I buoni pasto da settembre saranno sottoposti a nuove regole. Formalmente da sabato 9, ma di fatto da lunedì 11, entrerà in vigore il decreto del ministero dello Sviluppo economico che stabilisce come e dove potranno essere utilizzati. Ma cosa cambia per questi strumenti di pagamento conosciuti anche come ticket restaurant?
Per prima cosa se ne potranno spendere al massimo 8 in una volta. Il decreto spiega che i buoni pasto potranno essere usati “esclusivamente dai lavoratori subordinati a tempo pieno o parziale, anche qualora l’orario di lavoro non preveda una pausa per il pasto. Nonché dai soggetti che hanno instaurato con il cliente un rapporto di collaborazione anche non subordinato”.
I ticket potranno essere consumati in diversi esercizi preposti alla “somministrazione di alimenti e bevande“. Naturalmente sarà possibile utilizzarli nelle mense e negli spacci aziendali e interaziendali. Poi al bar, al ristorante o in trattoria. Ma anche nei supermercati e nei negozi di alimentari. Infine, il raggio si allarga anche a mercati e mercatini, agriturismi ed ittiturismi.
Il business dei buoni pasto
Va ricordato che i buoni sono utilizzabili solo dal titolare e vanno datati e firmati. Se sono elettronici, “l’obbligo di firma del titolare è assolto in via digitale, associando, nei dati del buono pasto memorizzati sul relativo supporto informatico, un numero o un codice identificativo riconducibile al titolare stesso”. In più, vanno spesi per il loro intero valore e non sono convertibili in denaro.
Di fatto però i buoni pasto hanno rappresentato per molte famiglie un valido supporto al reddito, soprattutto in questi ultimi anni di crisi. In media valgono tra i 5 e i 7 euro. Gli esercizi che li accettano in Italia per ora sono 120mila, con un valore di spesa di 3 miliardi di euro. Ma quanti sono gli italiani che li utilizzano? In totale si tratta di 2 milioni e mezzo di lavoratori. Con una netta prevalenza dei dipendenti privati su quelli pubblici. I primi sono 1,6 milioni, mentre i lavoratori della pubblica amministrazione sono a quota 900mila. E visto anche il giro d’affari di tutto rispetto, il decreto stabilisce tra l’altro che le società di emissione saranno “tenute ad adottare idonee misure antifalsificazione e di tracciabilità del buono”.
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