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Insetti a tavola dal 2018: ma mangeremo davvero larve e grilli?

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Insetti a tavola: ma tutti voi, abituati agli anolini, all’arrosto di vitello, al panettone e al pandoro, vi rendete conto di cosa succederà dal 1° gennaio 2018? Altroché coppe e culatelli dop, brunello di Montalcino e Ortrugo di Vicobarone. Dopo l’introduzione della normativa europea sul novel food, nel piatto ci potremmo trovare scorpioni caramellati ricoperti di cioccolato fondente, cavallette, grilli, larve e vespe giganti. Addirittura scarafaggi. Come la pensano gli italiani? Il 47% si è detto favorevole al provvedimento, il 53% è contrario e il 27% è disponibile a mangiare questi cibi.

Occhio ai brunch

Una ditta di Monselice (Padova), Insetti commestibili, antesignana del commercio di questi alimenti, naturalmente ha un sito sul quale si può trovare di tutto. Dalle barrette alla farina di grilli alle vodke e grappe allo scorpione, senza dimenticare buste di insetti di ogni tipo. E a sentir loro gli affari vanno benissimo. Secondo questi originali allevatori “Lo scorpione sa di gamberetto. Il baco da seta sa di cereale, simile ai corn-flakes. La larva del bambù sembra formaggio, un Montasio. Anche la vespa gigante sa di formaggio, con una punta di amaro che rimane per l’ essicazione del veleno. Non fa male, perché è diventato cenere ma ti dà un bel brio di amarognolo. Lo scorpione invece si gusta così: si tiene in mano tra indice e pollice il pungiglione e mangi il resto”.

Insetti: il problema dell’acqua

Spiedini di grilli o di cavallette dalla Thailandia, tarantole fritte e millepiedi al forno dalla Cina, sarà questo il cibo del futuro? Lo è già per due miliardi di persone, principalmente in Estremo Oriente, Africa e Messico. La Fao, l’agenzia dell’Onu che si occupa di alimentazione e agricoltura per combattere la fame nel mondo, osserva che per produrre un chilo di carne occorrono circa 15.500 litri d’acquaL’Assocarni conferma. Ma precisa cherispetto alla media mondiale di 15.415 litri di acqua per 1 kg di carne bovina, l’Italia impiega 11.500 litri, di cui l’87% è costituito da “green water”. E cioè acqua proveniente da fonti rinnovabili”. Ma resta il fatto che per produrre un chilo di proteine dagli insetti, di acqua ne basta un litro. E se in Europa il problema del consumo idrico si pone solo da qualche anno, è invece drammatico da sempre in diverse parti del mondo, Africa in primis.

Chi ha mangiato Roger Rabbit?

La soluzione, per noi beceri consumatori di pisarei e faso e tortelli al burro e salvia, è semplice. Le popolazioni che da sempre hanno accettato il consumo di cimici e larve di formiche continuino a mangiarle, lasciando a noi europei il cinghiale in umido e il coniglio alla cacciatora. Però, Paese che vai, usanze che trovi. In Inghilterra ordinare un piatto di carne di cavallo potrebbe portarci all’arresto. E lo stesso se chiedessimo del coniglio negli States, dove il simpatico roditore è ritenuto esclusivamente un animale da compagnia. Dunque, perché no? Via libera anche in Italia al consumo di insetti, finché rimane una facoltà e non un obbligo.

Insetti: il vizio di Bruxelles

Alla fine, dopo questa carrellata di nuove “prelibatezze”, però ci chiediamo due cose. Primo: perché l’Unione europea non si preoccupa – con la dovizia di particolari e l’efficienza che usa nel campo alimentare – di dotarci anche di un fisco comune, di un sistema antiriciclaggio o per lo scambio di informazioni antiterrorismo? Secondo: l’Italia è il Paese dove si mangia meglio al mondo. Perché non lasciamo cavallette e formiche alla Bulgaria o alla Bielorussia – le cui cucine, senza offesa, paiono meno affascinanti della nostra – e ci concentriamo sulle lasagne?

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Massimo Solari è avvocato cassazionista e scrittore. Ha pubblicato diversi volumi sulla storia di Piacenza e alcuni romanzi. Ha tenuto conferenze e convegni sulla storia di Piacenza. Ha collaborato con le riviste Panoramamusei, L'Urtiga, e scrive sul quotidiano Italia Oggi.

1 commento

  1. “Maretta…sotto, sotto…E puro sopra…”

    In giro nfra lombrichi e vermi vari
    c’è maretta…c’è odor de ribbellione
    a seguito de’n fatto d’eccezione
    che va a toccà li gusti alimentari…

    Secônno quarche scellerato, infatti,
    la dieta òjo d’uliva e pommidori,
    fettina, ‘n po’ de pasta e vari odori…
    nun va più bbène manco pe li gatti!

    ‘N so chi – li cosi sui ‘n se li sa ffà –
    st’ a mmétte in testa a tutti che li vermi
    sò er cibbo der futuro, e da li schermi
    st’a predicà … st’a ffà pubbricità…

    “Noi scioperàmo…E ‘n fàmo più li buci!
    E senza più li buci, li teréni
    saranno duri e pieni de veleni…
    Basta, perciò, a passà ste idee truci!”

    ‘Na Chianina, che stava pascolànno
    sentènno de ste cose prènne a ddì:
    “A mme ‘n me dite gnènte: io sto qui
    p’ èsse “fiorentina”!…Che ìte cinaciànno…!”…

    E bachi…e grilli…e larve e cavallette
    se méssero a inizzià un casino tale
    che ognuno co quer ciarvèllo gegnàle
    pijò er gran fuggi, fuggi…E più, ‘n potette!

    Armando Bettozzi
    3 gennaio 2017

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