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Paola Bardasi e l’inchiesta appalti: esclusivo, parla il direttore generale dell’Ausl di Piacenza

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Paola Bardasi: il direttore generale dell’Ausl di Piacenza non arretra di un centimetro, nonostante l’inchiesta della Procura della Repubblica che la vede indagata per peculato e turbativa d’asta. Difende il suo lavoro senza se e senza ma, tanto che ha accettato di parlare con ilmiogiornale.net per spiegare il suo punto di vista su questa vicenda giudiziaria e la sua gestione dell’Azienda sanitaria.

Dottoressa Bardasi a che punto siamo, è già stata sentita dagli inquirenti?
“Non ancora, resto in attesa, credo che i tempi non saranno brevi, immagino che verrò sentita nelle prossime settimane”.

Come si pone rispetto alle accuse della Procura?
“Per quanto riguarda il peculato, innanzitutto mi ha colpito il fatto che sarei accusata di utilizzo dell’auto aziendale per recarmi sul posto di lavoro. Quindi non per fini personali ed andare da un’altra parte. Mi sembra un’anomalia”.

In che senso, direttore?
“Tenga conto che sono sempre venuta a Piacenza con la mia auto fino al marzo del 2023, quando ho avuto un grave incidente in autostrada. E quindi da allora viaggio in treno, anche per andare in altre sedi, lavorando durante il tragitto. A volte, non più di due o tre, quand’ero carica di bagagli, è successo che in stazione a Piacenza sia venuta a prendermi un’auto aziendale per portarmi in ufficio all’ospedale vecchio, qui in via Taverna, a un chilometro e mezzo da piazzale Marconi. Poi risulterebbe che a fine 2022 un’auto aziendale mi avrebbe accompagnato a casa, in provincia di Ferrara. Sto verificando la mia agenda, ma non mi pare che all’epoca le cose siano andate così”.

Veniamo all’accusa di turbativa d’asta: sarebbe relativa in particolare all’acquisto della Pet, il tomografo da 4 milioni di euro che sarà operativo all’ospedale di Piacenza nelle prossime settimane.
“Guardi, nel ruolo che rivesto io non posso turbare niente. Nella mia giornata lavorativa ricevo tutti, ma non i fornitori dell’Ausl, a meno che non siano quelli scientifici, che finanziano anche i nostri progetti di ricerca e da cui acquistiamo prodotti solo attraverso le gare pubbliche della piattaforma Intercent-Er, una sorta di Consip regionale”.

Allora perché è indagata in questo caso?
“Pare per il mio ruolo di coordinamento sul bando di gara. Ma coordinare è il mio lavoro! Mi spiego: se per una commessa così importante ci sono dei problemi nella stesura del bando, perché i due dirigenti responsabili, l’uno sul piano amministrativo e l’altro su quello sanitario, hanno opinioni diverse e non vanno nella stessa direzione, io devo intervenire per chiarire le cose e riportarle nel giusto alveo. A maggior ragione per un bando così importante come quello della Pet, per cui abbiamo acceso un mutuo da due milioni di euro”.

Ma il ruolo di coordinamento non dovrebbe prevedere un onere di controllo? Se anche i suoi dirigenti sono indagati, lei forse non ha approfondito cose che era meglio verificare in modo più dettagliato…
“Credo che all’Ausl di Piacenza ci siano dei bravi professionisti, con un’onestà di fondo nel modo di lavorare. A parlare ci sono anche i numeri. Per farle un esempio, il nostro provveditorato, che cura i bandi, nel 2024 ha svolto circa 600 procedure per un valore di 107 milioni di euro, con pochissimi ricorsi che le hanno messe in discussione. Però bisogna imparare a lavorare in modo più coordinato”.

Cosa manca, dottoressa Bardasi?
“Rispetto ai colleghi delle altre aziende sanitarie, i manager piacentini non sono tanto abituati a lavorare insieme. Si usano vecchi schemi. Ognuno fa bene il suo pezzo di strada, ma manca una visione del lavoro in team e cioè dell’intero percorso. Così a volte la destra non sa cosa fa la sinistra. Adesso però queste modalità stanno cambiando, grazie al recente arrivo del nuovo provveditore, il dottor Scaletti, un piacentino che ha lavorato per 15 anni a Modena”.

Veniamo alla gestione dei 17 milioni di fondi del Pnrr, altro tema dell’inchiesta: per gli inquirenti sarebbero stati alterati sia il quadro economico sia quello progettuale delle opere relative alle Case della Comunità di Piacenza, San Nicolò e Fiorenzuola per non perdere i finanziamenti.
“Le rispondo così: il nostro ufficio tecnico – gestito per le nuove costruzioni dall’ingegner Gruppi, altro piacentino doc e tra l’altro responsabile unico del procedimento sul nuovo ospedale – mi pare sia molto attento alle procedure. Si è avvalso anche dei controlli previsti dagli step regionali e nazionali, oltreché di professionisti indipendenti. Il risultato è che la Casa della Comunità di Piacenza è quasi finita e a San Nicolò e Fiorenzuola si procede spediti”.

Ha parlato di Regione: a Bologna come vedono questa vicenda, dato che è stato chiesto il commissariamento dell’Ausl con la sua sospensione?
“In Regione sono conosciuta, sanno chi sono da trent’anni. Sanno come lavoro, se vedo qualcosa che non va, sono la prima a intervenire”.

È stata mandata a Piacenza per questo motivo?
“Diciamo che a Bologna conoscono le mie caratteristiche… Ma se permette vorrei tornare all’inchiesta della magistratura”.

Prego, dottoressa Bardasi.
“Ciò che è stato dipinto dai giornali non è quello che è scritto negli atti. E credo che tutti i colleghi, anche se magari stentano a lavorare insieme, per come li ho conosciuti dal punto di vista tecnico potranno dimostrare di aver seguito le procedure con correttezza. Questo è quello che conta”.

Quindi, secondo lei, all’Ausl di Piacenza non ci sono mele marce?
“Ce ne sono state. Penso di non aver mai fatto tante segnalazioni nella mia carriera come da quando sono arrivata a Piacenza nell’agosto 2022; perché vige un sistema dove da troppi anni non ci sono stati cambiamenti. Per evitare le mele marce ci vuole più rotazione negli incarichi, cosa che sto facendo. Non si possono lasciare le stesse persone nello stesso posto per troppo tempo”.

Sarà così, ma dall’agosto 2024 l’Azienda sanitaria piacentina è stata coinvolta da diverse inchieste anche con l’arresto di alcuni medici…
“Nella mia carriera mi è già capitato di affrontare problemi del genere, con medici che facevano libera professione in nero, che lavoravano in modo scorretto con farmaci stupefacenti. Le assicuro che ci sono dappertutto. In una realtà di provincia, se questo si verifica in pochi mesi, di certo colpisce di più. Ferma restando invece l’unicità del caso delle violenze sessuali nel Reparto di Radiologia, che non avevo mai visto prima”.

Finiamo con il nuovo ospedale di Piacenza da 300 milioni di euro: che riflessi avrà l’inchiesta dei magistrati su questo progetto? Da Bologna avete sempre semaforo verde? E pensa che davvero qualcuno possa remare contro?
“Parto dall’ultima domanda: non ho elementi per risponderle. Quello che so è che non dobbiamo perdere tempo. È un’opera troppo importante per tutto il territorio piacentino, per i cittadini e il personale sanitario. Finora da Bologna non ho avuto indicazioni contrarie, quindi andiamo avanti come previsto. Perché mai come in questo caso, con i finanziamenti disponibili, il tempo è denaro”.

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Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.

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