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Renzi, il caso Boschi e la memoria degli elettori

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Renzi: Maria Elena Boschi e le dimissioni dal Governo? Il segretario del Pd taglia corto. “Un politico si fa giudicare dai cittadini. Quindi saranno le elezioni a giudicare se qualsiasi politico, non solo Boschi debba tornare in Parlamento. È una discussione che non esiste”, ha dichiarato al Tgcom24. “Quella di Banca Etruria è una vicenda priva di conseguenze penali. È giusto fare chiarezza, perché chi ha sbagliato sulle banche paghi. Ma mi sembra surreale che la colpa sia solo di una piccola banca di provincia”.

Renzi e la caccia alla Boschi

E c’è dell’altro. Relativamente a un’intervista rilasciata dal sottosegretario Boschi alla Stampa, Renzi ha commentato: “Condivido le sue parole. Sulla vicenda banca Etruria si è aperta una caccia alla donna“. Sul caso “ci sono stati incontri legittimi e privi di qualsiasi pressione, e non perché lo dica la Boschi”. In più, l’ex premier ha sostenuto anche di ignorare la mail di Marco Carrai a Federico Ghizzoni: “Non ne sapevo assolutamente niente”.

I quattro precedenti

Ok, siamo d’accordo col segretario del Pd che nella vicenda dell’istituto aretino non ci siano risvolti penali. Ma vorremmo ricordargli quattro nomi: Josefa Idem, Anna Maria Cancellieri, Maurizio Lupi, Federica Guidi. E che cos’è successo tra il 2013 e il 2016.

  • Josefa Idem era ministro dello Sport e Pari opportunità del governo Letta. Si è dimessa nel 2013 per non aver pagato l’Imu di un garage trasformato in palestra.
  • Anna Maria Cancellieri era ministro della Giustizia del governo Letta. Nel 2013 si è dimessa per una telefonata alla moglie di Salvatore Ligresti, con la quale le esprimeva la sua solidarietà (il marito era in carcere) e prometteva di interessarsi della vicenda. 
  • Maurizio Lupi era ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture del governo Renzi. Si dimette nel 2015 perché Ercole Incalza aveva regalato un Rolex a suo figlio.
  • Federica Guidi era ministro dello Sviluppo economico del governo Renzi. Si è dimessa nel 2016 perché il compagno Gianluca Gemelli era implicato in una vicenda che poteva riguardare anche il ministro (l’affare Tempa Rossa). Nel gennaio 2017 la procura di Roma ha chiesto l’archiviazione per Gemelli.

Le parole di Renzi

In questi quattro casi Renzi e la Boschi intervennero pesantemente, chiedendo a gran voce le dimissioni dei ministri. Per il caso Cancellieri Renzi tuonò: “Il ministro lasci anche senza avviso di garanzia. È un problema politico, non giudiziario. È stata minata l’autorevolezza istituzionale”.

La Boschi e gli elettori

E qui? Non è un caso di autorevolezza istituzionale se un ministro (tale era la Boschi all’epoca) si interessa della crisi e del salvataggio di una banca dove il padre è vicepresidente? Qui lasciamo decidere gli elettori? Col Rosatellum? Che cosa decideranno gli elettori, se la Boschi verrà candidata in un listino bloccato o in un collegio sicuroMa soprattutto Renzi sa che dal rovinoso referendum di un anno fa il suo Pd ha quasi dimezzato i consensi, passando dal 40,9 all’odierno (ottimistico) 25%? È pur vero che non tutto il 40% che ha votato sì al referendum era targato dem. Anzi, nel dicembre 2016 il Pd era accreditato sul 32%. E di conseguenza, in un anno avrebbe perso “solo” 7 punti percentuali, considerando anche la nascita di Articolo 1. 

Renzi, il contrario di re Mida

Ma ora il Pd sembra davvero in caduta libera. Nonostante la sordina messa sulla vicenda Boschi dalle audizioni dei 4 “economisti” Vegas, Visco, Padoan e Ghizzoni, Renzi ormai sembra il contrario di re Mida: tutto quello che tocca si trasforma in melma. Programmi elettorali? Per ora, a tre mesi dal voto, non pervenuti. Alleanze? Striminzite, tanto che dal suo 25% potrebbe schiodarsi solo di un paio di punti. Ma sarebbe sempre e comunque in terza posizione dopo il centrodestra e i Cinque stelle.

Berlinguer e l’incubo 20%

Insomma, come disse Berlinguer della Rivoluzione d’Ottobre, sembra che anche per il grande rottamatore sia terminata del tutto la “spinta propulsiva”. E se il trend non cambia, se la Boschi non si decide a fare il famoso passo indietro, qualcuno pronostica che il risultato elettorale del Pd renziano potrebbe scendere anche sotto il 20%.

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Massimo Solari è avvocato cassazionista e scrittore. Ha pubblicato diversi volumi sulla storia di Piacenza e alcuni romanzi. Ha tenuto conferenze e convegni sulla storia di Piacenza. Ha collaborato con le riviste Panoramamusei, L'Urtiga, e scrive sul quotidiano Italia Oggi.

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