Pil italiano in crescita. Bene, suoniamo la grancassa. Nel secondo trimestre dell’anno è aumentato dell’1,5%, rispetto allo stesso periodo del 2016. L’incremento è il maggiore degli ultimi 6 anni e rappresenta il 10° trimestre in crescita consecutivo. Il Pil resta però inferiore del 6% rispetto a inizio 2008, prima della crisi. E comunque, sempre secondo l’Istat, cresciamo dello 0,4% al trimestre contro lo 0,6 del resto dell’Europa. Tuttavia, se il trend dovesse rimanere positivo per tutto il 2017, ci troveremmo con un aumento del Pil ben superiore all’1,2% previsto dal governo.
Pil: i politici gonfiano il petto
Il premier Gentiloni commenta: “Meglio delle previsioni. Una buona base per rilanciare economia e posti di lavoro”. Il ministro dell’economia Padoan gli fa eco. E spiega che bisogna continuare sulla linea del governo: “Riduzione delle tasse e incentivi agli investimenti privati. Misure sociali per il sostegno alla povertà e alla disuguaglianza. Gestione oculata del bilancio allo scopo di migliorare i saldi di finanza pubblica”. E l’ex premier Renzi a sua volta gongola: “Il tempo è galantuomo, basta saper aspettare”.
Il costo della burocrazia
Tutto bene, dunque? Secondo la Cgia di Mestre no. Al di là del dato positivo del Pil italiano, il suo Ufficio studi ha lanciato un sasso in piccionaia: “L’inefficienza della Pubblica amministrazione ha dimensioni economiche superiori all’evasione”. Per la Cgia i debiti della Pubblica amministrazione nei confronti dei fornitori ammontano a 64 miliardi di euro. Di questi, 34 sono ascrivibili a semplici ritardi nei pagamenti. Il peso della burocrazia grava sulle piccole e medie imprese per 31 miliardi l’anno. Gli sprechi, le inefficienze e la corruzione presenti nella sanità ci costano 23,6 miliardi l’anno. La lentezza della nostra giustizia civile costa altri 16 miliardi.
Il confronto con l’evasione
Il totale sarebbe di 134,6 miliardi. Anche se la Cgia precisa che “queste inefficienze sono tratte da fonti statistiche diverse. E che in alcuni casi i costi si sovrappongono. Per cui non è possibile sommarne gli effetti economici”. Tuttavia è certo che la macchina pubblica con il suo peso è una zavorra sempre più insopportabile per il sistema economico italiano. E sempre secondo la Cgia “è possibile affermare con buona approssimazione che gli effetti economici derivanti dal cattivo funzionamento della nostra Amministrazione pubblica siano superiori al mancato gettito riconducibile all’evasione tributaria e contributiva”. Una cifra che per il ministero dell’Economia ammonta a circa 110 miliardi l’anno.
Pil italiano: ecco cosa frena la ripresa
Le complicazioni del fisco, la farraginosità e le lentezze burocratiche sono il più grave ostacolo all’apertura di nuove attività e all’arrivo di investimenti stranieri. Più il fisco è complicato meno potrà dare risposte univoche, aprendo varchi all’evasione. Più la giustizia civile è lenta e più spingerà alla proliferazione di cause che, se mai saranno decise, spesso arriveranno a sentenza quando non interesserà più a nessuno. Più le Camere di commercio, l’Inps, l’Inail e le Asl metteranno paletti, meno il sistema Italia sarà attrattivo e competitivo.
Addio all’incubo burocrazia
Proviamo a pensare dove sarebbe il Pil italiano se non ci fossero questi problemi. Gli zero virgola sarebbero sostituiti da numeri interi di ben altro valore. E allora non giriamoci attorno, anche guardando alla prossima legislatura. Non sarebbe il caso di mettere mano a una massiccia riforma della Pubblica amministrazione? Con un obiettivo chiaro e semplice. Farla diventare davvero “amica del cittadino e delle imprese“. Scomparso quest’incubo, ne siamo certi, il Pil italiano prenderebbe il volo.
Massimo Solari è avvocato cassazionista e scrittore. Ha pubblicato diversi volumi sulla storia di Piacenza e alcuni romanzi. Ha tenuto conferenze e convegni sulla storia di Piacenza. Ha collaborato con le riviste Panoramamusei, L'Urtiga, e scrive sul quotidiano Italia Oggi.