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Sputnik, Galli: ecco perché questo vaccino sarebbe un’arma in più

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Sputnik: il vaccino russo attira sempre più interesse. E ormai in molti cominciano a pensare che potrebbe essere l’arma fondamentale per accelerare i tempi della campagna vaccinale contro il Covid. Sul tema si è espresso anche Massimo Galli (nel riquadro), direttore malattie infettive al Sacco di Milano. L’occasione è stata la sua partecipazione al Forum di dialogo italo-russo su “Evoluzione della pandemia, focus sul vaccino russo Sputnik V, sue caratteristiche e prospettive di utilizzo”.

Sputnik: gli aspetti interessanti

“È sicuramente un’arma a disposizione in più; se riuscissimo a produrlo su suolo comunitario, sarebbe ottimo perché si giova del sistema a doppio vettore virale“, ha spiegato Galli all’agenzia Dire. “Dal lavoro pubblicato su Lancet, a proposito dei risultati dei trial dello Sputnik trovo ci siano molti aspetti interessanti. A partire dall’innovazione di usare due vettori virali tra prima e seconda dose, che quindi riesce a veicolare la seconda stimolazione senza essere contrastato dagli anticorpi umani”.

Per l’esperto è un approccio così interessante, “tanto da essere stato utilizzato in studi collaborativi; in un caso il doppio vettore è stato utilizzato anche per un trial di AstraZeneca e questo ci conferma quanto questo aspetto innovativo di Sputnik sia importante e incoraggiante; così come i dati emersi dal trial con il farmaco russo”.

Riflettori sull’Ema

Ma dopo la positiva valutazione scientifica, Galli ha sottolineato che “il punto, in questo momento, è chiedersi quanto si potrà utilizzare in Italia e in Europa lo Sputnik. Mi auguro che siano facilmente superabili i processi autorizzativi di Ema. Accanto al fatto che una produzione su suolo comunitario risolverebbe il problema”.

Sputnik per i più vulnerabili?

Con il mio gruppo, ha sottolineato il direttore del Sacco, “rimaniamo a disposizione sia per studi specifici che per valutazioni sul campo, in gruppi particolari, per studiare il vaccino e stabilire la qualità della risposta delle persone vaccinate con Sputnik, una volta che riusciremo a farlo. Mi domando anche se le persone vulnerabili potranno giovarsi maggiormente di un vaccino con doppio vettore virale come il farmaco russo che si rivela essere più specifico per generare una risposta immunitaria adeguata in questi soggetti”. Ecco perché, “in questo momento un vaccino anche di questo tipo è un’arma in più che ci farebbe molto comodo“, ha concluso Galli.

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