Attualità

Italia in tavola: occhio, è un gioiello da maneggiare con cura

italia-a-tavola-occhio-gioiello-maneggiare-con-cura
Da sinistra, Oscar Farinetti, Antonino Cannavacciuolo e Carlo Cracco

L’Italia in tavola è una cosa seria. Un marchio di fabbrica su scala mondiale con cui non si scherza. E anche chi ne ha fatto una missione, ma soprattutto un bel business, può rimanere scottato, con un danno d’immagine difficile da recuperare, se non la rispetta fino in fondo.  

Mister Eataly e il Fico emiliano

Oscar Farinetti, alias mister Eataly, ha lanciato Fico (acronimo di Fabbrica italiana contadina). Inaugurato dal premier Gentiloni il 15 novembre a Bologna, punta in alto. Si tratta di un insediamento faraonico: 10 ettari, con 80mila metri quadri coperti. Coinvolge 150 aziende, conta 700 posti di lavoro, che dovrebbero arrivare a 3.000 con l’indotto. Al suo interno annovera 40 “fabbriche” che producono dalla mozzarella (Granarolo) alla birra artigianale (Baladin) ai biscotti (Balocco) all’olio d’oliva. Poi ci sono 6 aule didattiche, 6 giostre educative a tema, un centro congressi da mille posti, 47 punti di ristoro. Nell’area scoperta c’è una fattoria, sempre a scopo didattico con animali veri, una tartufaia, un giardino invernale.

Tra Expo e Disneyland

Insomma, sembra una via di mezzo tra l’Expo 2015 di Milano e una Disneyland dell’Italia in tavola, tanto che il fondatore Farinetti ha pronosticato 6 milioni di visitatori all’anno. Sembra che l’intero investimento, patrocinato dallo stesso mister Eataly e dalle Coop emiliane, senza alcun contributo pubblico, sia attorno ai 60 milioni di euro. Ad oggi, a 40 giorni dall’apertura, Fico ha visto oltre 350mila visitatori e un fatturato di circa 6,4 milioni di Euro. Farinetti scommette di arrivare alle 500mila visite per la fine dell’anno.

Stroncato dal Guardian

Eppure non sono poche le perplessità attorno al nuovo gigante dell’Italia in tavola. Il Guardian lo ha stroncato senza mezze misure. Per il quotidiano britannico “Sembra l’Ikea”. Il Gambero Rosso, tra tanti elogi infila qualche critica. La didattica, per esempio, è affidata a Balocco e ad Amadori, ottimi marchi ma non particolarmente autorevoli. E comunque storici partner di Eataly. In più, i consorzi di produttori alimentari e vinicoli sono quasi assenti. Insomma, un Fico tra luci ed ombre. Lo stesso Farinetti ammette sul Corriere della sera: “A Fico errori gravi ma ci rifaremo”.

Chef nella tempesta

Figura non proprio brillante per Antonio Cannavacciuolo, uno degli chef che in tv va per la maggiore. I carabinieri del Nas hanno fatto irruzione nel Cannavacciuolo Bistrot di Torino, aperto qualche mese fa. I militari hanno riscontrato alcune irregolarità. Gli ispettori hanno trovato nel congelatore alcuni prodotti, come carne e pasta, per i quali in menu non è indicata la possibilità del congelamento. In più, per il pesce, che va abbattuto per legge onde evitare il rischio di anisakis, il menu non riportava nessuna indicazione precisa, ma solo una generica nota a fondo pagina. E alcune materie prime non erano correttamente tracciate.

Ne è conseguita una denuncia per frode in commercio nei confronti del direttore della struttura. Denuncia che ha scatenato le adirate reazioni di Cannavacciuolo e le successive e impietose reprimende via social contro il giudice di “Masterchef”. 

Stelle Cadenti

Infine, veniamo a Carlo Cracco, chef testimonial per eccellenza, un’altra star culinaria del piccolo schermo ed ex giudice del programma di Sky. Pochi giorni fa Cracco ha aperto con Lapo Elkann Garage Italia Customs, il suo terzo locale milanese. Ma intanto ha perso una delle due prestigiose stelle della guida Michelin.

Cosa sta succedendo nel Paese che vanta da anni la miglior cucina del mondo? Speriamo che per l’Italia in tavola si tratti solo di inciampi. E che queste vicende non siano il sintomo di una pericolosa inversione di tendenza, dove la fame di business ha la meglio sulla bandiera della qualità. No, non ce lo meritiamo proprio. Almeno a tavola vogliamo continuare a sentirci senza rivali.

+ posts

Massimo Solari è avvocato cassazionista e scrittore. Ha pubblicato diversi volumi sulla storia di Piacenza e alcuni romanzi. Ha tenuto conferenze e convegni sulla storia di Piacenza. Ha collaborato con le riviste Panoramamusei, L'Urtiga, e scrive sul quotidiano Italia Oggi.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.