Spaccio di droga: nuova operazione dei carabinieri contro le reti criminali che operano nel Piacentino dopo quella di tre giorni fa. Il Gip del Tribunale del capoluogo emiliano ha disposto infatti misure cautelari nei confronti di otto persone. Sono tutte indagate a vario titolo per reati legati al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina ed eroina. L’ordinanza, spiega una nota del Comando provinciale dell’Arma, è il frutto di un’intensa attività investigativa condotta dai militari della Stazione di Rivergaro, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Piacenza.
Due filoni investigativi
L’indagine si è sviluppata attraverso due distinti filoni investigativi avviati dai carabinieri nel corso del 2024; e ha portato alla luce una rete diffusa e sistematica di “spaccio itinerante” radicata nel territorio provinciale, in particolare a Piacenza e in vari Comuni della Val Tidone. I luoghi di cessione preferiti dagli spacciatori erano parcheggi di supermercati, piazzali poco frequentati e zone periferiche facilmente raggiungibili in auto.
Supportata da intercettazioni telefoniche, servizi di osservazione e pedinamenti sul campo, l’attività d’indagine ha documentato almeno 700 cessioni di cocaina e eroina effettuate in modo continuativo, strutturato e “professionale”. Sono state sequestrate anche 10 dosi di cocaina pronte allo spaccio, circa 30 grammi di eroina e 20 grammi di cocaina, oltre denaro contante per un totale di 5.400 euro ritenuti parte dei proventi dell’attività di spaccio.
Gli indagati
Tra le persone indagate un cittadino albanese di 28 anni e sette cittadini marocchini, di età compresa tra i 23 e i 34 anni, per lo più senza fissa dimora, tranne due che domiciliavano in provincia di Modena e Milano. Alcuni di loro avrebbero avuto ruoli di supporto nella logistica delle consegne e nella gestione della clientela. Quattro degli indagati sono stati arrestati ed accompagnati in carcere (uno è stato fermato a Milano nell’area di piazza Sempione); mentre altri quattro, tutti senza fissa dimora, sono irreperibili ma attivamente ricercati.
Il modus operandi
È emerso che sebbene si trattasse di diverse “cellule” operative, gli spacciatori condividevano un modus operandi simile e ricorrente. Era basato su comunicazioni via social spesso criptate, uso di veicoli noleggiati e modalità di spaccio rapide, mobili, itineranti e difficilmente tracciabili, conclude la nota del Comando provinciale dei carabinieri di Piacenza.
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