Quello del mercoledì al Welcome Coffee Shop è ormai un appuntamento fisso per gli amanti del buon vino. Quando otto anni fa a Cadeo è nata questa attività, voleva essere punto vendita temporaneo per l’enogastronomia di qualità, come mi ha raccontato il titolare Matteo Boselli. Insieme col fratello Filippo, Matteo porta avanti, giusto dall’altra parte dell’antica Aemilia, anche il ristorante pizzeria “Da Romano”, fondato dalla sua bisnonna nel 1936 e nelle sapienti mani della famiglia ormai da quattro generazioni. Però, come talvolta avviene, passione e impegno hanno prevalso, spingendo a trasformare il temporary shop natalizio in un’enoteca a tutti gli effetti, con vendita e somministrazione a fianco di tantissimi eventi.
Serate tra amici, relax e nuovi vini
Le iniziative organizzate sono state oltre 250, soprattutto il mercoledì, rendendo a tutti gli effetti il Welcome Coffee Shop un vero riferimento per i wine lovers: in effetti non sono tanti – anzi, se nel panorama locale non è un unicum, poco ci manca – i luoghi con una programmazione così fitta e costante nel tempo.
Serate dai contenuti notevoli e sguardo ampio: si spazia da incontri con le cantine a degustazioni verticali (stesse etichette assaggiate per le diverse annate) e orizzontali (assaggi della stessa tipologia di vini ma di diversi produttori), fino a degustazioni alla cieca, ovvero l’assaggio di più vini serviti in bottiglie coperte per stimolare a riconoscerli. Non mancano proposte dedicate alle eccellenze della cucina e del vino in collaborazione con importanti chef, come la memorabile serata con la stellata Isa Mazzocchi e la Maison Veuve Clicquot.
Vi anticipo anche una novità: da novembre il sabato sera partiranno gli aperitivi con le cantine piacentine. Non si pensi però a un circolo esclusivo per “fissati” del vino: in realtà ambiente e serate sono molto easy e accoglienti, adatti tanto a chi vuole farsi coinvolgere da Matteo Cordani, che segue la sala, quanto a chi cerca un tavolo tranquillo, magari in terrazza, per due chiacchiere con un bicchiere di buon vino o un cocktail. La componente divertimento, seppur a fianco di contenuti e competenza, secondo il titolare deve essere al primo posto.
Un palcoscenico per le eccellenze
Se si trattasse di un teatro, potrei dire che il cartellone delle serate del Welcome Coffee Shop è davvero ricco; per citare qualche prossimo spettacolo in scena, mercoledì 16 ottobre l’ospite sarà la Cantina astigiana Coppo 1892, addirittura dichiarata Patrimonio Unesco; il 23, come tradizione, ecco la serata dedicata ai produttori Fivi (Federazione italiana vignaioli indipendenti), e poi la mitica Valpollicella (30 ottobre) e il focus Chablis (6 novembre).
Nel cast i produttori, che puntano a far conoscere i propri vini e filosofie, con coprotagonisti i collaboratori dell’enoteca: giovani appassionati e competenti che seguono banco e sala con rara cortesia, mentre Giuseppina Ghisoni guida cucina e abbinamenti ormai da sette anni.
Ma non c’è stagione che possa vedere le luci della ribalta senza un direttore artistico che sceglie cantine, vini e collaborazioni, che è anche vero anfitrione della sala, capace di accogliere, far sentire a proprio agio, stimolare la discussione e narrare quanto appena versato nel calice: si tratta come dicevamo di Matteo Cordani, Sommelier Fisar e Responsabile servizi della Delegazione piacentina.
Tutto sala, cantina e…
Cordani, che collabora a molteplici iniziative sul territorio (tra tante, il Monterosso Festival di Castell’Arquato), sottolinea un aspetto che ritengo importante: “Obbiettivo è anche promuovere il territorio, offrendo proposte nuove alla clientela divenuta un gruppo di amici”.
