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Frecce Tricolori: la tragedia di Torino Caselle e le responsabilità del pilota

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Frecce Tricolori: tutti siamo stati profondamente colpiti dalla tragedia del 16 settembre all’aeroporto di Torino Caselle, quando un aereo della pattuglia acrobatica nazionale è precipitato e le fiamme hanno coinvolto un’auto che passava nei pressi, provocando la morte di una bambina di 5 anni, Laura Origliasso, e il ferimento degli altri membri della sua famiglia.

Ancora più siamo stati colpiti quando il pilota dell’aereo delle Frecce Tricolori, il maggiore Oscar Del Dò, è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Ivrea. Proviamo, per ipotesi e senza aver visto alcun documento processuale, ad assumere la difesa del pilota. Di cosa è imputato? Di disastro e omicidio colposo. Cosa vuol dire? “Colposo”, a differenza di “volontario”, vuol dire che l’imputato era senza “dolo” e cioè senza la volontà di provocare il fatto. È il caso tipico dell’incidente stradale.

Perché è previsto dalla legge come reato? Il reato è colposo quando, senza averne la volontà (dolo) si provoca un fatto per negligenza, imprudenza, imperizia, inosservanza di leggi, regolamenti, ordini o discipline (articolo 43 del codice penale). Il reato si configura solo in presenza di lesioni personali o morte, mentre i danni materiali sono materia civile.

Le domande del difensore

Torniamo al nostro pilota delle Frecce Tricolori che, apprendiamo, non sa darsi pace per la morte della bambina. Le domande che dovrebbe rivolgergli il difensore vertono proprio sull’elencazione dell’articolo 43: ha usato negligenza nella guida del velivolo? Per negligenza si intende non prestare l’attenzione dovuta alla particolare circostanza nella quale si è venuto a trovare. Per esempio, consultare il cellulare mentre si guida.

Imprudenza? Guidare a velocità molto elevata con nebbia, ghiaccio o pioggia (per capirci, stiamo sempre parlando di un sinistro stradale, non di quello di Caselle); imperizia? Guidare un mezzo molto sofisticato del quale non conosciamo tutte le potenzialità e che non è “alla nostra altezza”: una supercar per un neopatentato. Violazione di leggi e regolamenti? Per noi comuni mortali sono quelle del Codice della strada, ed è sufficiente per far scattare il reato anche il semplice superamento della linea di mezzeria per pochi centimetri, se questo ha provocato lesioni o danni mortali.

E in volo?

Diverso il caso del volo, ma qualcosa possiamo ugualmente arguire alla luce dei fatti. Certamente lo sfortunato pilota delle Frecce Tricolori non è incorso né in negligenza, né in imprudenza, né in imperizia. Prima di entrare nella pattuglia acrobatica, i candidati sono sottoposti ad un addestramento pari ai top gun statunitensi; sono periodicamente visitati per verificare le loro perfette condizioni fisiche; e senz’altro conoscono il loro velivolo come le loro tasche.

Violazione di leggi e regolamenti? Ricordiamo che l’articolo 43 parla anche di “ordini e discipline” che non sono fonti di diritto. “Ordini” non possono essere altro che quelli rivolti ai militari: si tratta proprio delle regole d’ingaggio della pattuglia acrobatica, che possono essere cambiati prima di ogni missione. Per esempio, potrebbe essere tale la disposizione di abbandonare l’aereo quando non si riesce più a governarlo; ma stando bene attenti a che al momento dell’abbandono non si stia sorvolando un centro abitato per evitare vittime civili.

I prossimi passi

Sembra accantonata l’ipotesi dello stormo di uccelli entrato in rotta di collisione con uno dei motori dell’aereo delle Frecce Tricolori. Secondo la Procura, nei 24 avvisi dell’autorità aeroportuale nessuno riguardava il rischio uccelli, il che fa propendere per l’ipotesi di un guasto ad uno dei motori.

Ed è a questo punto che l’iscrizione del pilota nel registro degli indagati diventa un vantaggio per lui: in questa situazione la Procura dovrà necessariamente avvertire i suoi legali se si procederà ad una perizia sui rottami dell’aereo per verificare l’ipotesi del guasto. A tale atto il pilota potrà far partecipare un suo esperto, che potrà confrontarsi con quelli della Procura. Il pilota potrà essere assolto, se i periti dimostreranno che non ha violato nessuna delle prescrizioni dell’articolo 43, cosa che gli auguriamo di cuore.
(articolo pubblicato su ItaliaOggi)

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Massimo Solari è avvocato cassazionista e scrittore. Ha pubblicato diversi volumi sulla storia di Piacenza e alcuni romanzi. Ha tenuto conferenze e convegni sulla storia di Piacenza. Ha collaborato con le riviste Panoramamusei, L'Urtiga, e scrive sul quotidiano Italia Oggi.

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