Comunali di Piacenza: siamo a un mese dalle elezioni. Depositati liste e programmi, un incubo sta prendendo forma. Si chiama voto disgiunto. E dietro le quinte del circo elettorale, fatto di sorrisi, incontri e dibattiti pubblici, il voto disgiunto comincia a tormentare i sonni dei sostenitori delle due corazzate di centrodestra e centrosinistra, guidate rispettivamente dal sindaco uscente Patrizia Barbieri, e dalla sua principale sfidante, la consigliera regionale del Pd Katia Tarasconi.
Di cosa si tratta? Semplice: il voto disgiunto non è una trappola da azzeccagarbugli. Va iscritto a pieno titolo alla voce democrazia. Le norme elettorali per i Comuni sopra i 15mila abitanti danno la possibilità ai cittadini di votare per un candidato sindaco di uno schieramento e per un partito o una lista civica che ne sostiene un altro, preferenze comprese.
Alla pari
“Almeno adesso sul rischio di indebolirci per il voto disgiunto siamo alla pari”, commenta un fan di Tarasconi. “Noi dobbiamo fare i conti con chi potrebbe scegliere come sindaco Stefano Cugini di Alternativa per Piacenza e poi dare il voto e le due preferenze (un uomo e una donna, ndr) ai candidati al Consiglio comunale di una lista che sostiene la nostra Katia. Ma con l’arrivo di Corrado Sforza Fogliani e della sua lista Liberali-Terzo Polo adesso anche il centrodestra e Patrizia Barbieri hanno lo stesso problema”.
Pure dalle parti della maggioranza uscente in effetti il nervosismo sul tema del voto disgiunto comincia ad essere palpabile. “I candidati sono in campo e stanno cominciando a parlare con gli elettori”, ci raccontano dall’entourage di Patrizia Barbieri. “Dopo aver governato Piacenza per 5 anni è naturale che piovano anche delle critiche. Così il dubbio che qualcuno alla fine dica ai suoi elettori scegli il sindaco che vuoi, ma vota per me, non fa dormire sonni tranquilli”.
Il caso Polledri
Nel centrodestra ci sono casi alcuni casi sotto osservazione, come quello dell’ex senatore leghista Massimo Polledri. Votatissimo nel 2017, già assessore alla Cultura, poi messo alla porta dal sindaco Barbieri nel 2018, Polledri di recente ha animato l’Officina delle Idee, schieramento oggi al fianco di Sforza. Poi all’ultimo è rientrato nei ranghi. E adesso, sempre forte di una bella dote di consensi, Polledri si ricandida sotto le insegne del Carroccio a sostegno di Barbieri. Si sa che quest’ultima avrebbe preferito non averlo in lista e non ha gradito l’operazione leghista. “Così è naturale che senza un segnale di riavvicinamento tra i due almeno formale, si sospetti che Polledri, rimasto iscritto anche ai Liberali, guardi pure al voto disgiunto a favore di Sforza”, ci dice allargando le braccia qualcuno che spera di essere riconfermato a palazzo Mercanti sotto le bandiere del sindaco uscente.
Dopo il terremoto
Ma anche nel centrosinistra targato Pd ci sarebbero dei candidati borderline. “Non dimentichiamo che Cugini fino a ieri era nel Partito democratico”, riflette una delle nostre fonti vicina ai collaboratori di Tarasconi. “Stefano ne è stato il capogruppo in Consiglio comunale e conosce benissimo l’ambiente dem. Si sa che dopo il terremoto giudiziario di febbraio, che ha spazzato via la candidatura a primo cittadino di Piacenza del sindaco di Cerignale Massimo Castelli (ancora agli arresti domiciliari, come il collega di Corte Brugnatella, Mauro Guarnieri, ndr), in diversi hanno accettato la candidatura ‘salvifica’ di Tarasconi senza molta convinzione”. Quindi? “Diciamo che Cugini ‘si augura’ che ci siano candidati nelle liste della consigliera regionale che adottino la strategia del voto disgiunto a suo favore pur di non perdere preferenze personali”.
Outsider, regine e ballottaggio
In questo quadro, a meno di clamorose sorprese nelle urne del 12 giugno, una cosa sembra certa. Secondo i nostri osservatori, anche a causa del voto disgiunto, né Barbieri né Tarasconi vinceranno al primo turno. E più alta sarà la percentuale di consensi di Cugini e di Sforza, più i due outsider potranno condizionare il ballottaggio del 26 giugno. Un testa a testa che per ora vede ancora in pole position Barbieri e Tarasconi, le due regine della politica piacentina.
Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.