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Iren: la partita dei 5 sindaci e lo scacco al Pd

La centrale elettrica Iren di Moncalieri (Torino)

Iren sarà il prossimo terreno di scontro tra centrodestra, 5 Stelle e Partito democratico? Dopo le elezioni comunali sembra proprio di sì. Ed è una partita “pesante”. Perché Iren è una società multiservizi tra le più importanti d’Italia (elettricità, gas, teleriscaldamento, acqua, rifiuti). Quotata in Borsa, coinvolge nell’azionariato i comuni di Torino, Genova, Parma, Piacenza e Reggio Emilia. E vanta numeri di grande rilievo, offrendo ricchi dividendi ai suoi soci. Senza dimenticare i posti di lavoro (oltre 6.200 dipendenti) e le preziose sponsorizzazioni sul territorio in cui opera. 

Il valore di Iren

Ne 2016 i ricavi di Iren hanno raggiunto quasi i 3,3 miliardi di euro (+6,1% sul 2015) e l’utile netto è stato pari a 185 milioni (+32,1%), a fronte di un indebitamento finanziario netto di 2,46 miliardi (+13,3%). E il gruppo presieduto da Paolo Peveraro e guidato dall’amministratore delegato Massimiliano Bianco continua a macinare utili, arrivati a 100 milioni di euro nel 1° trimestre del 2017 (+38%).
Ma per capire la posta in gioco sul piano politico i numeri non bastano. Così dobbiamo fare un passo indietro.

Pizzarotti e la riconquista di Parma

C’era una volta il 5 Stelle Federico Pizzarotti, eletto a furor di popolo sindaco di Parma al grido “Mai l’inceneritore”. E l’inceneritore invece si è fatto: Iren 1 – Pizzarotti 0. Con Pizzarotti che ha trascorso i 5 anni del suo mandato a spiegare che – giunti a quel punto – l’inceneritore bisognava farlo. Poi è venuta la rottura con Grillo e l’avventura solitaria del “Pizza”. Contro le previsioni, è stato riconfermato sindaco di Parma per un nuovo mandato a capo di una lista civica chiamata senza troppa originalità “Effetto Parma”. E proviamo a immaginare come si sia sentito Pizzarotti, che ha dovuto subire per 5 lunghi anni i diktat di Iren, quando, guardandosi attorno dopo le ultime amministrative, ha visto che il potere dei vertici della società cominciava a sgretolarsi.

I nuovi player al tavolo di Iren

Come dicevamo, la multiutility è controllata dai sindaci dei comuni di Torino, Genova, Piacenza, Parma e Reggio Emilia. All’inizio erano tutti targati Pd ad eccezione di Parma, all’epoca guidata da Forza Italia e poi commissariata. E con nomi altisonanti della sinistra come Fassino a Torino e Doria a Genova. Oggi invece a Genova c’è Marco Bucci, di provata fede forzista, meglio, seguace del governatore Giovanni Toti. A Torino siede la 5 Stelle Chiara Appendino. A Piacenza c’è Patrizia Barbieri del centrodestra e a Parma il nostro Pizzarotti. Del precedente schieramento di primi cittadini regge solo Luca Vecchi sindaco Pd di Reggio Emilia. Ma anche lì, per Iren spira aria di burrasca. Perché il capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale, Giuseppe Pagliani, chiede a gran voce un cambio dei vertici della multiutility “alla luce dei risultati delle ultime amministrative”. Non solo: 17 sindaci dei comuni della provincia di Reggio Emilia si sono già ribellati, dicendo no alla relazione annuale sulle remunerazioni e cioè ai maxi-stipendi dei dirigenti Iren.

Il complicato gioco delle alleanze

Cosa succederà al gigante Iren, prima roccaforte del Pd e oggi politicamente coi piedi d’argilla? Certamente il Pd sembra ormai fuori dai giochi. Certamente tra Piacenza e Genova si troverà un’identità di vedute. Che Pizzarotti veda i vertici Iren come il fumo negli occhi è altrettanto pacifico. Resta solo l’incognita Appendino a Torino. Sappiamo che la sindaco 5 Stelle è fedele a Grillo. Ma quest’ultimo potrebbe lasciare Appendino libera di decidere per il meglio, prediligendo il “benessere” dei cittadini rispetto ai “poteri forti” rappresentati da Iren. Se vale il principio “i nemici dei miei nemici sono miei amici” non è improbabile un’azione coordinata di 4 dei 5 soci fondatori di Iren, tesa alla sfiducia degli attuali vertici. Con quali conseguenze? Non lo sappiamo ancora. Ma da buoni osservatori stiamo alla finestra e ve ne daremo conto.

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Massimo Solari è avvocato cassazionista e scrittore. Ha pubblicato diversi volumi sulla storia di Piacenza e alcuni romanzi. Ha tenuto conferenze e convegni sulla storia di Piacenza. Ha collaborato con le riviste Panoramamusei, L'Urtiga, e scrive sul quotidiano Italia Oggi.

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