvini sia stato o meno un “atto politico”, condiviso con altri ministri o no.
Mezzo Governo alla sbarra
Ma, nonostante ciò, ci sembra enorme chiamare mezzo Governo alla sbarra solo per sapere cose che potrebbero essere conosciute esaminando mail e documenti. Quale sia l’atteggiamento verso i migranti dell’attuale Esecutivo lo si apprende dalle circolari, senza bisogno di scomodare il ministro.
Qual è stato il comportamento del Governo Conte 1 o giallo-verde lo si può conoscere sempre attraverso gli atti di quell’esecutivo, i verbali del Consiglio dei ministri, le eventuali mail scambiate all’epoca tra Palazzo Chigi, Viminale e ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Ha vinto la Bongiorno?
La sbandierata “vittoria” dell’avvocato Giulia Bongiorno, alla luce di tutto questo, ci sembra ben poca cosa: a fronte di una Procura rinunciataria, la difesa di Salvini aveva chiesto la sola audizione di Lamorgese. Tutto il resto è frutto dell’iniziativa del Giudice e la Bongiorno ha influito davvero poco sulle decisioni del Gup.
Il che non è necessariamente sbagliato: i vecchi volponi delle aule di giustizia insegnavano che quando la Procura chiedeva l’assoluzione o l’insufficienza di prove, la difesa doveva “andare liscia”, come a poker, cercando solo di non indispettire il giudice con assurde richieste o verbose arringhe. “La difesa si associa…” era il passepartout consigliato in questi casi.
Processo a Salvini: e la Procura?
Altra cosa da considerare: l’atteggiamento della Procura, che ha chiesto l’assoluzione di Salvini. Non è così rilevante come dice la stampa. Il Giudice può benissimo non tenerne conto e decidere ugualmente il rinvio a giudizio dell’ex ministro dell’Interno.
L’unica conseguenza è che la Procura, una volta chiesta l’assoluzione, non potrà ricorrere in appello in caso di assoluzione di Salvini. Ma lo potrebbe sempre fare la Procura Generale presso la Corte d’Appello, il che fa cambiare di poco la prospettiva. Diciamo che quando la Procura chiede l’assoluzione dell’imputato fa venire dei seri dubbi al Gup, che si trova costretto ad esaminare meglio la situazione prima di decidere l’eventuale rinvio a giudizio.
Massimo Solari è avvocato cassazionista e scrittore. Ha pubblicato diversi volumi sulla storia di Piacenza e alcuni romanzi. Ha tenuto conferenze e convegni sulla storia di Piacenza. Ha collaborato con le riviste Panoramamusei, L'Urtiga, e scrive sul quotidiano Italia Oggi.