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Veronica e Silvio, la saga continua a suon di milioni

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Veronica Lario: 12 domestici, 25 addetti alla sicurezza, crociere ai Caraibi da 4/5 settimane all’anno. E poi aerei privati, case a New York, Londra e sulle montagne svizzere, due palazzi a Milano 2, un appannaggio da 1,4 milioni di euro al mese. No, non stiamo parlando della regina Elisabetta. Ma proprio di Miriam Bartolini, meglio conosciuta dal grande pubblico come Veronica Lario, 61enne ex moglie di Silvio Berlusconi.

Cifre da capogiro

Ebbene, da domani tutto questo ben di Dio potrebbe finire. Infatti la Corte d’Appello di Milano ha stabilito che Berlusconi non deve più pagare alla Lario l’assegno divorzile di 1,4 milioni al mese (oltre 46.000 euro al giorno). In più, dovrà anche ricevere in restituzione tutti i soldi elargiti alla Lario dal marzo 2014, data del divorzio. La somma, secondo i bene informati, dovrebbe essere sui 46 milioni di euro.

Beau geste dell’ex cavaliere?

Ma nelle ultime ore sembra che l’ex cavaliere sia intenzionato a rinunciare a pretendere indietro quanto hanno previsto i giudici milanesi. E in cambio l’ex signora Berlusconi rinuncerà a proporre ricorso in Cassazione contro la sentenza? Infatti i giochi non sono ancora terminati. In teoria – ma la cosa appare quasi scontata – Veronica può rivolgersi ancora al terzo grado di giudizio per vedere di ribaltare la decisione dell’appello.

La giravolta della Suprema Corte

Ma i legali della signora Lario dovranno anche tenere presente che recentemente la Cassazione ha cambiato orientamento. Finora, il principio – al quale si erano attenuti i giudici del divorzio al tribunale di Monza – era che la moglie divorziata doveva mantenere lo stesso regime di vita che aveva avuto in costanza di matrimonio. Ma con la sentenza numero 11504 del 10 maggio 2017 la prima sezione civile della Cassazione aveva mutato il proprio orientamento in materia di assegno divorzile. Con una svolta epocale, la Corte aveva ancorato il diritto al mantenimento nel divorzio al presupposto della non autosufficienza economica del coniuge più debole. Ritenendo così non più attuale il riferimento alla continuazione del tenore di vita goduto durante il matrimonio.

Una punta di cattiveria

E infatti la corte d’Appello meneghina ha applicato il nuovo principio, ritenendo la signora Lario economicamente indipendente. Per motivare il giudizio (forse con una punta di cattiveria) ha snocciolato tutte le sue proprietà, che per Berlusconi ammontano a 16 milioni di liquidità, gioielli e società immobiliari. I giudici poi si sono soffermati sul suo tenore di vita. “Anche più volte alla settimana e ogni volta che ne aveva necessità, in prossimità dei viaggi la signora riceveva attraverso la propria segretaria, che a sua volta ne aveva fatto richiesta al marito a mezzo del suo contabile, somme di denaro contanti per le spese minute”. E ancora: “Più volte all’anno ha svolto viaggi, anche intercontinentali”. Così, negli ultimi 4 ha girato il mondo, dalla Nuova Zelanda al Brasile. Gli “oneri relativi a tutti i viaggi – spiegano i giudici – erano sostenuti direttamente dal marito o attraverso veicoli societari a lui riconducibili”.

Veronica e Silvio un secolo fa

Nel frattempo, i legali di Berlusconi chiederanno la sospensione del pignoramento su alcuni conti personali del loro cliente, per 26 milioni di euro. Era stato ottenuto dalla Lario perché l’ex Cav a inizio 2017 aveva smesso di pagarle l’assegno mensile. Insomma la vicenda promette ancora colpi di scena. E sembra davvero molto lontano quel 1990, quando Silvio aveva sposato la bella Veronica con rito civile e con testimoni come i coniugi Craxi, Fedele Confalonieri e Gianni Letta.

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Massimo Solari è avvocato cassazionista e scrittore. Ha pubblicato diversi volumi sulla storia di Piacenza e alcuni romanzi. Ha tenuto conferenze e convegni sulla storia di Piacenza. Ha collaborato con le riviste Panoramamusei, L'Urtiga, e scrive sul quotidiano Italia Oggi.

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