Economia

Terrepadane nella bufera: il Consorzio agrario piacentino sarà commissariato?

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Terrepadane: ottobre più che mai tempestoso per il Consorzio agrario con sede a Piacenza e che fa capo a quelli di Milano, Lodi e Pavia. Prima arriva il lodo arbitrale richiesto da un centinaio di soci esclusi dal voto per procura del maggio 2021 che fanno riferimento a Coldiretti. Depositato un paio di settimane fa, il lodo dà ragione ai vertici di Terrepadane guidati dal presidente Marco Crotti sulla correttezza delle elezioni che hanno nominato gli amministratori del Consorzio fino al 2024.

Adesso però arriva la diffida del ministero dello Sviluppo economico (oggi delle Imprese e del Made in Italy), competente sul mondo cooperativo, che dice l’esatto contrario: i voti dell’elezione vanno riconteggiati considerando anche quelli esclusi. E quindi, se così fosse, si andrebbe verso la defenestrazione dell’attuale presidente e del consiglio di amministrazione che si oppongono all’entrata di Terrepadane in Consorzi Agrari d’Italia (Cai).

Ma andiamo con ordine, e vediamo che cosa sta succedendo, tenendo conto che la partita riguarda un Consorzio agrario da oltre 200 milioni di euro di fatturato e con importantissime proprietà immobiliari a Piacenza, in particolare guardando ai circa 130mila metri quadrati di aree dismesse situati in via Colombo.

Parla l’ispettore capo

La notizia arriva dalle pagine di Libero. Sul quotidiano, in un articolo firmato da Attilio Barbieri, parla il capo degli ispettori della Vigilanza del ministero, Fabio Vitale. Forte di un parere con le determinazioni dell’Avvocatura dello Stato, che il lodo arbitrale però aveva ritenuto “erronee e prive di fondamento giuridico”, adesso Vitale picchia duro. La Vigilanza infatti ha inviato ai vertici di Terrepadane una diffida: “Siamo arrivati a questa determinazione dopo aver esperito il parere dell’Avvocatura dello Stato, secondo il quale l’espressione di voto dei soci avvenuta per procura era corretta”.

Convocati a Roma, i vertici di Terrepadane hanno mandato al ministero i loro avvocati. “Da qui la decisione di inviare a Piacenza gli ispettori a notificare direttamente la diffida al vertici del Consorzio”. Con il capo degli ispettori che aggiunge in modo perentorio: “La procedura di commissariamento è già avviata. Entro il termine di 90 giorni stabilito dalla normativa vigente l’ente deve procedere al riconteggio dei voti e aggiornare il risultato delle elezioni. In difetto il ministero nominerà un commissario”.

Per Vitale il lodo arbitrale si può considerare superato, perché “c’è una patologia che dev’essere ricondotta alla normalità; un caso che purtroppo non si può considerare sporadico nel mondo cooperativo. Le irregolarità sanabili, come quella di cui stiamo parlando e che possono dar luogo al commissariamento per inottemperanza sono tantissime”. Semmai, conclude Vitale, “sono personalmente colpito dalla disinvoltura con cui i vertici del Consorzio argomentano, mettendo in dubbio la legittimità delle decisioni del ministero, con un disconoscimento delle attività di vigilanza che ritengo fuori luogo. Non staremo fermi, nella consapevolezza che rappresentiamo lo Stato”.

Le contromosse

E adesso? Per i fan di Coldiretti la partita è chiusa. Facendo i conti, Terrepadane ha 70 giorni di tempo per procedere al riconteggio dei voti ed evitare di essere commissariata.
Ma si può pensare che il presidente Crotti e i vertici del Consorzio in qualche modo proveranno a reagire sul piano giuridico, magari impugnando la diffida ministeriale davanti al Tar. Di sicuro, se mai fosse stata aperta una trattativa tra Terrepadane, Coldiretti e i vertici di Cai, come si sostiene da tempo, oggi si può dire che quel tavolo ha le gambe all’aria.

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Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.

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