Presentando una Cantina della nostra zona, vuole “capire cosa cerca il viticultore che spesso pensa di promuovere il prodotto, ma che in realtà merita di essere promosso lui stesso perché eccezionale. Al massimo io posso dare un consiglio su ciò che può essere più in linea con le preferenze del consumatore”, e con centinaia di eventi, locali ed esperienze, ha decisamente l’osservatorio per farlo.
Se poi chiedo al Sommelier cosa pensa della viticultura piacentina, mi risponde che “c’è una Piacenza in gran crescita, con una ricchissima offerta, fin troppo, se pensiamo alle tante versioni dei Gutturnio che possono confondere il consumatore finale”. Fosse per lui, metterebbe sul podio – non del gusto personale ma dell’attrattività – i nostri rossi importanti, non solo quelli di facile beva, seppur a livelli di identità c’è ancora del lavoro da fare, e i passiti, oltre alla Malvasia ferma.
Non solo eventi al Welcome Coffee
Ho parlato di eventi, perché sono il tratto distintivo del luogo che però è anzitutto un fornitissimo punto vendita, dove la somministrazione è sempre più centrale, aperto ogni giorno dalle 9.30 alle 21 “o finché c’è gente che ha voglia di stare con noi”, chiarisce Boselli. La formula, anche economicamente, è accattivante: un calice è finalizzato a far conoscere i vini, magari poi da vendere, pertanto si può aprire e bere qualsiasi bottiglia a prezzo di scaffale, senza cioè nessuna maggiorazione per il consumo sul posto.
Abbinata alle vetrine fisiche c’è quella online che vende in tutta Italia, ed essendo fornitissima la linea anche sui prodotti piacentini, di fatto è una grande vetrina anche per le etichette made in Piacenza. Chiedo subito qual è la più venduta sul web: senza doverci pensare risponde “Gli Spaghi”, i vini Poggiarello dall’iconica chiusura.
Un’ultima domanda è d’obbligo: il vino preferito di Matteo Boselli? “Vino è anche questione di stati d’animo e quotidianità: penso al mio Rosso di coppe, Gutturnio frizzante, da pasto, che produco insieme con i Piani Castellani a Sant’Antonio di Castell’Arquato”.
Pinot Nero, what else?
Davvero interessante l’ultima serata: Pinot Nero alla cieca. Sfiziosi formaggi e carne salada impreziosita da lamelle di tartufo facevano da corollario ai 5 vini (che nel mio caso sono diventati 7… troppo forte la tentazione!) tra Italia ed estero.
- Partiamo dal Monsupello Rosè: Metodo Classico Brut al naso mediamente evoluto con richiami di mela matura e rosa canina, fine ed elegante, ideale da aperitivo, magari con i nostri salumi.
- Dalla Nuova Zelanda un Cloudy Bay 2021. Profumo di piccoli frutti rossi con tocchi di foglia di pepe e chiusura di cannella e altre spezie dolci; la bocca è tesa e succosa dal finale officinale. Perfetto con la carne salada ma anche con ravioli al tartufo, costoletta alla milanese e, usando fantasia, pesce all’acquapazza.
- Inconfondibile il Baron de Ladoucette con un Sancerre Rouge Comte Lafond annata 2019: elegante, ben costruito, con struttura robusta ma affinata dai tannini levigati; è la stagione giusta per berlo con quaglie al forno o altra cacciagione.
- L’Italia si è difesa molto bene con il Vigna Zis 2018 di Brunnenhof: uve colte il più tardi possibile e fermentate in tini di legno per un vino da provarsi con piatti alla griglia, arrosti ma anche pesce affumicato o sempre alla griglia e formaggi piccanti.
- Si chiude in bellezza tornando in Francia col Domaine Lejeune Pommard 1er Cru dal bel profumo intenso e complesso di frutti rossi, pepe bianco, erbe aromatiche e sentori balsamici assieme a un sorso complesso, rotondo e fruttato.
Cinque interessanti calici (con opportuni rabbocchi), abbinamenti gastronomici – che si possono anche non prendere – la guida di Matteo Cordani, una serata in un bel contesto… il tutto a 50 euro; sì, conviene proprio prendere la macchina e farci un salto!