Economia

Dabohn: si fa strada l’intelligenza artificiale made in Piacenza

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Da sinistra, Simone Cera e Andrea Tagliaferri

Dabohn: si fa strada l’intelligenza artificiale made in Piacenza. Che cosa propone la start up dal nome dialettale (dabon senza h significa “davvero” in piacentino), nata sulle rive del Po? Un pilota automatico per l’industria manifatturiera: un sistema operativo che si installa a bordo macchina, capace di apprendere e di operare in modo instancabile, continuo e preciso, offrendo alle aziende anche una risposta nella gestione delle risorse umane. È questo il core business di Dabohn, che vede tra i fondatori il Ceo Andrea Tagliaferri e altri tre noti professionisti e imprenditori piacentini: Raffaele Veneziani, Paolo Garetti e Massimiliano Cravedi.

L’intelligenza artificiale tra 10 anni

Durante la fiera “R2B – Salone Internazionale della Ricerca e delle Competenze per l’Innovazione” di Bologna, Tagliaferri ha presentato la visione dell’azienda sul futuro della manifattura. «Spesso si sente dire che l’intelligenza artificiale stia rubando il lavoro agli esseri umani, automatizzando mansioni e sostituendo lavoratori con operatori virtuali, ma cosa accadrà davvero tra 10 anni?», si è chiesto il top manager di Dabohn.

«È improbabile che vedremo umanoidi al posto degli operatori nelle fabbriche», ha affermato Tagliaferri. «Pensiamo a un’attività semplice come lavare i piatti: non abbiamo costruito un robot umanoide per farlo, ma una lavastoviglie, ovvero un ambiente confinato, progettato appositamente per quella mansione, con maggiore efficienza e semplicità. Allo stesso modo, nelle linee di produzione le macchine non verranno stravolte, ma saranno sempre più ottimizzate e automatizzate grazie all’intelligenza artificiale». Insomma, le persone non saranno sostituite, «ma affiancheranno le macchine, assumendo compiti sempre più creativi e ad alto valore aggiunto. Alle macchine resteranno le attività ripetitive, faticose o altamente standardizzabili».

La carenza di tecnici

In questo quadro, «il vero problema oggi non è l’automazione», ha sottolineato Tagliaferri, «ma la cronica mancanza di figure qualificate: tecnici esperti, conduttori di impianto, programmatori Cnc, carpentieri, sono sempre più difficili da trovare. Le aziende se le contendono per garantire continuità alla produzione. A questo si aggiunge una scarsa propensione alla condivisione delle competenze, che rende difficile la formazione dei nuovi professionisti».

Un problema che Dabohn, ha spiegato il suo top manager, si propone di risolvere: «La carenza di manodopera specializzata rischia di costare migliaia di miliardi di euro in mancata produzione al tessuto economico europeo. I sistemi intelligenti possono ridurre gli sprechi di energia e materie prime, ottimizzare i processi produttivi e offrire prestazioni superiori anche rispetto agli operatori più esperti. Il nostro prodotto è un vero e proprio pilota automatico per i sistemi industriali: un sistema operativo che si installa a bordo macchina, capace di apprendere nel tempo e di operare in modo instancabile, continuo e preciso, offrendo alle aziende una risposta concreta ai problemi legati alla gestione delle risorse umane».

Dabohn e Nordmeccanica

Tra i primi clienti di Dabohn, che da start up si prepara a superare i 400mila euro di fatturato, spicca anche un big piacentino come Nordmeccanica. «Abbiamo bisogno di soluzioni tecnologiche evolute che uniscano conoscenza ed esperienza a bordo macchina», ha sottolineato Simone Cera, direttore tecnico di Nordmeccanica, durante il convegno R2B. «Dobbiamo rendere il processo più strutturato e ripetibile nei vari impianti nel mondo, ottimizzando i parametri e semplificando la messa in servizio, riducendo la necessità di test sperimentali».

Ed è proprio quello che Dabohn ha realizzato per Nordmeccanica: «Un sistema autonomo capace di governare impianti complessi, abbattere le barriere all’adozione tecnologica e rendere semplice l’utilizzo di sistemi di produzione avanzati, anche in assenza di personale esperto», ha concluso Tagliaferri.

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