Fake news: la possibile bufala delle armi chimiche utilizzate da Assad non è che l’ultima di una serie di notizie quantomeno manipolate che si perde nella notte dei tempi. L’unica differenza: per ora sembra che la rappresaglia di Trump e soci finirà qui. Una sorta di “totò sulla manina” al dittatore siriano con l’avvertimento: “però non farlo più”. Non che Assad sia un agnello, tutt’altro. Ma nonostante la sicurezza di Macron che afferma di “avere le prove”, la certezza dei fatti sembra tutta da dimostrare.
I segreti di Saddam
La fake news mediorientale precedente la ricordiamo tutti: le armi di distruzione di massa di Saddam Hussein. Siamo nel 2003 e Bush vuole attaccare l’Iraq ad ogni costo. L’argomento delle armi nascoste di Saddam è il pretesto di cui Washington ha fatto il maggior uso per giustificare la guerra di fronte all’opinione pubblica internazionale. Le armi non sono mai state trovate. Ma Bush riuscirà a coagulare attorno a sé una potentissima coalizione per far cadere Saddam.
Fake news: il dispaccio di Ems
Nella Storia ci sono bufale e bufale. E quella del dispaccio di Ems è più complessa ma molto più gustosa. Siamo nel 1870. Tra la Francia di Napoleone III e la Prussia di Bismarck non corre buon sangue. Anzi, Bismarck vuole la guerra per riprendersi Alsazia e Lorena e riunire attorno al suo (primo) Reich i riluttanti staterelli tedeschi. Il “casus belli” è la designazione di un nipote del re Guglielmo di Prussia per il trono di Spagna. La Francia da sempre vive con terrore l’idea dell’accerchiamento tedesco-spagnolo. Così Napoleone III intima a Guglielmo di desistere da quel disegno.
Il re di Prussia acconsente subito, ma Napoleone III non è soddisfatto. Invia il suo ambasciatore ad Ems, località tedesca dove il monarca è in vacanza, per ottenere anche l’impegno che in futuro non avrebbe mai più pensato ad un’eventualità del genere. Guglielmo riceve l’ambasciatore, assicura che per lui la vicenda è finita. Ma gli sembra eccessivo impegnarsi per il futuro e lo congeda educatamente.
Bismarck allora approfitta della situazione. E invia alla stampa tedesca un comunicato che racconta i fatti in modo “leggermente” diverso: l’imperatore aveva congedato bruscamente l’ambasciatore, rifiutando qualunque impegno per il futuro. Per la Francia il voltafaccia è sanguinoso: Napoleone III ordina la mobilitazione generale e dichiara guerra alla Prussia. Dopo un solo mese di scontri, Bismarck vince la famosa battaglia di Sedan e costringe Napoleone III all’esilio.
L’astuzia di Cavour
Qualche anno prima, nel 1858, siamo a Plombières. Cavour, primo ministro del piccolo Piemonte, riesce ad ottenere da Napoleone III un’alleanza contro l’odiata Austria. Ma il massimo che gli concede è un’alleanza difensiva: se l’Austria avesse minacciato il Piemonte, la Francia sarebbe intervenuta al suo fianco.
Subito dopo, Cavour mobilita l’esercito e arruola volontari. L’Austria gli ingiunge di disarmare. Cavour fa orecchie da mercante. Napoleone III convoca un congresso a Parigi per sistemare la vicenda. L’Austria promette di partecipare solo se il Piemonte disarma. Cavour resiste e Napoleone III fa pressioni. Proprio quando Cavour cede e invia l’ordine di smobilitare gli arriva un minaccioso ultimatum da Vienna. È il “casus belli” tanto atteso. Inizia la Seconda guerra d’indipendenza, che porterà il Piemonte alla conquista della Lombardia, il primo passo verso l’unificazione italiana.
Il lupo e l’agnello
Insomma, da sempre per iniziare una guerra si cercano pretesti. Con il “Il lupo e l’agnello” lo racconta già Esopo. Ed è sempre istruttivo ricordare la sua favola. “Mi sporchi l’acqua del ruscello”, dice il lupo. “Ma com’è possibile – risponde l’agnello – se io sono a valle e tu a monte?”. E allora il lupo: “Sei mesi fa hai parlato male di me”. E l’agnello ribatte: “Ma non ero ancora nato!” “Allora è stato tuo padre a parlar male di me”, e subito il lupo gli salta addosso e lo divora.
Assad non è certamente l’agnello della favola. E l’intervento “chirurgico” di Trump, Macron e May sembra mirato più a ridurre l’influenza di Putin sul teatro mediorientale che a punire il dittatore siriano. Il lupo per loro è al Cremlino e una mezza fake news forse anche stavolta può far comodo per cambiare le cose.
Massimo Solari è avvocato cassazionista e scrittore. Ha pubblicato diversi volumi sulla storia di Piacenza e alcuni romanzi. Ha tenuto conferenze e convegni sulla storia di Piacenza. Ha collaborato con le riviste Panoramamusei, L'Urtiga, e scrive sul quotidiano Italia Oggi.