Voglio assolvere all’impegno preso parlando della serata dedicata al Chianti Classico ottimamente promossa dall’Ais (Associazione italiana sommelier) di Piacenza: nucleo del seminario è stata la degustazione e di questa devo dire qualche parola in più.
L’eccellente sommelier e formatore Massimo Castellani ha fornito ai presenti importanti elementi di valutazione, già riportati nel precedente articolo, primo atto del nostro servizio dedicato a questo grande vino.
Con Chianti ormai dal Novecento si identificano vini provenienti da gran parte della Toscana. La dicitura di Chianti Classico si rifà invece ai soli vini nati dai territori di produzione “storici” identificati dal Granduca Cosimo III ed è tutelata dal Consorzio nato nel 1924.
Cento anni nei quali, inutile negarlo, si sono toccati anche punti bassi, con estensione delle aree ammesse sotto la denominazione Chianti ed esponenziale crescita dei volumi prodotti, quando l’iconico fiasco era simbolo nel mondo di vino italiano (assieme alla nota bottiglia di design a forma di anfora del verdicchio) ma anche di vino banale.
Anni però segnati pure dalla volontà, e capacità, di rilanciarsi e raggiungere l’eccellenza puntando su selezione e qualità: è proprio in questo solco che dal 2014 è nata la Gran Selezione e le 11 Unità geografiche aggiuntive (Uga) da riportare in etichetta.
La prova del calice
In degustazione otto Chianti Classico Gran Selezione di diverse Uga, con prezzi assolutamente interessanti: sono tutte bottiglie che ai panel di valutazione hanno ottenuto giudizi di eccellenza.
- La Sala Del Torriano – Chianti Classico Gran Selezione Docg (Denominazione di origine controllata e garantita) “Il Torriano” 2019 (45 euro).
Uga San Casciano: luogo di cantine che hanno fatto la storia del vino italiano; 2019, annata fantastica in termini di qualità e di quantità.
Nel calice rosso rubino con riflessi granato, di buona vitalità. Naso bello, di confettura, cannella, chiodi di garofano con grande vinosità. I vini di valore si riconoscono anche perché alle diverse olfazioni esprimono profumi sempre nuovi: è questo il caso; la componente floreale si arricchisce e la grande linearità porta a cogliere non potenza ma eleganza.
Al sorso, teso e di grande sapidità, ritroviamo i sentori dell’olfattivo. Chiude snello su lievi note di liquirizia e vaniglia. Un vino già maturo, di stile, con un tannino ben inglobato, appena accennato. Il tutto dona un effetto morbido al vino. Morbidezza assieme a potenza alcolica fanno risaltare una certa salinità, quasi marina: ci ricorda che questa è una delle ultime zone abbandonata dalla acque del mare all’inizio del Quaternario.
- Lamole di Lamole – Chianti Classico Gran Selezione Docg “Vigna Grospoli” 2020 (55 euro).
A Lamole, frazione di Greve in Chianti, non ci si passa: ci si va apposta… e consiglio di andarci!
Siamo nell’Everest del Chianti Classico. I vigneti – dei Marzotto – toccano la vetta dei 650 metri slm e in alcuni punti crescono, anche ad alberello, tra i terrazzamenti superstiti.
Un vino con naso di grande pulizia e fragranza; una seconda olfazione svela note più dolci, di vaniglia, balsamiche, empireumàtico, alloro, ginepro.
Sorso quasi alpestre, come fosse Alto Adige ma pure Borgogna, anche se siamo a due passi da Firenze.
Vino raro a trovarsi: se ci riuscite, compratelo!
- Renzo Marinai – Chianti Classico Gran Selezione Docg 2019 (53 euro).
Uga Panzano sempre a Greve, nel cuore del Chianti Classico. Qui il primo distretto d’Italia interamente biologico.
Una piccolissima azienda il cui vino degustato ha colore pieno, profondo: un plus che caratterizza Panzano. Naso cupo e potente, con bella nota balsamica. In bocca tanto frutto, tannino presente ma non protagonista e lunghezza interessante. Più potente, più muscolare dei precedenti.
