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Salvini: altro che 25 aprile, dai migranti alle accise, qualcosa non va

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Salvini: cosa sta succedendo? Ultimamente il leader leghista sembra non ne azzecchi più una. Non ci riferiamo alla scelta comunque discutibile di non partecipare alle celebrazioni del 25 aprile, sua e dei suoi ministri, inserita in un solco ideologico ben preciso, che classifica la Liberazione come un’icona della sinistra e che pertanto non gli appartiene.
L’elenco che abbiamo stilato è politicamente più “prosaico”, ma rileva una serie di falle che potrebbero ridimensionare l’immagine del “Capitano” agli occhi dell’elettorato.

Partiamo dalla fine. L’ultima uscita non proprio felice di Salvini è stata sul numero degli immigrati irregolari in territorio italiano. Adesso per il vicepremier e ministro dell’Interno non sarebbero più 500mila, ma solo 90mila. “Il numero degli immigrati irregolari stimati in Italia è circa 90 mila”, ha dichiarato. “È il numero massimo stimabile in Italia. Una cifra importante degli ultimi 4 anni e mezzo, su cui stiamo lavorando ma non sono le centinaia di migliaia che temevo”.

I conti di Salvini sono presto fatti: dal 2015 sarebbero sbarcati sulle coste italiane 478mila migranti. Tra loro, 268mila sarebbero andati in altri Paesi Ue e 119mila sarebbero entrati regolarmente nel circuito di accoglienza italiano. Quindi a saldo resterebbero 91mila immigrati irregolari.

Replica piccata

Gli “alleati” 5 Stelle ribattono: “Sorprendono le parole del ministro dell’Interno sui 90mila irregolari in Italia, visto che fu proprio lui a scrivere nel contratto di governo il numero di 500mila irregolari. Non capiamo il senso di dover anche smentire ciò che è riportato nel contratto di governo, forse perché sui rimpatri non è ancora stato fatto nulla?”.

I conti degli altri

Lasciando perdere le aspre polemiche tra Lega e 5 Stelle, anche gli specialisti che monitorano la situazione e sfornano stime sui migranti (Istat, Ismu, Ispi) cadono dalle nuvole. E come ricorda avvenire.it, in sostanza confermano i circa 600mila irregolari presenti nel nostro Paese.

Un dato per giunta in aumento, malgrado il blocco degli sbarchi. Il motivo? Proprio la legge sicurezza voluta da Salvini: ha cancellato la protezione umanitaria, trasformando di fatto in irregolare chi ne godeva.

Il giallo dei numeri si potrebbe spiegare considerando che per il Viminale al 2014 in Italia c’erano già 400mila irregolari, che sommati ai 91mila di Salvini arriverebbero comunque a circa 500mila persone. Un dato, quello al 2014, che il ministro non ha citato né smentito. E se così fosse, sarebbe una bella topica.

Da Siri al mitra

Negli ultimi giorni, in una situazione sempre più tesa con Di Maio, abbiamo assistito alla strenua difesa del sottosegretario Armando Siri; è il senatore leghista indagato per corruzione in un caso che secondo i magistrati avrebbe collegamenti con la mafia, e di cui i 5 Stelle chiedono le dimissioni dal governo.

Per un leader di partito come Salvini può essere giusto schierarsi al fianco di un suo fedele collaboratore, sempre innocente fino alla condanna definitiva; ma se il leader deve fare i conti con il suo ruolo parallelo di ministro dell’Interno, è una difesa che forse andava meglio ponderata e che a tutti non è piaciuta.

Stesso discorso, sempre in rapporto al suo ruolo di responsabile dell’ordine pubblico, per la foto con il mitra postata sui social nel giorno di Pasqua e a ridosso del 25 aprile. “Polemiche sul nulla”, ha commentato il ministro dell’Interno. Pensate però solo all’elettorato cattolico, a cui Salvini si rivolge con il rosario in mano: che effetto avrà fatto un’immagine del genere?

Per non parlare dell’astiosa polemica sul no al decreto Salva-Roma. A molti, dalla Capitale in giù, ha ricordato i tempi della Lega di Bossi, cancellando in un colpo solo i mesi passati da Salvini ad accreditarsi nel Mezzogiorno.

Promesse al palo

Poi ci sono le promesse mantenute, ma che non hanno soddisfatto del tutto, come la nuova legge sulla legittima difesa o la flat tax solo per le partite Iva. E le promesse al palo che cominciano a scottare: la Tav rinviata e gli altri grandi cantieri ancora bloccati; l’autonomia di Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna che dopo una partenza sprint è ferma ai box.

Maledette accise

Come se non bastasse, adesso sono tornate anche le accise a tormentare l’immagine di Salvini. In molti si erano quasi dimenticati della sua promessa di eliminare subito almeno le più vecchie, riducendo il prezzo dei carburanti. Ma complici i dazi petroliferi di Trump all’Iran e la guerra in Libia, la benzina ora è schizzata a 2 euro al litro. Così, sugli amati social hanno cominciato a rinfacciargli anche quello, rilanciando il video in cui il leader leghista si impegnava al taglio delle accise.

Certo, Salvini resta sempre il re dei sondaggi, ma il 26 maggio si avvicina. E se vuol trionfare alle Europee non può permettersi altri passi falsi.

 

 

 

 

 

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Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.

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