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Salvini e l’anno che verrà: rose e spine del 2020

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Il 2020 sarà l’anno di Salvini? Almeno per gennaio possiamo dire di sì: il voto del 20 della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato, che lo vedrà protagonista per il caso Gregoretti e il voto del 26 in Emilia-Romagna bastano a farne il mattatore.

Partiamo dal primo voto, ricordando un particolare che potrebbe essere rivelatore: la Giunta di Palazzo Madama è composta da 23 membri di cui 6 senatori 5 Stelle, un Pd, 3 di Italia viva e 3 fra gruppo Misto e Autonomie. L’opposizione è rappresentata da 5 senatori della Lega, 4 di Forza Italia e uno di Fratelli d’Italia. In teoria la maggioranza è forte di 13 membri contro i 10 dell’opposizione, che immaginiamo tutti schierati col Capitano. Ma se i tre renziani voltassero le spalle al Governo, la situazione sarebbe immediatamente capovolta. Possiamo mettere la mano sul fuoco che Renzi sarà coerente con la sua maggioranza?

Salvini “win win”?

La situazione potrebbe apparire tragica, ma a nostro parere non è così; se Salvini viene “salvato” da Renzi si schiuderebbe lo scenario da incubo che rovina i sonni di Di Maio: cade il governo giallo-rosso e da lì ognuno per sé e Dio per tutti. Con quale vantaggio per Renzi è tutto da scoprire, ma dopo le giravolte di quest’estate il senatore di Rignano non riuscirebbe più a stupirci.

E se invece la giunta “condanna” Salvini ad essere processato? Forse gli offrirebbe sul piatto d’argento due opportunità al posto di una. Sei giorni dopo si tengono le elezioni regionali emiliane che, lo si è capito da tempo, non sono (solo) lo scontro tra il Pd Bonaccini e la leghista Borgonzoni, ma rappresentano un po’ quello che ha significato il referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 per Renzi, l’Armageddon della maggioranza del premier Conte.

E se Salvini espugna la rossa Emilia-Romagna? Il governo, come Zingaretti nel Pd, avrebbe le ore contate. E dato che i sondaggi, sfornati quotidianamente da tutti gli istituti, danno una sostanziale parità tra i due candidati, una settimana di sovraesposizione salviniana su tutti i media potrebbe spostare gli equilibri a favore del capo leghista.

Ma no, direte: se la Giunta del Senato autorizza il processo, Salvini si presenta come un possibile reo. E allora Berlusconi? Ad ogni bordata della procura di Milano a suon di olgettine e “cene eleganti” il Cavaliere aggiungeva percentuali ai suoi successi elettorali. Insomma, “Parlatene male, purché se ne parli” è diventato, da tempo, il leit motiv della politica italiana.

Il Piave di Salvini

In più, sembra che la linea difensiva di Salvini sarà quella famosa di “muoia Sansone con tutti i Filistei”; perché è di questi giorni la notizia che avrebbe conservato copia delle interlocuzioni scritte riguardanti il caso dei migranti della Gregoretti. Si tratterebbe di “numerosi contatti anche tra il ministero dell’Interno, la presidenza del Consiglio (Giuseppe Conte), il ministero degli Affari esteri (Enzo Moavero) e organismi comunitari. Inoltre, secondo la Lega, sulla redistribuzione degli immigrati era stata contattata anche la Cei. La domanda che Salvini sta facendo è semplice: “Ma nei giorni nei quali la nave Gregoretti è rimasta alla fonda al largo di Lampedusa, dov’era il resto del governo?”. Col rischio che il leader del Carroccio riesca a trascinare sul banco degli imputati altri personaggi di rilievo, tra cui lo stesso premier.

Rose e spine

Per Salvini il corso del 2020 dipenderà da queste due date iniziali dell’anno che potrebbero rilanciarlo o richiudersi su di lui, divorandolo. Se verrà dato il via libera al processo e perderà l’Emilia-Romagna, il Capitano potrebbe proseguire in quella che per ora, sondaggi alla mano, sembra solo l’accenno di una discesa. Come però potrebbe anche rilanciarsi con nuove parole d’ordine e campagne mediatiche. Sapendo che oggi il problema migranti, quel cavallo di battaglia che gli ha consentito di raggiungere la stratosfera delle intenzioni di voto, è ormai percepito dagli Italiani come un problema secondario.

Scenario con Sardine

Tuttavia, occorre ricordarlo, quand’anche passasse le forche caudine del doppio appuntamento di gennaio da vincitore, per lui non saranno ugualmente rose e fiori. Il movimento delle Sardine per ora drena voti solo a Pd, Italia viva e 5 Stelle, lasciando inalterato il potenziale della Lega. Ma se le Sardine dovessero trovare quei famosi contenuti che vanno cercando e decidessero di “scendere in politica”, potrebbero attrarre la cospicua area del non voto, alterando così gli equilibri esistenti, a quel punto anche a discapito della Lega di Salvini.

Sempre in caso di vittoria salviniana, possiamo scommettere pure su nuove iniziative giudiziarie più insidiose del caso Gregoretti. Stiamo parlando della questione Russia-Hotel Metropol; una vicenda che come un fiume carsico potrebbe riaffiorare in qualunque momento con rivelazioni esplosive.

Dream team?

In ogni caso quello che aspetta Salvini nel 2020 è fin da subito un percorso accidentato. E questo anche se nessuno può escludere un’improvvisa implosione del governo e un ritorno alle urne in primavera, prima dell’entrata in vigore della norma “taglia parlamentari” che non piace a nessuno. A quel punto, con la Lega sopra al 30% e Fratelli d’Italia sopra il 10%, il 2020 potrebbe anche essere davvero l’anno del dream team del centrodestra, con il ticket Salvini-Meloni a palazzo Chigi.

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Massimo Solari è avvocato cassazionista e scrittore. Ha pubblicato diversi volumi sulla storia di Piacenza e alcuni romanzi. Ha tenuto conferenze e convegni sulla storia di Piacenza. Ha collaborato con le riviste Panoramamusei, L'Urtiga, e scrive sul quotidiano Italia Oggi.

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