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Chiara Ferragni e la violenza sulle donne: stavolta giù il cappello

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Chiara Ferragni può piacere o non piacere, ma ogni volta che “si muove” l’influencer italiana per antonomasia desta sempre molto interesse. L’ultima uscita, con un video messaggio dedicato alla giornata mondiale contro la violenza sulle donne, che cade il 25 novembre, ha fatto scalpore e milioni di visualizzazioni. 

Certo, Chiara Ferragni, che sul suo brand ha costruito in pochi anni un impero della moda dal fatturato milionario, negli ultimi tempi ha aggiustato il tiro. E sembrano lontani i tempi delle polemiche infuocate e malevole sul compleanno del marito Fedez celebrato due anni fa in un supermercato di Milano, durante il quale i numerosi ospiti avevano festeggiato consumando i cibi esposti (consumando nel senso di buttarseli addosso).

Ma da lì in poi i “Ferragnez, via via hanno aggiustato il tiro, in quella che resta una reazione a catena: loro sono nati (soprattutto lei, perché lui fa anche il cantante) per far parlare di loro e delle loro iniziative sui social. Dunque eccedono. E la gente (sui social, appunto) ne parla, spesso criticando. Ma parlandone amplificano l’audience. E il gioco ricomincia. Inutile fare i bacchettoni: anche nella società spettacolo del web paga sempre la visibilità, comunque ce la si procuri.

Dagli Uffizi a Giuseppi

Dopo tante uscite criticabili (e criticate senza pietà dai soliti leoni da tastiera) la 33enne Chiara Ferragni compare agli Uffizi, di fianco alla Primavera del Botticelli. Anche lì se ne parla, chi criticando la scelta del direttore della celebre galleria che l’ha invitata per fare pubblicità, chi dicendo che “anche la Ferragni va bene se propaganda l’arte italiana”. E comunque, quest’estate, in piena pandemia, gli Uffizi celebrano il boom degli incassi.

Poi arriva Conte. No, non l’allenatore dell’Inter, proprio “Giuseppi”. Il presidente del Consiglio telefona ai Ferragnez chiedendo di sensibilizzare i giovani all’uso della mascherina. Cosa che puntualmente la coppia fa, non sappiamo però con quale risultato.

I fondi per il San Raffaele

Altra cosa positiva? Fanno partire una raccolta fondi per la terapia intensiva al San Raffaele di Milano. Partono loro, donando 100.000 euro. Piovono le critiche “Cosa sono per voi 100.000 euro, micragnosi!”; ma il crowdfunding, che si era fissato il limite di 1.900.000 euro, arriva in poco tempo a 4.323.650, coinvolgendo 200mila followers. Grazie a questa performance, i due sono stati tra i vincitori dell’Ambrogino d’oro 2020, benemerenza civica di Milano.

Chiara e le donne

Ed ora la Ferragni ci ha stupito di nuovo, tenendo un breve sermone (11 minuti) dedicato alla violenza sulle donne. Il video affronta tutti i temi più scottanti: dal femminicidio al revenge porn.

L’influencer invita le donne a reagire: “è ora di prendere posizione e di cambiare. Questa è una battaglia che dobbiamo vivere e combattere tutti noi insieme… per costruire una società migliore per tutti noi e per tutte noi”.

La Ferragni, dopo aver ricordato l’appuntamento del 25 novembre, afferma: “Il problema secondo me è che la nostra società è ancora molto maschilista e patriarcale, dove le donne vengono giudicate in maniere differenti. Ma questo giudizio non deriva soltanto dagli uomini, ma spesso anche dalle donne stesse che sono sempre pronte ad accusarsi a vicenda”.

Se la sintassi è avventurosa, il messaggio è forte e chiaro. E non proviene da figure storiche dell’emancipazione femminile come Lidia Menapace o Emma Bonino; ma da una 33enne che pur da una posizione privilegiata vive in mezzo a ragazze di tutti i ceti, e che piaccia o no ne influenza i comportamenti.

Chiara Ferragni ha affermato che intende mettere a disposizione la sua notorietà per le cause che le stanno a cuore. Se una rondine non fa primavera, tre, quattro rondini di seguito posso fare tanto. E lei sta dimostrando di che pasta è fatta. Così anche noi, seppur critici, non possiamo che levarci il cappello.

 

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Massimo Solari è avvocato cassazionista e scrittore. Ha pubblicato diversi volumi sulla storia di Piacenza e alcuni romanzi. Ha tenuto conferenze e convegni sulla storia di Piacenza. Ha collaborato con le riviste Panoramamusei, L'Urtiga, e scrive sul quotidiano Italia Oggi.

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