Libia: Gad Lerner viene sommerso di improperi dai “leoni da tastiera” quando, alle 7.13 del 3 settembre, posta su Twitter: “Stato d’emergenza in #Libia. Italia pronta a intervenire militarmente per difendere i suoi interessi petroliferi e proseguire il blocco dei #migranti? Subiamo le scelte frettolose di #Minniti condivise dal successore @matteosalvinimi Basta con la demagogia della #GrandeProletaria”.
Premesso che Gad Lerner ha smesso da tempo di esserci simpatico e che della situazione libica capisce poco anche il pur autorevole Corriere della sera (“Le violenze sono riprese il 27 agosto, quando una delle più potenti milizie delle oltre cento che si contendono il Paese – la cosiddetta Settima Brigata, basata a Tarhouna – ha lanciato un’offensiva contro altre milizie rivali nella capitale della Libia”), non riusciamo proprio a comprendere l’intemerata del giornalista libano-milanese.
Libia, no grazie
Che l’Italia sia “pronta ad intervenire militarmente” – ipotesi smentita in serata da Matteo Salvini – ci sembra comunque una follia solo pensarlo. Dal secondo dopoguerra l’Italia non è mai intervenuta unilateralmente in un conflitto estero, ma sempre e solo sotto l’egida Onu o Nato. Sarebbe, in ogni caso, un bagno di sangue totalmente insensato, le nostre forze armate, quasi perfette in caso di operazioni umanitarie o di peace keeping, non sarebbero minimamente in grado di fare qualcosa di utile nel ginepraio libico.
Aggiungiamo che gli interessi petroliferi italiani (l’Eni è in Libia da sempre e dalla Libia proviene circa il 30% del petrolio che arriva in Italia) sono ben tutelati. L’Eni sa operare anche in situazioni difficili perché conosce bene la situazione ed ha amicizie a tutta prova.
L’esempio Diciotti
Quanto a “proseguire il blocco dei migranti” è sufficiente – sempre a parer nostro – aver indotto le Ong a girare al largo e a far scontare una quarantena mediatica anche ai pochissimi che vengono raccolti dalla nostra guardia costiera. Infatti – salvo smentite delle prossime ore – il traffico dei migranti si è praticamente azzerato quando i trafficanti hanno capito che i nostri porti sono chiusi. Diamo troppa considerazione all’azione di Salvini sulla Diciotti? Ha comunque lanciato il segnale (è maestro in comunicazione) che qui non tira buona aria.
La Libia di Minniti
Ma il mistero resta fitto quando il Gad nazionale equipara Marco Minniti a Salvini (chiamato Salvinimi forse per un refuso, erano pur sempre le sette del mattino!). Perché definisce frettolose le scelte del suo amico e compagno di partito Minniti? Non riusciamo a capirlo. Da quanto sappiamo, Minniti da ministro dell’Interno ha semplicemente incontrato le parti (libiche) in causa e ha stretto con loro accordi che riducessero il traffico di esseri umani.
La Grande Proletaria
Invece quando Lerner termina con la frase “basta con la demagogia della GrandeProletaria” abbiamo chiesto lumi a Wikipedia: la definizione di Grande Proletaria appartiene addirittura a Giovanni Pascoli. L’aveva usata in un “celebre” discorso (celebre solo per l’ignoto estensore) tenuto nel 1911 in un teatro di Barga, provincia di Lucca. All’epoca si discuteva dell’intervento in Libia da parte del governo Giolitti, poi avvenuto qualche mese dopo il discorso di Barga (“Tripoli, bel suol d’amore”). E il poeta definisce Grande Proletaria l’Italia, i cui figli emigravano in massa per trovare lavoro. Secondo Pascoli la conquista della Libia avrebbe consentito ai proletari italiani di trovare pane e lavoro nella “quarta sponda”, rivelatasi poi uno scatolone di sabbia, come la definiva Salvemini.
Tripoli ancora “bel suol d’amore”?
Ma allora, una volta decrittato l’oscuro tweet del giornalista emblema dei radical chic, cosa se ne può dedurre? Quale mai, tra le forze ostili a Gad Lerner che compongono l’attuale governo, ha non parlato, ma neppure pensato ad una “reconquista” della Libia per un’avventura neocolonialista per la quale ci manca tutto e che sarebbe comunque antistorica? O Lerner aveva ricevuto segnali che ha cercato di sventare col suo tweet?
Commenti al vetriolo
Quello che ha certamente ottenuto è una bordata di risposte al vetriolo: “Sig. Lerner sta facendo inutile propaganda al Suo Partito che non ne ha più bisogno: è quasi estinto”. “Però eri bravo a stare zitto quando a intervenire per propri interessi nazionali era Sarkozy…”. “È proprio il tuo amico Macron che sta destabilizzando la Libia e noi Italiani pagheremo le conseguenze di un’invasione a te cara!!”. Ma la migliore e la più colorita è questa: “Lo sai che hai rotto il c… tu, il tuo finto buonismo, i migranti e pure la Libia?”.
Insomma, nessuno sa cosa succederà in Libia. Tutti pensano che intervenire sarebbe una follia, fors’anche Macron, che per ora tace. Tutti, meno che Gad Lerner.
Massimo Solari è avvocato cassazionista e scrittore. Ha pubblicato diversi volumi sulla storia di Piacenza e alcuni romanzi. Ha tenuto conferenze e convegni sulla storia di Piacenza. Ha collaborato con le riviste Panoramamusei, L'Urtiga, e scrive sul quotidiano Italia Oggi.