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Papa Francesco, la pedofilia e il segreto della confessione

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Papa Francesco e la pedofilia: le esternazioni continuano. Dopo la morte di San Giovanni Paolo II (2005), su questo versante i due pontificati che si sono succeduti non hanno avuto tregua. C’è però un aspetto curioso, che non si può fare a meno di notare. È quello dell’auto-flagellazione. Sia quando è la cronaca a riportare alla ribalta la questione, sia senza che questo succeda, il Papa torna sempre lì. Lo fa per far bene, s’intende. Intanto, però, lo scandalo monta. Ma andiamo con ordine, e cominciamo dall’occasione e dalla dichiarazione del 21 settembre.

Il Papa e la Commissione per i minori

Il Papa ha ricevuto i membri della Pontificia Commissione per la tutela dei minori. L’organismo è stato istituito da Francesco 3 anni fa. Tra i suoi membri, laici e chierici, annovera alcune vittime di abusi commessi da esponenti del Clero cattolico. Ha compiti consultivi del Pontefice. Tradotto: può solo fare proposte al Papa. La Commissione deve altresì promuovere, presso le chiese particolari, la protezione dei minori e degli adulti vulnerabili.

Il discorso ufficiale di Francesco

Nel discorso scritto, letto alla Commissione, Francesco ha anzitutto ricordato il motu proprio “Come una madre amorevole” del 2016. Emanato dietro richiesta della stessa Commissione, è (con rispetto parlando) un provvedimento spot. Dice che il Papa può rimuovere i Vescovi anche ove rimproveri loro omessa repressione o favoreggiamento dei rei di pedofilia. Ovvio. Il Papa rimuoveva già i Vescovi solo in casi eccezionali. Ergo: stante la gravità assoluta della cosa e la sua strettissima attualità, non c’era bisogno di questa precisazione. Se non, appunto, per tornare a parlare dello scandaloIl Papa ha detto che la Chiesa fa suo a tutti i livelli il principio di “tolleranza zero” verso i colpevoli di pedofilia. Che essa prova vergogna per l’orribile peccato commesso da alcuni sacri ministri. E che molto sta facendo e deve ancora fare per riconoscere il dolore delle vittime. Sin qui, il discorso scritto.

Parole in libertà tra reato e peccato

Poi, il Papa ha improvvisato, parlando a braccio. E qui cominciano le cose meno chiareAnzitutto, però, una riflessione inerente a chi dà le notizie. Quando parla un Papa – da quando i Papi parlano anche fuori dall’ufficialità – la distinzione fra discorso scritto e dichiarazioni a margine va fatta. Così da queste ultime abbiamo appreso che Papa Francesco non grazierà mai i colpevoli di pedofilia, che dovessero fargli istanza corrispondente. Una dichiarazione che fa effetto sulla gente comune, ma in modo controverso. Il problema è il confine tra reato e peccato. Il Papa, come giudice supremo del diritto canonico, nega la grazia. Ma il Papa, come pastore universale della Chiesa, negherebbe il perdono? E lo rifiuterebbe in perpetuo?

La tutela delle vittime e il segreto del confessionale

Nessuno mette in discussione la gravità estrema dei casi di pedofilia clericale. Neppure si può negare l’inopportunità dell’orientamento tenuto in passato dalla Chiesa, cioè l’opzione di sopire prima ancora di troncare.
A suscitare perplessità nell’attuale contegno della Chiesa, oltre come detto alla propensione all’auto-flagellazione, è il silenzio sopra un punto capitale. I rei di pedofilia, sacerdoti e religiosi, confessano il peccato in confessionale. È così che i superiori spesso ne vengono a conoscenza. Ma il sigillo sacramentale, per la Chiesa, è inviolabile. E quindi il confessore non può rivelare il peccato e di conseguenza il reato. L’argomento non è spendibile nel dibattito civico-sociale, ma il problema per Papa e Vescovi si pone ugualmente.
La Chiesa, infatti, si occupa anche e soprattutto di cose che non si vedono. Come spiegarlo nella società dell’immagine e del consumo, è un rompicapo tuttora irrisolto.

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Corrado Cavallotti è laureato con lode in Giurisprudenza all’Università Cattolica. Ha vinto il Premio Gemelli 2012 per il miglior laureato 2010 della Facoltà di Giurisprudenza di Piacenza. Ama la storia, la politica ed è appassionato di Chiesa. Scrive brevi saggi e collabora con il periodico Vita Nostra.

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