Turismo a Piacenza: la crisi è conclamata da tempo. E a confermarla ci ha pensato la classifica sulla qualità della vita di ItaliaOggi. Oltre ad essere maglia nera dell’Emilia Romagna in generale, Piacenza lo è di gran lunga anche in ambito turistico. Quello che però dà il colpo finale è vederla all’88° posto nazionale su 107 province italiane (per la cronaca: Rimini è 2ª; Ravenna 12ª; Forlì-Cesena 18ª; Ferrara 28ª; Bologna 30ª; Reggio Emilia 66ª; Parma 68ª e Modena 78ª).
Dalle Cupole alla Ricci Oddi
E dire che l’offerta culturale e artistica in città è di alto livello. Pensiamo solo alle Cupole di Guercino e Pordenone, in Duomo e Santa Maria di Campagna; ai musei civici di palazzo Farnese, diretti da Antonio Iommelli, che vantano una pregevole sezione archeologica col fegato etrusco, e senza dimenticare il Tondo di Botticelli; poi c’è la Galleria Alberoni che si fregia dell’Ecce Homo di Antonello da Messina. Per non parlare della Galleria Ricci Oddi che annovera la Signora di Klimt; con la pinacoteca d’arte moderna, per gli esperti tra le prime d’Italia, che finalmente sta per rinnovare le sue sale, grazie a un investimento di oltre 500mila euro finanziato dalle generose offerte dei piacentini. E dove, con la presidenza di Massimo Toscani e la guida della direttrice Lucia Pini, si susseguono nuove iniziative, dalla mostra sui libri d’arte della collezione Aldobrandini a quella che si inaugurerà a breve su Bot e il periodo coloniale, curata dal vicepresidente Eugenio Gazzola, in collaborazione con gli Amici dell’arte (apertura il 22 novembre). Certo, queste possono sembrare iniziative di nicchia, ma comunque hanno il loro pubblico, e tutto fa.
Cambiare visione
Quello che non fa, e probabilmente è alla radice del problema, si chiama mancanza di visione politica e strategica, e quindi operativa, sul turismo a Piacenza. Davvero ci vogliamo puntare oppure no, anche per rivitalizzare un centro storico dove le attività economiche sono sempre più in crisi? E allora è il momento di cambiare passo, se non di cambiare tutto. Possibile che a livello di marketing territoriale non si riesca a lanciare una campagna di comunicazione quantomeno nazionale sulle bellezze artistiche della città e naturalmente del suo territorio provinciale a 360 gradi? Possibile che non si riescano a intercettare i turisti culturali lungo i percorsi delle grandi città d’arte con messaggi mirati, invogliandoli a scoprire Piacenza?
Chiaro, la sfida non è di quelle che si vincono facilmente e velocemente, anche se i grandi eventi aiutano, come abbiamo avuto modo di testare in passato con le mostre di grande successo su Guercino e Klimt, e in negativo col passo falso sui Fasti Farnesiani. Ma non basta una programmazione una tantum. Anche qui, serve una visione che usando una sigla che va tanto di moda, magari sviluppi al meglio il Partenariato pubblico privato, sotto l’egida di Rete Cultura Piacenza. Possibile che coinvolgendo Comune, Provincia, Regione, Fondazioni e privati, non si riesca a organizzare una mostra l’anno, che attiri l’interesse del grande pubblico su Piacenza?
Operazione Giubileo
L’occasione per ripartire con il piede giusto c’è e si chiama Giubileo. Il prossimo anno milioni di pellegrini andranno a Roma per quest’evento. Una grande mostra a Piacenza, magari di carattere religioso potrebbe essere una carta importante da giocare, per attirare l’attenzione sulle nostre bellezze. Chissà se qualcuno ci sta lavorando, se no sarebbe l’ennesima occasione persa per rilanciare il turismo a Piacenza.
Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.