Vino italiano sempre più amato dai consumatori. Per le aziende del settore, che da domani saranno protagoniste del Vinitaly di Verona, il fatturato nel 2018 è cresciuto del 7,5%. Un trend molto positivo, trainato dall’export (+5,3%) e soprattutto delle vendite interne (+9,9%), e altrettanto importante, specialmente se confrontato con quello della manifattura (-7,2%) e dell’industria alimentare (-4,6%).
Anche l’andamento delle aziende vinicole spalmato sugli ultimi 5 anni offre un quadro di notevole rilievo. Dal 2013 l’incremento dei ricavi è stato del 27,1%, dove stavolta sul fatturato nazionale (+22,4%) primeggia l’exploit delle esportazioni (+31,9%).
A mettere in fila i numeri del vino made in Italy è un rapporto dell’Area studi di Mediobanca. L’elaborato ha preso in esame il trend di 168 aziende (52 cooperative, 116 spa e srl, di cui 13 a controllo estero) con più di 25 milioni di euro di fatturato 2017. Un aggregato imprenditoriale che vanta ricavi complessivi pari a 7,9 miliardi (il 71,2% dell’intero fatturato 2016 del settore) e oltre 21mila occupati (il 63,8% del totale degli addetti).
Regioni al top
Dal report, che evidenzia come le aziende vinicole al top arrivano soprattutto da Veneto, Toscana e Piemonte, emergono altri dati positivi. Infatti, sempre rispetto al 2017, sono in crescita sia gli occupati (+3,7%) che gli investimenti (+25,9%).
In questo quadro, lo sviluppo maggiore del fatturato arriva dalle cooperative (+9,2%), grazie alla crescita a due cifre (+13,2%) delle vendite di vino in Italia. Società per azioni e srl invece aumentano i ricavi del 6,7% con una crescita del fatturato estero del 7%.
Complessivamente, le aziende vinicole italiane sono piuttosto solide. Sotto il profilo dell’affidabilità creditizia, il 70% rientra nella classe dell’investment grade, il 28,6% nella categoria intermedia, e solo le rimanenti in quella delle aziende fragili (1,4%).
Spumanti e dintorni
Quali sono i vini che tirano di più? Le vendite di spumanti sono aumentate del 7,1%, soprattutto per l’incremento dell’export (+7,2%). Mentre per “i vini non spumanti” l’ottima performance (+7,6%) è stata trainata dal fatturato sul mercato domestico (+10,8%).
Il vino all’estero
L’export italiano si concentra soprattutto nei Paesi Ue (52% del totale), dove l’incremento delle vendite lo scorso anno è stato del 5,6%; seguono i Paesi del Nord America (32,3% delle vendite, +3,9%). Nel 2018 però l’incremento record è stato messo a segno nell’area asiatica (+42,2%) che vale il 5,7% dei ricavi esteri. Buono anche quello registrato in Sud America (+11,9%), anche se l’area pesa ancora in termini marginali (1,6% dell’export).
Aspettative 2019
Dopo i bei risultati dell’anno scorso, cosa prevedono le aziende vinicole per il 2019? L’82,6% degli intervistati non pensa di subire un calo delle vendite, con il 10,5% che pronostica un aumento dei ricavi addirittura in doppia cifra, mentre il 17,4% si attende una flessione del fatturato.
In generale, sottolinea Mediobanca, permane un certo ottimismo, anche se sembrano remote le possibilità di ripetere l’exploit del 2018. Le attese per l’export seguono la stessa prospettiva, ma con più fiducia, specialmente tra i produttori di spumanti.
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