Violenza sulle donne: oggi è il giorno dedicato a questa piaga che infetta la nostra società. E che va combattuta sempre, non solo negli anniversari come quello odierno. Ma è indubbio che si tratta di un appuntamento per riflettere. Così abbiamo scelto di evitare la cronaca delle dichiarazioni di qualsiasi estrazione politica e sociale. O di snocciolare dati e cifre su questo tipo di violenza, che 7 volte su 10 vede protagonisti la famiglia e gli uomini più vicini alle donne che ne sono vittima. Per fare cosa in alternativa? Raccontarvi una storia. Una sola, che basta per riassumere tutto il male di questa violenza.
Il sogno di Filomena
È il 13 gennaio 2006. In una strada di Roma una ragazza cade sotto i colpi della pistola del suo ex, che non ha accettato la fine della loro storia. Lei si chiama Filomena Di Gennaro. Pugliese, laureata in psicologia, è nella capitale per frequentare la scuola dell’Arma dei Carabinieri. Il sogno? Diventare maresciallo. L’errore? Accettare quest’ultimo incontro con Marcello. Ma lui ha fatto 360 chilometri da Stornarella, in provincia di Foggia, per vederla. Erano stati insieme dieci anni, la ragazza si fida, pensa di riuscire a convincerlo dell’addio.
O mia o di nessun altro
Così Filomena l’incontra sotto casa. Un’ora in auto a discutere. E quando la situazione si scalda, lei scende e si avvia al portone. Ma Marcello la blocca con violenza. Con una pistola in mano, le dice:” O mia o di nessun altro“. E le spara un primo colpo. Filomena è a terra. Cosciente, in una pozza di sangue, gli chiede di fermarsi. Ma lui spara ancora. E chissà come sarebbe finita, se non fosse intervenuto Peter. È il comandante di Filomena al corso che sta frequentando. Lei poco prima l’aveva avvisato dell’incontro. Il carabiniere, preoccupato, le chiede l’indirizzo. Si precipita lì e riesce a sventare l’omicidio, ferendo il ragazzo.
Nuova vita e una condanna
Filomena è grave per i tre proiettili sparati a bruciapelo che l’hanno colpita. Uno si è fermato a 3 millimetri dall’aorta. L’altro le ha lesionato il midollo spinale. Il terzo ha ferito il braccio. Filomena guarisce, ma non camminerà più. Resterà per sempre su una sedia a rotelle. Si innamora dell’uomo che l’ha salvata. E si sposa con Peter. Adesso Filomena ha tre figli ed ha accanto un uomo che l’ama. Ma la sua disabilità è una condanna che sconterà per sempre. E Marcello? Se la cava e viene condannato a 11 anni e 4 mesi di reclusione. Ma ha fatto solo un anno di carcere. Dal 2013 è già libero e si è rifatto una vita. “La sua è tornata a essere com’era prima di quel 13 gennaio”, dice Filomena. “La mia invece non me la restituirà mai nessuno”.
Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.