Piacenza

Guida Michelin Ristoranti 2025: le novità per i locali piacentini

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Guida Michelin Ristoranti 2025: svelate oggi tutte le novità della “Bibbia” più attesa e influente nel mondo della ristorazione. Sede suggestiva della Star Revelation, che già dal nome ci ricorda come si stia parlando di alte e brillanti volte celesti, è stata quella del Teatro Pavarotti di Modena, seguita da un secondo momento al Palazzo dei Musei della Città Patrimonio dell’Umanità Unesco dove si è tenuto il Cocktail Lunch Party con giornalisti e molti dei grandi chef premiati.

Una cerimonia emozionante, dove hanno brillato gli occhi di giovanissimi appassionati del loro lavoro, ma che ha saputo far commuovere anche professionisti di lungo corso, che vedono condensati nei riconoscimenti attribuiti una vita di sacrifici, dedizione e perseveranza. Numerose le nuove menzioni attribuite, ma prima di arrivare alle attesissime novità, è d’obbligo spendere qualche parola sul grande evento di lancio e sulla guida gastronomica che da 70 edizioni, in Italia, si occupa non solo di alta ristorazione, ma anche di società e cultura ed è capace di muovere indotti milionari.

L’evento modenese

Nella cerimonia per la 70ª edizione italiana, come di consueto Michelin ha assegnato le tradizionali Stelle e le Stelle Verdi, mentre i ristoranti Bib Gourmand, come vi abbiamo raccontato, sono stati anticipati nei giorni scorsi.

Dopo Parma e Piacenza (sede dell’ultimo lancio pre Covid con la memorabile edizione 2020) la Guida Michelin è tornata in Emilia-Romagna, dove certamente Modena è tra le capitali della Food Valley: presente il jet set del settore, oltre a tanti chef protagonisti della Rossa. La scelta della sede di quest’anno è tutt’altro che casuale: nel territorio modenese, infatti, si producono ben 26 dei 44 prodotti Dop e Igp regionali (paniere unico in Europa), che sono certamente protagonisti della gastronomia locale, ma presenti anche nelle cucine dell’Italia e del mondo.

La storia della Rossa

Dopo essere nata in Francia nel 1900 per spingere i pochi automobilisti francesi del tempo a viaggiare di più – e consumare più pneumatici – fornendo gli indirizzi dei posti migliori per mangiare e dormire, la Guida Michelin in Italia arriva nel 1956 e nel 1959 inizia ad assegnare le stelle. Ogni edizione nasconde storie antiche di famiglie che offrono piatti dalle ricette tradizionali e di un’Italia che rinasce dopo la guerra; anche quella di una famiglia emiliana: Arnaldo Degoli che, insieme a Lina, apre un ristorante in provincia di Reggio dandogli il proprio nome. Già recensito nella primissima edizione, nel 1959 è una delle 81 stelle e ancora oggi la conserva anche grazie ai suoi sapori, che altrove non si sentono più. Sull’attuale Arnaldo Clinica Gastronomica brilla ancora oggi la Stella e proprio in apertura di cerimonia gli è stata assegnata una speciale targa come ristorante stellato più longevo d’Italia.

La Guida Michelin, da domani in libreria, segnala e recensisce meno di duemila attività italiane ritenute meritevoli e di buona cucina, premiando quelle considerate migliori dalle scrupolosissime visite dei commissari, la cui identità non è mai nota, che valutano parametri essenziali tra cucina, qualità della materia prima, cantina e servizio in sala.

Vengono poi attribuite da 1 a 3 Stelle solo ai migliori tra i recensiti, dove l’esercizio indicato con 1 Stella Michelin ha una cucina di grande qualità che merita una sosta; con 2 Stelle una cucina eccellente che merita una deviazione; e con 3 Stelle – il primo ad averle fu, nel 1986, Gualtiero Marchesi – una cucina unica che merita un viaggio anche da altri Paesi del mondo.

Diversi, e talvolta indipendenti dalle vette definite con le Stelle, i Premi speciali, i Bib Gourmand, ovvero i locali che offrono la migliore ristorazione per rapporto qualità-prezzo e le Stelle Verdi, che indicano le attività virtuose per l’attenzione alla sostenibilità.

Indotto milionario 

Secondo l’indagine realizzata da JFC, i soli ristoranti stellati hanno generato in Emilia-Romagna nel 2023 un indotto di 28,5 milioni di euro, con in testa Modena (8,1 milioni), seguita da Bologna (5,9 milioni) e Forlì-Cesena (4,2 milioni). Una terra che ha fatto della cucina uno dei suoi vanti anche con Alma, la Scuola Internazionale di Cucina di Colorno, con Parma Città creativa della gastronomia Unesco, con lo chef Massimo Bottura, ambasciatore nel mondo degli Obiettivi di sviluppo sostenibile, e con Casa Artusi.

