Nazionale: niente Mondiali 2018. Il calcio italiano avvilito come non mai. Come non succedeva dal 1958. Una vergogna per un Paese che ha fatto la storia di questo sport. Delle otto nazioni che hanno vinto almeno un Mondiale, in Russia mancheremo solo noi. Altro che Italia-Brasile o Italia-Germania con decine di milioni di persone davanti allo schermo. Niente di tutto questo. E niente sponsor e diritti televisivi. Business in fumo per circa 200 milioni di euro. Ma anche tutti questi soldi passano in secondo piano di fronte alla delusione collettiva che ha provocato un fallimento di questa portata.
Nazionale: ricordi indimenticabili
Il Mondiale è un evento che ogni 4 anni per qualche settimana ci fa sentire tutti più uniti. Succede grazie alla grande magia che solo lo sport – e il calcio in particolare – sa creare. Chi non ricorda tutti i Mondiali che hanno scandito la sua vita a partire da quando era bambino? E vogliamo parlare di quelli vincenti del 1982 o del 2006? Poi ci sono state anche le grandi sconfitte, come nelle ultime due edizioni, ma lì a giocarcela almeno c’eravamo arrivati.
Grazie ragazzi
Il prossimo anno invece non saremo all’appuntamento con tutti gli altri tifosi delle big mondiali. E chi bisogna ringraziare per tutto questo? La sfortuna di avere la Spagna nel girone di qualificazione? Quella dell’autogol di De Rossi in Svezia? No, la sfortuna non c’entra. Colpa dei ragazzi che erano in campo? No, loro hanno dato tutto. Dai veterani ai più giovani vanno solo ringraziati nel vero senso della parola. Stesso discorso per quelli rimasti in panchina a soffrire come matti. Le lacrime di Buffon, grande Capitano, valgono per spiegare il dispiacere di tutta la rosa.
Nazionale: Lotti e Malagò
I nomi e i cognomi dei responsabili li conoscete: Carlo Tavecchio, presidente federale e Giampiero Ventura, commissario tecnico della Nazionale. È inutile scendere in lunghe discussioni sulle scelte di Ventura. Su chi ha fatto giocare e chi ha lasciato in panchina. Così come è inutile calarci nelle spiegazioni di chi salva Tavecchio e attacca il calcio italiano impoverito dai troppi stranieri in serie A (perché all’estero non è così?) e dai pochi investimenti nei centri federali e nei vivai. Questi temi, importanti per carità, lasciamoli a dopo. Abbiamo un ministro dello Sport e un presidente del Coni? E allora che siano Lotti e Malagò ad affrontare questi problemi con le società calcistiche. Ma di certo dopo aver risolto quello degli uomini alla guida di Federazione e Nazionale. Due signori che tra l’altro ieri sera hanno fatto una pessima figura davanti a tutti gli italiani nel dopo partita. Ventura, sparito per oltre un’ora, non si è dimesso. E Tavecchio è letteralmente fuggito: parlerà fra due giorni.
Ricostruire un sogno
Tavecchio e Ventura sono capri espiatori? Pagherebbero per responsabilità di altri? Non ci sembra. Il motivo per cui se ne devono andare subito, al di là dei loro discutibili comportamenti, è molto semplice: sono gli uomini alla guida della Nazionale e l’hanno portata a un fallimento epocale. E sia chiaro, arrivare in Russia non era assolutamente un’impresa impossibile. Quindi non c’è scelta: per provare a ricostruire un sogno mondiale non si può ripartire da chi l’ha trasformato in un incubo indimenticabile.
Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.