Attualità

Divorzio: sull’assegno all’ex si cambia ancora tra le polemiche

divorzio-assegno-ex-si-cambia-ancora

Divorzio, si cambia. La Camera sarà chiamata ad approvare una modifica alla legge che regola il rapporto tra i due ex coniugi. La discussione è in calendario la prossima settimana. E la modifica è composta da un solo articolo di quattro commi.

Divorzio: i nuovi paletti

Cosa prevede? Che con la sentenza di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio, “il tribunale dispone l’attribuzione di un assegno a favore di un coniuge, destinato a compensare, per quanto possibile, la disparità che crea nelle condizioni di vita dei coniugi”.

In più, “nel determinarlo il giudice valuta le condizioni economiche in cui i coniugi vengono a trovarsi a seguito della fine del matrimonio; le ragioni; la durata del matrimonio. Il contributo personale ed economico dato da ciascuno alla conduzione familiare e alla formazione del patrimonio di ciascuno e di quello comune. Il reddito di entrambi, l’impegno di cura personale di figli comuni minori o disabili, assunto dall’uno o dall’altro. La ridotta capacità reddituale dovuta a ragioni oggettive. La mancanza di un’adeguata formazione professionale quale conseguenza dell’adempimento di doveri coniugali”.

Insomma, di per sé niente di male: al di fuori di ogni automatismo, il tribunale potrà assegnare un assegno divorzile tagliato su misura dei coniugi.

Divorzio: una norma “salva Veronica”?

Ma non tutti la pensano così. Secondo alcuni è una norma fatta ad hoc contro Silvio Berlusconi. È l’accusa di Forza Italia che, anche dal Corriere della sera, attraverso Francesco Paolo Sisto attacca il Partito democratico: “Nella legge di riforma dell’assegno divorzile, che non a caso abbiamo ribattezzato ‘legge Salva Veronica‘, è contenuto il peggiore refrain antiberlusconiano targato Pd”. 

Il deputato forzista prosegue spiegando che “dopo il provvedimento che ha sancito quanto fosse spropositato l’ammontare dell’importo finora corrisposto da Silvio Berlusconi alla sua ex moglie, ora si riporta in vita il principio della non eccessiva disparità delle condizioni di vita degli ex coniugi”. 

Per Sisto si tratta insomma di “una trovata giuridica che sembra cucita sulla vicenda che coinvolge il leader di Forza Italia. Guarda caso proprio nel momento in cui lo si teme di più, ossia a pochi mesi dalle elezioni. Il pessimo e antidemocratico vizio della sinistra di sfruttare la legge e la giustizia contro l’avversario politico è, evidentemente, duro a morire”.

Divorzio: Francia docet

Al deputato del centrodestra risponde Donatella Ferranti, presidente Pd della commissione Giustizia e prima firmataria della proposta di legge. “Berlusconi non c’entra nulla”. Il principio ispiratore “è tratto dalla disciplina francese e condiviso anche da sue parlamentari”. In sostanza, “chi ha sacrificato per dovere coniugale, o per assistere i figli, la propria prospettiva professionale, ha diritto a una compensazione“. I casi come quello di Veronica Lario “si contano sulla punta delle dita. La gran parte ha un assegno di 500 euro al mese. Il tenore di vita non deve essere una pretesa parassitaria. Ma un riequilibrio serve”.

Divorzio: la sentenza Grilli 

Mettiamola così: per determinare l’assegno divorzile, finora esisteva un automatismo. Il tribunale doveva tener conto del tenore di vita dei coniugi durante il matrimonio. Poi è uscita la sentenza Grilli: la Corte di Cassazione ha stabilito che non doveva tenersi conto del regime di vita in costanza di matrimonio. Ma dei patrimoni dei coniugi. Così la corte d’Appello di Milano ha annullato l’enorme assegno al quale era stato condannato Berlusconi a favore dell’ex moglie.

Divorzio: il giudice torna “libero”

Adesso, a nostro parere, la legge restituisce al giudice la facoltà di determinare di volta in volta l’assegno. Facoltà che i tribunali hanno sempre esercitato con la massima libertà, indipendentemente dalle capriole della Corte Suprema. Se la moglie aveva uno stipendio appena decoroso, il marito doveva solo contribuire al mantenimento dei figli. Il “contributo” variava molto in proporzione al reddito del marito e dei suoi beni. Oltreché in base al tenore di vita dei figli durante il matrimonio. Questo secondo la massima sacrosanta che i figli sono per definizione non colpevoli della separazione e del divorzio. E che di conseguenza dovevano (e devono) essere quelli che ne subiscono meno le conseguenze.

A questo punto risulta difficile credere che l’onorevole Sisto abbia ragione. Ma nel caso gli si potrebbe sempre rispondere che “chi di norme ad personam colpisce, di norme ad personam perisce”.

+ posts

Massimo Solari è avvocato cassazionista e scrittore. Ha pubblicato diversi volumi sulla storia di Piacenza e alcuni romanzi. Ha tenuto conferenze e convegni sulla storia di Piacenza. Ha collaborato con le riviste Panoramamusei, L'Urtiga, e scrive sul quotidiano Italia Oggi.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.