Papa Luciani: il Papa del sorriso diventa “venerabile”. I padri cardinali e vescovi della Congregazione per le Cause dei Santi esprimeranno il 7 novembre il loro parere. Quindi, seguirà la decisione di Papa Francesco. Quello che sta per essere compiuto è l’ultimo passo formale, prima dell’elevazione del “servo di Dio” alla gloria degli altari. Beatificazione e canonizzazione, infatti, richiedono ciascuna il riconoscimento di un miracolo. Nel caso del pontefice veneto, due guarigioni prodigiose sono già all’attenzione dei postulatori diocesani e romani. Intanto, si torna a parlare delle circostanze nelle quali maturò la repentina scomparsa di Giovanni Paolo I, 39 anni fa. Dopo appena 33 giorni di pontificato, Luciani, 65enne, morì nella notte tra il 28 e il 29 settembre 1978. E allora vediamo cosa ha ridestato l’attenzione su questa vicenda, che ha molto colpito l’opinione pubblica di tutto il mondo.
Un nuovo libro sulla scomparsa
In concomitanza con il pronunciamento vaticano, uscirà il libro “Papa Luciani, cronaca di una morte”. L’autrice del libro, edito da Piemme, è Stefania Falasca, vice-postulatore della causa canonica di Giovanni Paolo I. La giornalista è anche una vecchia conoscenza di Papa Francesco. Al punto che questi, neo-eletto, le ha fatto direttamente una delle primissime telefonate, per le quali poi è diventato famoso. Nessuna sorpresa, dunque, che la prefazione della pubblicazione sia a cura del cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin. Il porporato sottolinea il valore propriamente storico del libro, frutto di una puntuale ricognizione delle fonti, fatta con grande serietà. Rievocato l’alto valore profetico del brevissimo magistero di Papa Luciani, Parolin non evita di accennare alle polemiche sulla morte. Additando come merito insigne del lavoro della Falasca il fare giustizia di illazioni e ricostruzioni, fondate su voci senza riscontri.
Papa Luciani: morte naturale
Falasca, interpellata dalla Radio Vaticana, rivendica il metodo storico-critico con cui ha svolto la sua ricerca. E afferma perentoriamente che, dalle fonti mediche e domestiche, la causa del decesso risulta essere stata un’ischemia, probabilmente cardiaca. Morte naturale, dunque. Ad avvalorare questa conclusione, ad onor del vero la più logica, sono nel libro due testimonianze inedite. Anzitutto, quella di suor Margherita Marin, una delle quattro religiose al servizio di Luciani sin dal patriarcato di Venezia. All’epoca non ancora quarantenne, fu lei ad accompagnare la consorella Vincenza Taffarel nella camera da letto del Papa. Scoprendone così l’avvenuto decesso e constatando lo stato del cadavere, che aveva le mani fredde e le unghie scure.
Il malore la sera prima
La seconda testimonianza è la risultanza dell’incrocio di ricordi personali e atti medici. E rivela un episodio di importanza cruciale. La sera prima della morte, mentre recitava l’ufficio divino con il suo segretario irlandese, il Papa ha avuto un malore. Un dolore allo sterno, prolungato per almeno 5 minuti e regredito senza terapie. Luciani non ha voluto avvertire il medico, né assumere farmaci. La circostanza risulta dalle dichiarazioni dell’aiutante di camera Angelo Gugel. E soprattutto dalla relazione dell’archiatra pontificio, il dottor Renato Buzzonetti, inviata al Collegio dei Cardinali in data 9 ottobre 1978.
Comunicazione improvvisata
Tra tutte le indecisioni che hanno connotato la gestione vaticana della vicenda, decisiva risulta essere stata quella sull’autopsia. Benché suggerita anche da autorevoli personalità e benché non priva di sostenitori fra i cardinali, non è stata eseguita. Si è dato peso alle illazioni che avrebbe potuto provocare ordinarla. Si è, però, trascurato che anche non farla avrebbe alimentato dei sospetti. E che, comunque, la gestione della comunicazione dei fatti era stata all’insegna dell’improvvisazione.
Papa Luciani: la memoria che conta
Basti pensare, in conclusione, a un ultimo inedito pubblicato in appendice dalla Falasca nel suo libro. È un appunto della Segreteria di Stato, contenente alcuni quesiti da rivolgere ai medici che imbalsamarono la salma del Papa. In sostanza, si chiedeva loro se fossero disposti ad escludere l’esistenza di lesioni traumatiche sul cadavere. Nonché ad avvalorare la diagnosi di morte improvvisa e naturale. La verità è che l’improvvisazione vaticana è tracimata fuori dalle mura leonine. Il lavoro di Falasca, per la causa di canonizzazione di Giovanni Paolo I, potrà fare finalmente chiarezza. E restituirci la sola memoria che conta di Albino Luciani: quella di un sant’uomo.
Corrado Cavallotti è laureato con lode in Giurisprudenza all’Università Cattolica. Ha vinto il Premio Gemelli 2012 per il miglior laureato 2010 della Facoltà di Giurisprudenza di Piacenza. Ama la storia, la politica ed è appassionato di Chiesa. Scrive brevi saggi e collabora con il periodico Vita Nostra.