Il food è sempre più motivazione di viaggio e, come conferma l’indagine, la cucina stellata è una risorsa economica per tutto il territorio, anche in termini turistici. I ristoranti Stellati, attraverso la Guida Michelin, beneficiano di una vetrina internazionale che offre grande visibilità. Il valore complessivo dell’indotto economico dei ristoranti stelle Michelin in Italia ammonta per il 2023 a 439 milioni di euro, con una previsione in crescita per l’anno in corso a 498 milioni.

Se nel 2024 è stato di 22 ristoranti stellati il palmares della cucina stellata emiliano-romagnola, l’edizione 2025 li porta a 24. Tra questi, 3 Stelle a Massimo Bottura con la sua Osteria Francescana; due ristoranti bistellati: il San Domenico di Imola (Bo) e il Magnolia di Longiano (Fc); 21 locali con 1 Stella e 34 Bib Gourmand, primato nazionale dell’Emilia-Romagna.

I numeri delle eccellenze 

La nuova Guida Michelin conta 393 ristoranti stellati in tutta l’Italia (nel 2024 erano 395): 341 con 1 Stella; 38 con 2 Stelle; 14 con 3 Stelle. A queste si aggiungono 69 Stelle Verdi.Partendo dall’olimpo, irraggiungibile spesso anche per i più virtuosi chef e blasonati locali, i tristellati diventano 14 in tutto il Bel Paese dai 13 nell’edizione 2024: hanno tutti confermato la stella e si è aggiunto Giancarlo Perbellini col suo Casa Perbellini – 12 Apostoli di Verona. A proposito dell’unico 3 Stelle emiliano, di Bottura mi piace ricordarne i legami, essenziali per la sua carriera, col territorio piacentino, dov’è stato uno dei fortunati che hanno potuto apprendere dal grandissimo Georges Cogny, un vero protagonista della storia della cucina italiana.

I 2 stelle, quelli che poi costituiscono la vera struttura della promozione attraverso l’eccellenza gastronomica italiana, sono 38 in tutta la Penisola: due le new entry, Villa Elena di Bergamo con lo chef Marco Galtarossa, e Campo Del Drago, di Montalcino, con lo chef Matteo Temperini; mentre tre non figurano più nella lista dei bistellati.

Premi speciali Michelin 2025

Ai riconoscimenti citati si aggiungono alcuni Premi speciali che insigniscono i migliori nella specifica categoria. Giovane Chef  – Young Chef Award: Matteo VergineGrow Restaurant (Albiate); Servizio di sala: Vanessa MelisPascucci al Porticciolo (Fiumicino); Sommelier: Oscar MazzoliniAl Carroponte (Bergamo); Mentor Award: Antonino Cannavacciuolo Villa Crespi.

Molino Dallagiovanna tra i protagonisti

Un orgoglio piacentino conosciuto ormai nel mondo: Molino Dallagiovanna. Per il secondo anno è stato importante protagonista della cerimonia Stars Revelation, grazie al Premio speciale Passion Dessert. La lungimiranza di quest’azienda di qualità e successo si capisce anche da questi segnali: con un’istituzione del settore ristorazione qual è la Michelin non ha pensato a una semplice sponsorizzazione, come tanti altri partner, ma a un vero e proprio Premio speciale, dedicato alle realtà che si sono distinte nella conclusione dolce delle esperienze gastronomiche nei ristoranti italiani, seppur le loro farine accompagnano la tavola a 360 gradi e non solo al momento del dessert.

Ai 7 ristoranti premiati (cito solo Inkiostro, con Salvatore Morello, perché appena di là dai nostri confini, a Parma), oltre all’importante riconoscimento consegnato direttamente da Sabrina Dallagiovanna (sales e marketing manager dell’azienda piacentina), si aggiunge la partecipazione ad uno speciale e seguitissimo evento promosso dalla stessa azienda nel proprio stabilimento.

Tutti i ristoranti di Piacenza

Lontani, purtroppo, gli anni in cui erano ben 3 i ristoranti stellati del piacentino: oggi in tutta la provincia solo La Palta dell’ottima Isa Mazzocchi, a Bilegno di Borgonovo, figura tra gli stellati. E pensare che ci fu un tempo in cui addirittura vantavamo un bistellato: l’Antica Osteria del Teatro di Piacenza.

Possiamo però fregiarci di 18 locali recensiti tra i quali, oltre lo stellato appena citato, ben 4 Bib Gourmand, quelli dal miglior rapporta qualità-prezzo: L’Ostreria Fratelli Pavesi; Antica Trattoria Cattivelli; Caffè Grande; Locanda Cacciatori.

Poi altri 13 locali selezionati, pur senza particolari riconoscimenti: Osteria del Trentino – Da Marco; IO Luigi Taglienti; Trattoria la Colonna; Locanda del Falco; Antica Trattoria Giovanelli; Nido del Picchio; Locanda Sensi; Novo Osteria; Riva; La Fiaschetteria; Da GiovanniEnoteca San Nicola; Piacentino.
(Per scoprire uno per uno i 393 ristoranti stellati della Guida Michelin 2025 clicca qui).

Sante Lancerio
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