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Nuovo ospedale di Piacenza, la saga sull’area continua e i dubbi crescono…

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L'incontro in Regione Emilia-Romagna: a sinistra Adriana Fantini, Luca Baldino, Katia Tarasconi, Raffaele Donini (foto dal profilo Facebook di Katia Tarasconi)

Nuovo ospedale di Piacenza: il faraonico progetto da circa 250 milioni di euro è tornato agli onori delle cronache. Tutto parte da un post del sindaco Katia Tarasconi. Racconta su Facebook del suo incontro di ieri a Bologna con i vertici sanitari della Regione Emilia-Romagna.

In particolare, la prima cittadina scrive: “Con l’assessora Adriana Fantini e con i dirigenti di Comune, Provincia e Ausl abbiamo incontrato l’assessore regionale Raffaele Donini, a sua volta accompagnato dai dirigenti competenti. È stato un incontro all’insegna dell’operatività e della concretezza. Dalla Regione massima disponibilità e collaborazione di fronte alla nostra indicazione di voler scegliere, per la costruzione del nuovo ospedale, un’area diversa da quella scelta dalla precedente amministrazione. Come abbiamo sempre detto, esistono gli strumenti per poter procedere in questa direzione risparmiando tempo e denaro. E la Regione ce l’ha confermato. Siamo convinti e decisi: non perderemo tempo”.

Le critiche di Barbieri

In serata arriva sempre via Facebook il commento velenoso dell’ex sindaco di centrodestra Patrizia Barbieri: “Se non fosse una situazione tragica, ci sarebbe sin da ridere. Quindi, dopo anni di lavoro condiviso con Ausl e Regione e una delibera di consiglio comunale, per un capriccio della nuova Sindaca oggi ci si rivolge ai piacentini e al mondo sanitario con: ‘scusate ma avevamo scherzato’. Ma che serietà è mai questa? Che serietà è quella di un privato che parla di appuntamenti con la nuova amministrazione per trattare il prezzo di un’area? Non oso immaginare cosa ci riserverà il futuro”.

Il riferimento al privato che fa Barbieri nel suo post è di certo relativo a un articolo di Libertà del 31 luglio. Nell’occasione il presidente dell’Opera Pia Alberoni, Giorgio Braghieri, ha confermato di essere stato contattato per un incontro con il sindaco Tarasconi. All’ordine del giorno la possibilità di spostare il progetto del nuovo ospedale nella cosiddetta Area 5 di proprietà dell’ente religioso e all’interno della tangenziale, bocciata dall’Amministrazione precedente.

Classificata da anni come edificabile-residenziale, l’Area 5 sembra l’alternativa principale all’attuale ubicazione del progetto sull’Area 6, che invece si trova all’esterno della tangenziale, di fronte al carcere delle Novate. Su questa scelta del Comune grava tra l’altro un ricorso al Tar degli affittuari e dei proprietari dell’area agricola interessata dal progetto, tra cui la stessa Opera Pia: si oppongono all’esproprio, principalmente in base alla legge regionale che limita il consumo di suolo.

Qualche domanda

Abbiamo scritto “sembra”, perché il post del sindaco di Piacenza sull’incontro in Regione non parla dell’Area 5, ma genericamente di “un’area diversa da quella scelta dalla precedente amministrazione”. In vista un nuovo cambio di rotta? Lecito chiederlo: forse Barbieri che parla di “capriccio della nuova sindaca” l’ha dimenticato, ma durante la campagna elettorale Tarasconi aveva dichiarato dapprima la sua antica preferenza per fare il nuovo ospedale nell’ex Pertite, affermando poi che l’Area 5 era quella giusta. Quindi perché non ribadirlo ufficialmente anche dopo questo vertice in Regione? Forse sull’asse Piacenza-Bologna si sta pensando a soluzioni alternative?

I dubbi crescono guardando anche alla stringata affermazione del sindaco “esistono gli strumenti per poter procedere in questa direzione risparmiando tempo e denaro”. Sui tempi, stiamo parlando di anni, c’è da capire se potrebbero essere così veloci in qualsiasi caso. L’iter dell’Amministrazione Barbieri dovrà essere annullato. E recuperando tutto il possibile, si dovrà comunque aprire una nuova procedura amministrativa (Comune; Ausl; Provincia; Regione; ministero della Salute), che per quanto celere non potrà consentire un banale copia-incolla di pratiche e autorizzazioni; anche per rivedere il profilo progettuale dell’enorme struttura pensata per l’Area 6. Quindi bene essere ottimisti, ma non va persa di vista la realtà, soprattutto quando è così complessa.

Poi viene naturale pensare all’altro passaggio del sindaco Tarasconi, quello sul “denaro” che si risparmierà con la scelta di una nuova ubicazione per l’ospedale. Sappiamo che la Regione ha i conti in ordine, ma non naviga nell’oro. E magari qualcuno a Bologna sta pensando di ridurre il monte investimenti in generale. Nel caso di Piacenza, confermando di realizzare un nuovo ospedale, ma di dimensioni inferiori. Diminuendo così la spesa a partire dal cambio dell’Area 6, con i principali risparmi derivanti dal taglio dei costi per la rete viaria e per evitare i rischi dovuti alle esondazioni.

Quale sanità?

Infine viene naturale chiedersi qualcosa in più. E cioè se abbia ancora senso pensare a una struttura faraonica come quella prevista finora a Piacenza anche su un’altra area; sia in rapporto alla carenza di personale sanitario, a partire dai medici; sia guardando alla spinta della Regione (forte del Decreto 71 del ministero della Salute) che vuol realizzare un sistema di cure territoriali basato su case e ospedali di comunità. Così vengono alla mente anche le proposte di coloro che chiedono di ampliare l’attuale polichirugico a costi minori, sfruttando gli immobili e le aree circostanti, e lasciando a quella parte della città la sua secolare vocazione.

Insomma, mettere d’accordo tutti non sarà facile se non impossibile. Ma più che sentire annunci e critiche ad effetto dai vertici politici della città, ai piacentini forse serve altro. Capire con chiarezza quale sia la scelta migliore per il futuro della sanità nel loro territorio, che purtroppo oggi fa i conti con emergenze e disservizi sotto gli occhi di tutti.

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Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.

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