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Crisi Ucraina: la Storia si ripete, dalla tragedia di Monaco alla farsa di Kiev…

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l'incontro tra il presidente russo Putin e il cancelliere tedesco Scholz

Crisi Ucraina: la Storia non serve a niente. Eppure, come diceva Karl Marx, sembra proprio che si ripeta: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa. E chi ha sentito parlare il presidente americano Joe Biden ieri sera lo può solo confermare.

Monaco 1938, la tragedia

Vi ricorda qualcosa? 1938, Adolf Hitler minaccia la Cecoslovacchia: vuole che la regione dei Sudeti, abitata da parecchi tedeschi, venga annessa al Terzo Reich e ammassa truppe alla frontiera. I capi occidentali cercano di dissuaderlo: interviene il primo ministro francese Daladier, interviene il primo ministro inglese Neville Chamberlain. Niente da fare, Hitler è sempre più minaccioso. Allora si propone una conferenza, invitando come mediatore Mussolini, alleato e amico di Hitler.

La conferenza avviene. I cecoslovacchi non sono invitati e restano in anticamera. Hitler minaccia, Mussolini gigioneggia senza concludere niente, Francia e Inghilterra abbozzano pensando: “Se gli concediamo i Sudeti poi starà buono”. Hitler promette: una volta annessi i Sudeti inizierà una lunga era di pace. La conferenza di Monaco è finita. La pace in Europa è assicurata.

Una sola voce si alza, alla Camera dei Comuni: “Signor primo ministro, poteva scegliere tra la guerra e il disonore. Ha scelto il disonore, e avrà anche la guerra”. Era quella di Winston Churchill. L’anno successivo Hitler, invadendo la Polonia, dà inizio alla Seconda guerra mondiale.

Kiev 2022, la farsa

In questi giorni abbiamo visto agitarsi il novello Daladier, Macron, e il novello Chamberlain, il cancelliere tedesco Scholz. Abbiamo rivisto Hitler – Putin minacciare l’universo mondo. Per fortuna è mancato Mussolini, perché, un po’ più astuto del suo predecessore, Draghi non si è mosso da Roma.

 Disonore o gas?

I russi, che non sono cambiati dai tempi degli Zar (e sì che intanto gliene sono capitate di tutti i colori, compresi 72 anni di comunismo bolscevico), irridono le sanzioni dell’Occidente. Manca solo che chiedano, come Stalin: “Ma quante divisioni ha il Papa?”. Sono convinti di tenerci per il bavero dato che hanno il gas. Pochi politici, ma ci sono, stanno dicendo che tra il gas e il disonore bisogna saper bene cosa si sceglie. Uno di questi è il presidente della commissione esteri di Montecitorio, l’esponente del Pd Piero Fassino. Conte e Salvini, invece, sono più possibilisti: un colpo all’orso russo e uno alla botte piena (di gas).

Putin e il führer

Che differenze ci sono tra Putin e Hitler? Purtroppo molto poche: entrambi sono di fatto dei dittatori; entrambi hanno una fede indiscussa nei loro eserciti, sovradimensionati rispetto alle loro nazioni e al loro Pil. Entrambi “soffrono” nel vedere la loro nazione esclusa dai consessi internazionali e nel vedere angariati i loro connazionali all’estero. Entrambi sono pronti (la Polonia è stata invasa con quel pretesto) a scatenare incidenti di frontiera per giustificare l’invasione.

I rischi per lo zar

Sempre ieri, un altro ex esponente del Pd, Marco Minniti, che l’ha sempre saputa lunga, ha dichiarato: “A noi occidentali farà male la stretta sul gas, ma Putin deve sapere che viviamo, noi e lui, in un mondo globalizzato. Che se le sanzioni sono ben calibrate, lui non ci vende più il gas, ma noi non glielo paghiamo. E lui e i suoi oligarchi non potranno più commerciare con l’Occidente. Forse una stretta di questo tipo farà peggio a lui che a noi. Noi dobbiamo imparare a diversificare le nostre fonti di approvvigionamento, ma una volta differenziate potremmo ridurre drasticamente le forniture dalla Russia, che potrebbe così trovarsi alla canna del gas, nel vero senso della parola”. Anzi, ha aggiunto: “Putin è quello che sta rischiando più di tutti, la sua stessa poltrona”.

Guerra o grande bluff?

Secondo alcuni osservatori se la Russia ha schierato alle frontiere ucraine il 75% delle sue truppe, richiamandole perfino dai confini col Giappone, difficilmente farà un passo indietro. Per Putin la conquista militare dell’Ucraina, sempre secondo gli esperti, sarà poco di più di una passeggiata di salute. Ma una volta “vinta” la guerra dovrà restarci. E questo rappresenta un problema, perché la popolazione ucraina è molto ostile ai Russi e potrebbe scatenarsi un nuovo Vietnam o un nuovo Afghanistan; e Putin – se colpito dalle sanzioni economiche – non avrà la forza di resistere a lungo.

Domande all’Europa

Capirà l’Europa di non rifare l’errore di Monaco ‘38? La Storia ci insegnerà qualcosa? Donetsk e Lungansk sono poco più dei Sudeti. Invece l’Ucraina è uno Stato grande come la Francia, con meno dei suoi abitanti (44 milioni contro 67). L’Europa la lascerà davvero al suo destino per non patire il freddo – molto relativo – di questo inverno? E quale sarà la prossima mossa di Putin? L’ha già preannunciata: vuole che escano dalla Nato Polonia, Bulgaria, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Estonia, Lettonia e Lituania, in sostanza gli ex Paesi del patto di Varsavia.

Nostalgia di Angela

Dopo il discorso più che deludente, fumoso, velleitario e confuso di Biden di ieri sera, ormai dipende solo dall’Europa. E purtroppo – con Draghi che marca visita e Macron che si agita fin troppo – sentiamo già la mancanza della autorevolezza e della saggezza di Angela Merkel. Speriamo solo che non sia troppo tardi.

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Massimo Solari è avvocato cassazionista e scrittore. Ha pubblicato diversi volumi sulla storia di Piacenza e alcuni romanzi. Ha tenuto conferenze e convegni sulla storia di Piacenza. Ha collaborato con le riviste Panoramamusei, L'Urtiga, e scrive sul quotidiano Italia Oggi.

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1 commento

  1. Qualche dato di fatto:

    – Putin è stato eletto e non c’è in Russia meno libertà che – poniamo il caso – in Canada.

    – L’Ucraina è uno stato fantoccio messo su dagli americani nel 2014, che da allora bastona i russofoni dell’est.

    – Il gas già lo paghiamo MOLTO caro, e sarà sempre peggio, inverno mite o no (le fabbriche funzionano tutto l’anno e stanno chiudendo a causa degli elevati costi energetici).

    – Se c’è un apparato militare sovradimensionato, quello appartiene agli USA, che ha un budget di 750 mld di $ rispetto ai 72 della Russia.

    Già, ma l’imperialismo è sempre e solo quello dei nemici dell’America… e anche stavolta, quando saremo al freddo e senza energia né clienti per il nostro export, dovremo dire all’unisono: E’STATO PUTIN.

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