- Castello di Verrazzano – Chianti Classico Gran Selezione Docg “Sassello” 2017 (45 euro).
Un borgo praticamente intatto e il castello di Greve; qui nasce questo Gran Selezione che per struttura fa fare un passetto indietro rispetto al precedente.
Nota granata del colore: abbiamo di fronte un 2017! Annata caldissima e siccitosa che ha reso la vendemmia difficoltosa, con gelate seguite da mesi di caldo estremo. Sette anni sulle spalle ma ancora grande integrità.
Al naso il frutto è molto presente, pur con una sua terziarizzazione avvenuta in bottiglia. Empireumàtico, polvere di cacao, caffè, frutto cotto, ma anche noce, grande speziatura che determina un aroma più cupo, che non finisce qui. Aprendosi, oltre al sottobosco e spezie presenta un bel sentore di cuoio e pellame.
Il tannino qui è più graffiante, nonostante sia un ’17; è rigido ma non tenace. L’annata difficile qualche segno l’ha lasciato.
- Castello d’Albola – Chianti Classico Gran Selezione Docg “Il Solatìo” 2019 (64 euro).
Andiamo nella parte senese. Uga Radda, caratterizzata da terreno pietroso e clima freddo che, solamente una trentina d’anni fa, pochi avrebbero voluto a vigneto; ora – complice il nefasto cambiamento climatico – dona vini di grande eleganza.
L’azienda ha produzione limitatissima con vigne felicemente isolate in mezzo a rigoglioso bosco.
Naso floreale e fruttato, con melograno, viola ma anche una nota materica e erbacea. Ben percettibile il sottobosco, il cuoio e tanto balsamico, fino a sentori di sigaro. Addirittura una lievissima nota riduttiva, che si svela solo episodicamente. La bocca è un’epifania: acidità vibrante, simile al Lamole ma più strutturata grazie al maggior irraggiamento solare. Tannino levigato, bocca nervosa, ben rigida, con sorso gustoso e l’alcol, che pur non manca, non percepito grazie alla struttura del vino.
- Mazzei 1435, Castello Fonterutoli – Chianti Classico Gran Selezione 2020 (45 euro).
Uga Castellina. Il vino, si vede subito, ha concentrazione estrema pur trattandosi di un ’20. Naso dolce; appena respira si apre a note boisé, con un legno presente ma integrato al frutto, non coprente.
La bocca potente, morbida, avvolgente con tannino didascalico. La tecnica di uno dei più grandi enologi italiani si vede! Grazie all’ottima esposizione solare, il vino è più delicato, meno salino. Nonostante la potenza, un vino che si beve molto bene.
- Badia a Coltibuono – Chianti Classico Gran Selezione Docg “Cultus” 2018 (32 euro).
Un Gran Selezione dalla minor potenza ma che evidenzia eleganza. Colore vivace, naso con sigaro, tabacco, prugna, torrefazione e cuoio. Si fa avanti anche una timida amarena, una nota d’erboristeria con speziatura delicata. Molto molto elegante e sottile, quasi femmineo. La bocca è gustosa e ricorda vini alpestri. Tannino straordinario ma con grip, che potrà esprimersi ancora maggiormente.
La chiusura in bocca è balsamica, quasi mentolata, intatta.
- Tolaini – Chianti Classico Gran Selezione Docg “Vigna Montebello 7” 2019 (27 euro).
Cantina davvero interessante questa: l’enologo è Michel Rolland, l’età media dei dipendenti è tra i 30 e i 35 anni, con grande attenzione all’innovazione tecnologica messa a disposizione dei lavoratori.
Zona calda e terreni di macino toscano donano vini dalle tonalità vivide; naso di amarena con tratti lontanamente bordolesi. L’uso del legno è preciso; il vino è molto preciso. Bocca lineare ma piena, dove si sente la tensione generata dall’acidità. Il sentore balsamico è straordinario e il tannino perfetto esattamente come la lunghezza in bocca. Frutto meno protagonista rispetto alle altre bottiglie degustate e sorso decisamente meno stancante.
Insomma, una bocca non pesante nonostante l’importanza del vino che si sta degustando: questa è l’autentica bellezza del Chianti Classico.