Opinioni

Mes: se l’Europa è un condominio, noi che comproprietari siamo?

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Il ministro dell'Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri

Mes e dintorni: come andrà a finire la partita di Conte e Gualtieri con l’Europa? Quello che stiamo per dire non piacerà a molti, forse a nessuno. E non vuole entrare nel merito delle polemiche tra il premier e Giorgia Meloni su quando e da chi il Mes sia stato approvato.

Partiamo da un’amara realtà. L’Europa non è quella sognata dai suoi fondatori. È ormai solo un condominio di Stati, ognuno dei quali è geloso della sua sovranità e non vuole condividere nulla con gli altri. Siamo un’Unione, sì, ma forzata, proprio come nei condomini dove non ci si sceglie l’un l’altro, ma si capita a caso; e se anche non si è simpatici non ci si può fare niente.

Un giorno nel condominio scoppia un incendio che danneggia molte parti comuni ma soprattutto gli interni degli appartamenti. Qualcuno in modo irreparabile (Italia, Spagna) qualcuno in modo severo (Francia). Qualcuno ha solo qualche sbaffo di vapore nero (Germania, Olanda) e qualcuno non ha quasi sentito le sirene dei vigili del fuoco (Svezia, Finlandia).

In questo palazzo qualcuno faticava da tempo a pagare le spese condominiali (Italia) o aveva costretto l’amministratore a fargli gli atti (Grecia). Ora quasi domato l’incendio Italia, Spagna e a mezza voce la Francia chiedono aiuto. Gli altri condomini prima fanno finta di non sentire. Poi, attirati dalle grida, si affacciano dai loro piani alti per vedere cos’è successo. E annunciano che c’è un rimedio bello e pronto.

Si chiama Mes, Meccanismo europeo di stabilità, e serve proprio in caso di calamità. Fino ad ora prevede, come farebbe qualunque istituto bancario, che ci sia un controllo sulle spese. In pratica, se chiedi un mutuo per acquistare la tua prima casa, prima la banca la fa valutare da un geometra per sapere se effettivamente vale i soldi che ti presta. Poi pretende che tu, quella casa, la acquisti. Se ti fai prestare i soldi per comprare casa e poi il direttore della tua filiale ti vede sfrecciare a bordo di una Ferrari attiva tutte le misure per recuperare i suoi soldi. O no?

Mes e debito pubblico

Purtroppo il condomino Italia, da sempre, usa i suoi denari in modo un po’ sconsiderato. Per esempio allargando a dismisura invece che ridurlo il suo già ingombrante debito pubblico. Che era di 1.500 miliardi di euro nel 2005 (101% del Pil); 1.763 nel 2009 (112,5%); 2.000 nel 2013 (129%); 2.328 nel 2017 (134%) e 2.380 nel 2018. Per raggiungere il suo record nel gennaio scorso: 2.443,5 miliardi di euro, record che, contrariamente all’epidemia, non vedeva nessuna curva di remissione.
A nulla sono valsi i richiami di moderazione. Anzi, negli ultimi anni (governo Giallo-Verde) l’Italia vara le riforme del reddito di cittadinanza e della quota 100 che sono due taniche di benzina piazzate al fianco della caldaia accesa.

Posizioni differenti

Adesso ci si può mettere in due posizioni differenti: quella del (giusto) allarme italiano per il disastro economico che provocherà la pandemia; e quella (quantomeno comprensibile) dell’Europa del Nord che è diffidente: e se poi i soldi dati a pioggia all’Italia (helicopter money), vengono spesi in mance elettorali? O, ancora peggio, se li beve la criminalità, come scriveva ieri su Die Welt Cristoph Schiltz, che invitata l’Europa a non aiutare l’Italia perché “la mafia sta aspettando i soldi da Bruxelles”?

E qui torna a galla l’apparentemente buffa metafora del condominio. In una famiglia ci si aiuta vicendevolmente, senza guardare di chi siano i soldi e da dove arrivano. In un condominio ci si scanna. Questo in sostanza è quello che è successo nella seduta fiume dell’Eurogruppo. Che, da come è partito, non è neppure questo diavolo che viene dipinto se ha concesso spese illimitate, ma solo per quelle sanitarie (la famosa storia della Ferrari al posto della prima casa). Gli Stati restano impegnati a rafforzare i fondamentali economici, coerentemente con il quadro di sorveglianza fiscale europeo, inclusa la flessibilità.

Il Mes, ha precisato l’Olanda attraverso il suo ministro delle Finanze, sarà quindi senza condizioni ma solo per le spese sanitarie dirette e indirette. “Sarà disponibile anche per il sostegno economico, ma con condizioni. Questo è giusto e ragionevole”. Sembra che abbia anche previsto un finanziamento fino al 2% del Pil “senza condizioni”.

Da Conte a Centeno

Il premier ieri sera ha affermato che l’accordo in Eurogruppo è solo una prima tappa, non ha rinunciato alla richiesta dell’emissione di Eurobond e ha affermato che l’Italia non userà il Mes, ritenuto “uno strumento inadeguato”.
Sappiamo per esperienza che tra quello che dice Conte e quello che succede c’è sempre una tara da calcolare. Potremo fare a meno del Mes? E se lo utilizzeremo, sarà davvero senza condizioni o ci ritroveremo come la Grecia? Riusciremo a vedere gli Eurobond? La prossima riunione dell’Eurogruppo è stata fissata per la fine di aprile. Il che significa che il suo presidente, il portoghese Mario Centeno, avrà bisogno di molto tempo per cercare una soluzione che riesca ad accontentare tutti.

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Massimo Solari è avvocato cassazionista e scrittore. Ha pubblicato diversi volumi sulla storia di Piacenza e alcuni romanzi. Ha tenuto conferenze e convegni sulla storia di Piacenza. Ha collaborato con le riviste Panoramamusei, L'Urtiga, e scrive sul quotidiano Italia Oggi.

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