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Vaccini obbligatori al via. E per i dubbi c’è il numero verde

Vaccini obbligatori si parte. Il ministero della Salute ha appena pubblicato la circolare con le prime indicazioni operative per l’applicazione del decreto legge 73/2017. L’entrata in vigore del decreto è stata l’8 giugno. E dal 14 sarà operativo il numero verde 1500 per rispondere alle domande dei cittadini sulla nuova normativa sanitaria. Gli esperti del ministero risponderanno al telefono dal lunedì al venerdì, tra le 10 e le 16. Per quanto riguarda l’anno scolastico 2017-2018 la documentazione sulle vaccinazioni dovrà essere presentata entro il 10 settembre. Ma andiamo con ordine. E vediamo come il ministero guidato da Beatrice Lorenzin ha organizzato le cose.

Gli obiettivi del decreto legge sui vaccini

Nella nota di presentazione della circolare il ministero della Salute ribadisce che «l’obiettivo del decreto legge è di rendere obbligatorie le vaccinazioni nei confronti di malattie a rischio epidemico». Questo per raggiungere e mantenere la soglia di copertura vaccinale del 95%. Una percentuale raccomandata dall’Oms per garantire la cosiddetta immunità di gregge. E cioè la soglia che consente di tutelare anche chi non può essere vaccinato per motivi di salute. In più, si ricorda l’assoluta gratuità delle prestazioni vaccinali.

Si passa a 12 vaccinazioni, ma non per tutti

Fino all’8 giugno sono state obbligatorie 4 vaccinazioni. E cioè contro epatite B, tetano, poliomielite e difterite. Da quella data in poi se ne aggiungono altre 8. Quelle contro pertosse, haemophilus b, meningococco B e C, morbillo, rosolia, parotite, varicella. I bambini nati dal 2017 in poi dovranno farle tutte. Ma per i nati dal 2001 le cose cambiano. Rispetto alle 4 obbligatorie già fatte, le vaccinazioni da aggiungere variano in base all’età. Chi ha visto la luce dal 2001 al 2011 dovrà farne altre 5 (pertosse, hemophilus b, morbillo, rosolia, parotite). Mentre per i nati dal 2012 al 2016 le coperture vaccinali saranno 6, con l’aggiunta alle 5 precedenti di quella per il meningococco c.

Vaccini: calendario e sanzioni

Le somministrazioni dei vaccini saranno a carico delle Asl competenti per territorio che stenderanno un apposito calendario. Inizialmente infatti si dovranno individuare i soggetti della profilassi. Poi andranno fissate le date, tenendo conto di età, vaccini già fatti e dosi necessarie. Senza dimenticare altri fattori come incompatibilità e possibilità di somministrare più vaccinazioni nella stessa data. Preparato il calendario, genitori o tutori saranno contattati per partire col ciclo di profilassi. Nel caso vi sia una mancata risposta, l’Asl invierà una raccomandata con ricevuta di ritorno, contenente l’invito a un colloquio. E se i genitori non daranno il consenso alle vaccinazioni, scatteranno le sanzioni. L’importo andrà da 500 a 7.500 euro. E in seguito i genitori potranno essere segnalati alla procura della Repubblica presso il tribunale dei minori.

La documentazione scolastica

Per quest’anno scolastico la documentazione sulle vaccinazioni obbligatorie deve essere presentata agli istituti entro il 10 settembre. Ma se mancherà qualcosa niente panico. Basterà fornire un’autocertificazione con l’impegno di integrare il tutto entro il 10 marzo 2018. Negli anni seguenti, la documentazione sulle vaccinazioni dovrà essere presentata al momento dell’iscrizione. Oppure utilizzando ancora l’autocertificazione. In questo caso la scadenza sarà prorogata al 10 luglio. E ciò dovrà essere fatto per le scuole pubbliche, per i servizi educativi per l’infanzia e i centri di formazione professionale regionale. Stesso discorso anche per le scuole private non paritarie. Ma le vaccinazioni sono un requisito necessario per l’iscrizione solo alle scuole dell’infanzia. Tuttavia, gli altri istituti scolastici dovranno comunque richiederla. Anche per tutelare chi ha controindicazioni assolute alla vaccinazione, che così potrà essere iscritto in classi di soli vaccinati o immunizzati.

I casi di esenzione

L’esenzione dalla vaccinazione, temporanea o definitiva, scatta soltanto se viene presentata la documentazione medica attestante un rischio correlato per la salute. Oppure se il soggetto è già immunizzato. In questo caso va dimostrato con un test diagnostico che attesti la presenza di anticorpi protettivi o la pregressa malattia. In alternativa, si può presentare una copia della notifica della malattia infettiva trasmessa all’Asl da parte del medico che l’ha diagnosticata.

 

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