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Addio a Gaia e Camilla: ragazzi, forse è ora di farsi qualche domanda

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Gaia e Camilla: oggi si sono tenuti i funerali delle due sedicenni romane falciate in corso Francia da un’auto guidata dal ventenne Pietro. Era passata da poco la mezzanotte del 21 dicembre quando Gaia e Camilla avrebbero attraversato la strada con il semaforo rosso. In quell’istante passava, pare ad alta velocità, il mezzo guidato da Pietro che le ha investite uccidendole sul colpo. Le analisi hanno riscontrato che il giovane era al volante con un tasso alcolemico di 1,4 grammi/litro. Quasi tre volte superiore al limite di legge (0,5). Pietro, che aveva riavuto da poco la patente dopo una sospensione, era risultato non negativo anche all’uso di alcune sostanze stupefacenti, ma non è chiaro se fossero state assunte poco prima del tragico incidente stradale.

Questi i fatti finora conosciuti. Il risultato che da domani cominceremo a dimenticare? Bellissime e piene di vita, Gaia e Camilla non ci sono più. Pietro per ora è agli arresti domiciliari; e molto probabilmente subirà una severa condanna per omicidio stradale, anche se venisse provato che le due ragazze stavano attraversando con il rosso.

Perché succedono tragedie del genere? Perché la strada è diventata peggio del far west, dove tutti fanno ciò che vogliono. Non riusciamo a capire che la sicurezza della circolazione dipende da noi. I dati che periodicamente forniscono le forze dell’ordine sono un vero bollettino di guerra, con numeri di morti e feriti impressionanti. E molto spesso, troppo spesso, sono i più giovani a farne le spese, magari intenti a telefonare o a chattare mentre sono alla guida, visto che ormai 3 incidenti su 4 pare siano causati dalla distrazione al cellulare. Senza contare naturalmente aggravanti micidiali come l’abuso di alcol e droghe.

Lungi da me fare la morale a qualcuno. Dico solo che forse è venuto il momento di farsi qualche domanda. A maggior ragione pensando al tragico destino che ha colpito Gaia e Camilla. E sono domande elementari e disarmanti per tutti, adulti compresi. Vale la pena violare le regole alla base della circolazione stradale (limiti di velocità, guida in stato di ebrezza, mancato rispetto delle precedenze) rischiando tragedie del genere? Ha senso sballarsi per poi come neanche fosse mettersi al volante incuranti di ciò che potrebbe accadere a se stessi o agli altri?

Tutti siamo stati giovani e abbiamo fatto le nostre stupidaggini. Tutti abbiamo almeno un ricordo che se ci torna in mente ci fa dire mi è andata bene. Per cui niente ipocrisie. Ma quando perdono la vita adolescenti come Gaia e Camilla, bisogna capire fino in fondo il senso di cose tanto banali da sembrare stupido continuare a ripetere. Che la vita è adesso e che in casi del genere la nostra e quella degli altri dipende da comportamenti semplicissimi come mettersi alla guida rispettando le regole del codice. Ragazzi violatene altre, fateci ammattire, ma quando uscite di casa, salite in auto, o girate per strada anche a piedi non permettetevi mai di pensare di essere come in un videogioco, perché se arriva il game over è finita davvero.

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Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.

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