Le donne al lavoro? Aumentano, nelle aziende contano di più, ma guadagnano sempre meno degli uomini. È questo il quadro italiano che emerge dal “Gender Gap Report 2017“. Lo studio, che valuta le diseguaglianze tra uomini e donne sul mercato del lavoro, è stato realizzato dall’Osservatorio JobPricing, in collaborazione con Hrc, community dei professionisti delle risorse umane.
Lavoratrici in aumento
Nonostante la tradizione italiana, che si conferma con una popolazione di occupati femminile (47,2%) inferiore a quella maschile (65,5%), il numero delle donne che hanno un lavoro è in aumento del 6,5%. E questo a fronte di un tasso di disoccupazione al 12,7%, superiore a quello degli uomini (11,3%). Ma è sul fronte retributivo che le cose non vanno.
Stipendi più bassi
Secondo il report di Jobpricing, in Italia una donna ha uno stipendio inferiore dell’11,2% rispetto a quello di un uomo. Infatti a livello nazionale i lavoratori hanno una retribuzione media annua di 30.676 euro contro i 27.228 delle lavoratrici. E questa differenza cresce dove è più forte la presenza di posti di lavoro occupati da uomini. Tra gli operai il gap retributivo è del 12,9% e tra i dirigenti del 12,2%. La differenza scende all’11,7% tra gli impiegati e si riduce dal 5 al 4,4% nel caso dei quadri.
Maggiori responsabilità
Secondo la Consob, le donne sedute nei Consigli di amministrazione di aziende quotate in Borsa sono salite al 30,3% dal 7,4% del 2011. E sempre per il report sulla Corporate governance dell’Autorità di Borsa, c’è almeno una donna nel Board di 228 aziende sul totale delle 230 quotate a Milano. In più, nel nostro Paese il 40% delle posizioni manageriali, tra dirigenti e quadri, è occupato da una presenza femminile. Tuttavia, la maggioranza delle donne è sempre inserita nel novero degli impiegati (57%), mentre tra gli operai le lavoratrici sono un terzo del totale.
Dai servizi all’edilizia
Le diseguaglianze retributive più ampie si rilevano nei servizi generali (soprattutto in quelli alla persona e finanziari). L’esatto contrario di quello che avviene nei comparti edilizio e delle utilities, dove invece sono le donne a guadagnare di più (ma la presenza femminile è molto ristretta e non va mai oltre il 30% degli occupati).
Il paradosso della laurea
E veniamo al livello d’istruzione. Come influisce sotto il profilo salariale? La differenza è più contenuta tra i lavoratori e le lavoratrici che non hanno un titolo di studio universitario (circa l’80% della popolazione). Mentre tra i laureati le donne guadagnano il 33% in meno. Come mai questo divario così marcato? Secondo gli esperti di Jobpricing si spiega col fatto che le occupate hanno meno anni di carriera e quindi non hanno ancora raggiunto l’apice della loro curva retributiva.
Ma al di là del titolo di studio, a parità di ruolo tra uomini e donne, in Italia solo nel 20% dei casi sono le lavoratrici ad avere una retribuzione media più alta.
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