Scienza

Il miele fa bene al cuore: riduce il colesterolo e i rischi di ictus e infarto

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Miele: in Canada hanno fatto una scoperta importante. Questo prezioso alimento prodotto dalle api che ha tante proprietà positive fa bene anche al cuore. Il miele avrebbe effetti simili agli omega-3, gli acidi grassi utili per abbassare il livello di colesterolo, tra le cause principali delle malattie cardiovascolari, come ictus e infarto (in Italia al primo posto tra i decessi con 230mila morti l’anno).

A sostenere questa tesi sono i ricercatori dell’Università di Toronto. In sostanza assumere miele migliora la salute cardiometabolica dell’organismo, compresi i livelli di colesterolo e di zucchero nel sangue. In particolare se si utilizza nella dieta quotidiana quello grezzo e di fonte floreale.

Lo studio, recentissimo, è stato pubblicato sulla rivista Nutrition Reviews lo scorso 16 novembre e rilanciato anche da Today.it. Il lavoro dei ricercatori ha coinvolto 1.105 partecipanti che hanno assunto 40 grammi di miele, circa due cucchiai al giorno per due settimane, nell’ambito di schemi dietetici sani; dove lo zucchero rappresentava al massimo il 10% dell’apporto calorico giornaliero.

“I nostri risultati sono sorprendenti, perché il miele contiene circa l’80% di zucchero”, ha affermato il primo firmatario dello studio, Tauseef Khan. “Tuttavia, è anche un alimento composto da zuccheri semplici, quali fruttosio e glucosio, enzimi, vitamine, proteine, acidi organici e altri composti bioattivi che hanno importanti benefici per la salute”.

Qual è il migliore?

Non tutti tipi di miele messi alla prova hanno dato però gli stessi risultati. Si sono viste differenze significative negli effetti sul colesterolo e sugli esiti glicemici in funzione del tipo di prodotto (grezzo o lavorato), della fonte (floreale o melata) e della quantità utilizzata.

Lo studio dei ricercatori di Toronto ha mostrato che a dare i maggiori benefici è il miele grezzo e proveniente da fonti monofloreali (con la prevalenza di un tipo di fiore), come quello di robinia (detto anche di acacia) e di trifoglio. Il consumo quotidiano di questo tipo di miele ha abbassato innanzitutto la glicemia a digiuno; poi il colesterolo totale e Ldl (colesterolo cattivo), aumentando la percentuale di Hdl (buono); in più, ha abbassato anche i trigliceridi, i marker della malattia del fegato grasso e quelli di infiammazione.

Invece, ha spiegato Khan, “il miele trasformato perde chiaramente molti dei suoi effetti sulla salute dopo la pastorizzazione (in genere 65 gradi centigradi per almeno 10 minuti); così come l’effetto di una bevanda calda con miele grezzo dipende da diversi fattori e probabilmente non distrugge tutte le sue proprietà benefiche”.

Miele e zucchero

A lungo gli esperti di salute pubblica e nutrizione hanno ritenuto che il miele fosse paragonabile allo zucchero. “I risultati del nostro studio mostrano che non è così”, ha affermato John Sievenpiper, altro autore del report. “E suggeriscono che andrebbe messa in discussione l’idea che il miele è uno zucchero, per aggiungerlo nelle linee guida dietetiche”.

In sostanza, ha concluso Khan, “se utilizziamo lo zucchero da tavola, lo sciroppo di glucosio o un altro dolcificante, conviene sostituire questi zuccheri con il miele per ridurre il rischio di malattie cardiometaboliche, come quelle cardiovascolari e il diabete“.

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1 commento

  1. Ho segnalato l’articolo all’Associazione Apicoltori Provinciale di Piacenza, ed ho ricevuto ringraziamenti. L’articolo è stato apprezzato.

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