Concorso Inps: finalmente, dopo un blocco durato dieci anni, l’Istituto nazionale della previdenza sociale riapre le assunzioni. Ad annunciare il nuovo bando è il presidente Tito Boeri, che in un tweet anticipa anche chi potrà partecipare. “Oggi indetto nuovo concorso Inps. Requisiti: laurea magistrale in economia, ingegneria gestionale o legge, certificato b2 inglese. Spargete voce”, ha scritto Boeri. Il concorso Inps dovrebbe partire entro un mese con l’arrivo nell’istituto di previdenza inizialmente di 350 persone. Poi la platea dei neo assunti si dovrebbe allargare ad altri 730 laureati, per un totale di 1080 posti. “Noi pensiamo che sia un modo per dare un messaggio importante al Paese in cui c’è una disoccupazione intellettuale così ampia”, ha commentato Boeri al Forum nazionale dei giovani imprenditori di Confcommercio. Ma il suo annuncio ha subito scatenato molte polemiche.
Concorso Inps: requisiti troppo stringenti
Nelle risposte su Twitter i contestatori ritengono che i requisiti per il concorso Inps siano troppo selettivi. Prima di tutto, solo lauree magistrali e niente triennali. In più, limitate ai tre ambiti indicati dal presidente dell’Inps: economia, ingegneria gestionale, giurisprudenza. E così restano a bocca asciutta tanti altri giovani laureati in materie consone al pubblico impiego e in cerca di lavoro. Qualche esempio? I dottori in scienze politiche o della pubblica amministrazione che non potranno partecipare al bando.
Concorso Inps: no al certificato b2
Ma soprattutto le proteste si addensano sulla richiesta del certificato b2 per la lingua inglese. E qui l’ironia e la contrarietà si sprecano nei tweet di risposta a Boeri. In sostanza, tra battute del tipo “inglese b2 come tutti i dirigenti Inps, vero?”, si contesta l’obbligo di presentare una certificazione ottenuta a pagamento. E molti di chiedono a Boeri che il livello della conoscenza della lingua straniera sia valutata in sede di concorso. Per tutti basta il tweet di Chiara: “Sig. Boeri, il b2 lo dimostriamo durante la procedura concorsuale. Non chiuda le porte ad una generazione precaria che con i soldi di una certificazione (200/500 euro) spesso ci deve (soprav)vivere. L’accesso alla PA deve essere garantito a tutti e in condizioni di parità”.
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