Diritti dei bambini: chi può opporsi? Già l’enunciato è accattivante: diritti e bambini, diritti negati, diritti inesistenti, bambini di serie B, bambini discriminati. Chiunque di noi, anche il più becero, non può che essere a favore: ai bambini toccano tutti i diritti possibili, non ci possono essere bambini di serie A e di serie B. In questi giorni di «diritti dei bambini» sono pieni giornali e tv. Peccato che ogni volta (pochissime, peraltro) che qualcuno chiede quali siano questi diritti negati l’interlocutore glissi sul vago.
Qualcuno afferma: «Il secondo genitore (stiamo, ovviamente, parlando di genitori dello stesso sesso) non può andarlo a prendere a scuola». E alla risposta: «Se ci va la nonna o la babysitter, con una delega del genitore conferita una tantum all’inizio dell’anno scolastico, può benissimo andarci anche l’altro genitore», cambiano ragionamento. Si dice anche: «Il secondo genitore non ha diritti sanitari». Ma ce li ha il primo. Esattamente come nelle numerosissime coppie di genitori separati o mai sposati che pure condividono la genitorialità di un minore.
I casi sono essenzialmente questi: uno dei genitori, maschio o femmina che sia, è per forza «papà» o «mamma» di un minore. Come lo sia diventato, se in modo biologico con persona di sesso diverso dal suo o «acquistandolo» all’estero, per lo Stato italiano non fa differenza. Se il secondo genitore intende far valere i suoi diritti (attenzione, stiamo passando dagli immarcescibili diritti dei bambini ai diritti dei genitori), dice lo Stato, lo adotti.
«È un percorso troppo lungo, la registrazione sui registri dello Stato Civile è più immediata», rispondono i promotori dei “diritti dei bambini”. Vero. Ma manca una legge che lo consenta. «Fatela!» rispondono i soliti. Peccato che negli ultimi dieci anni, nei quali costoro avevano la maggioranza e sedevano al governo, non siano mai riusciti ad approvarla. Peccato che le coppie che in Italia hanno chiesto la registrazione siano poche centinaia. Peccato che oggi parte degli italiani abbia mandato al governo una compagine di destra «che più di destra non si può» e che vede questo problema come il fumo negli occhi.
Avanspettacolo e tema identitario
Poi si passa all’avanspettacolo quando dai diritti dei figli di coppie omosessuali si passa all’utero in affitto (mascherato dietro all’eufemismo della maternità surrogata, per renderlo presentabile), all’equazione con la pedofilia e via discorrendo. La maggioranza si sente forte e spara nel mucchio. È un tema identitario (non dimentichiamo l’influenza della Chiesa che su tali temi oggi sta tacendo ma fa sentire comunque tutto il suo non trascurabile peso) e che fa breccia.
Sono certo che nessun diritto dei bambini viene compresso. Si dice «se l’unico genitore dovesse morire cosa ne sarebbe del minore»? Eventualità possibile ma non frequente, dato il minimo numero di famiglie «arcobaleno». Ho anche sentito dire che in tal caso «l bambino non riceverebbe la pensione di reversibilità del genitore defunto» che è un po’ proiettarsi oltre.
Insomma, l’impressione, comune anche nel caso isolatissimo per non dire unico dell’anarchico Alfredo Cospito, è che l’opposizione le stia studiando tutte non per un reale interesse al caso dei diritti dei bambini, che se fosse tale e se fosse un’emergenza, sarebbe stato risolto nei dieci anni di governi a guida o a trazione Pd; l’opposizione lo fa semplicemente per mettere in difficoltà la premier Giorgia Meloni. Che secondo me se la ride e prosegue per la sua strada. Sempre che, speriamo, ne abbia una e sappia dove conduce.
(articolo pubblicato su ItaliaOggi)
Massimo Solari è avvocato cassazionista e scrittore. Ha pubblicato diversi volumi sulla storia di Piacenza e alcuni romanzi. Ha tenuto conferenze e convegni sulla storia di Piacenza. Ha collaborato con le riviste Panoramamusei, L'Urtiga, e scrive sul quotidiano Italia Oggi.