Opinioni

Rai: la Gabanelli furiosa e la palude dell’informazione

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La Rai incassa il no di Milena Gabanelli. Alla proposta di diventare condirettore di Rainews.it, la giornalista ha risposto con la richiesta di essere messa in aspettativa non retribuita. Una sostanziale autosospensione, in attesa (se mai succederà) che ci sia il via libera al suo progetto sul nuovo portale di news online, commissionato a suo tempo dall’azienda e rimasto nel limbo. Di certo i suoi nemici dentro e fuori viale Mazzini hanno tirato un bel sospiro di sollievo. Ma la storia di cui è protagonista l’ex conduttrice di Report non fa onore alla tv pubblica e alla tanto sbandierata e urgentissima riforma dell’informazione.

Il Gabanelli pensiero

Ma perché si è bloccato il progetto della Gabanelli, commissionato dal precedente direttore generale Campo Dall’Orto? Ecco come la pensa la giornalista. “Il mio lavoro – spiega all’Ansa – è da tempo ultimato. E il piano prevede quasi esclusivamente l’utilizzo di risorse interne. L’ostacolo è questo: le testate sono troppe (Tg1, Tg2, Tg3, Tgr, Tg Parlamento, Rainews 24, Gr, Rai sport). E finché non se ne accorpa qualcuna non si può varare una nuova testata. Che bisogna riorganizzare l’offerta informativa lo dice sempre, e giustamente, la concessione. E l’interpretazione del Cda è stata: non è possibile approvare una nuova testata (anche se urgente, poiché sull’informazione digitale la Rai è in colpevole ritardo, e sulla quale sono stati fatti investimenti), perché prima c’è qualche testata di troppo da accorpare, e si fa fatica a farlo”.

 No al parcheggio dorato

Di conseguenza, la giornalista ha deciso di rinunciare a una sorta di parcheggio dorato, che magari qualcun altro avrebbe accettato senza fiatare. “La soluzione individuata dal Cda è quella di trasferirmi, in attesa di tempi migliori, dentro al sito di Rainews.it (il cui direttore è lo stesso di Rainews 24, Antonio Di Bella), che oggi fa poco più di 100.000 utenti unici e si piazza al 35° posto di tutte le testate online. Senza una definizione dei tempi, con risorse inadeguate a coprire le 24 ore, e senza nessuna possibilità di decollare proprio perché è sbagliato il presupposto: i colleghi (delle altre testate Rai, ndr) non anticipano le loro notizie dentro al sito di una testata vissuta come concorrente. Una visione a mio parere non all’altezza del compito che il servizio pubblico deve assolvere, ed economicamente sbagliata poiché rinuncia ai potenziali investimenti pubblicitari”.

Rai, Repubblica e Corriere

E qui la Gabanelli sfodera la sua cifra giornalistica con un paragone che non lascia scampo. “Per dare un’idea: Repubblica incassa dalla combinazione sito e social circa 27 milioni di euro l’anno e poco meno il Corriere della Sera. Quali numeri potrebbe raggiungere un’azienda come la Rai che oltre alla potenza di fuoco ha un archivio di immagini immenso che nessun altro possiede in Italia?”.  E a questa considerazione segue l’affondo finale sul congelamento del suo lavoro. “Purtroppo non mi risulta che i consiglieri siano mai entrati nel merito del progetto, organizzazione e potenzialità”.

Autosospensione senza se e senza ma

Allora, se le cose stanno così, meglio chiamarsi fuori. “A fronte di queste considerazioni, ovvero della certezza di non produrre risultati proporzionali al lavoro svolto, alle aspettative del pubblico, al ruolo della tv di servizio pubblico, e al fatto che non me la sento di mettere la faccia su un prodotto che non firmo (non essendone il direttore responsabile), ho chiesto oggi al Direttore Generale di concedermi l’aspettativa non retribuita, fino a quando il Cda avrà varato il nuovo piano news. E deciso quegli accorpamenti che sarebbero il preludio per il varo di una nuova testata. Se a quel punto intenderà affidarmi la direzione troverà la mia disponibilità”.

I critici e la fantomatica riforma Rai

I nemici della Gabanelli di certo definiranno la sua risposta come quella di una primadonna ambiziosa ed arrogante. Ma noi la pensiamo diversamente. La signora Gabanelli ha la schiena diritta. E probabilmente si è stufata delle meline dei potenti di turno – dentro e fuori la Rai – che oggi la vedono come il fumo negli occhi a capo di qualsiasi redazione, che diventerebbe “pericolosamente” incontrollabile. A maggior ragione in vista della lunga stagione elettorale ormai alle porte. Quindi, dopo il corpo estraneo Giletti, fa comodo che un’altra voce fuori dal coro si faccia da parte.
Intanto, al di là delle risposte di rito dei vertici Rai sul caso Gabanelli, l’urgentissima riforma dell’informazione pubblica è già in camera di rianimazione prima della nascita. Ma che problema c’è, dirà qualcuno: in viale Mazzini non ci sono due giornalisti di vaglia come Mario Orfeo alla direzione generale e Monica Maggioni alla presidenza? E allora, chi meglio di loro sarà in grado di trovare le cure giuste?

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Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.

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