Economia

Fisco: pronto un giro di vite da 11 miliardi

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Al centro, il ministro dell'Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan

Fisco italiano sempre più vorace. Nel 2018 è in arrivo una stangata da 11 miliardi di euro. A sostenerlo è Unimpresa che va all’attacco del governo Gentiloni. “È il governo tassa e spendi, i numeri dicono sempre la verità e smascherano le prese in giro, delle quali siamo ormai stufi”, afferma il vicepresidente Claudio Pucci. Ma andiamo con ordine e vediamo come Unimpresa è arrivata a queste conclusioni.

Tutto già scritto

Il Centro studi dell’associazione ha preso in esame il Documento di economia e finanza approvato ad aprile. Dalla prossima settimana sarà “oggetto di revisione con la Nota di aggiornamento che arriverà sul tavolo del consiglio dei ministri, in vista della messa a punto della legge di bilancio”. E secondo Unimpresa “aumenteranno di 11 miliardi le entrate nel 2018 e la spesa pubblica salirà di quasi 10 miliardi. L’anno prossimo il totale delle entrate nelle casse dello Stato sfiorerà quota 800 miliardi, in salita del’1,41% rispetto al 2017. Mentre dalle finanze pubbliche usciranno 839 miliardi, con un incremento dell’1,19%. Sul fronte delle imposte, si registrerà un aumento di 3,2 miliardi (+0,66%) dovuto a una salita del prelievo indiretto (Iva, in particolare) di 4,9 miliardi (+2,04%), a una crescita di 600 milioni di quello indiretto (+0,24%) e a una riduzione di 2,2 miliardi di altri balzelli (-44,10%)”.

Fisco: gli altri aumenti

Ma per Unimpresa il salasso non si fermerà qui. E interesserà anche il mondo del lavoro. Infatti, l’analisi del suo Centro studi evidenzia come nel 2018 saranno destinati a salire anche i versamenti allo Stato per contributi sociali e previdenziali. “L’incremento, che produce effetti sul costo del lavoro per le imprese, sarà di oltre 3 miliardi“. Un trend che secondo Pucci andrebbe completamente rivisto. “Le imprese avrebbero bisogno di pagare meno tasse e invece ne pagheranno sempre di più. Ci sarebbe bisogno di una revisione della spesa pubblica e invece aumenteranno gli sprechi. Servirebbe uno Stato snello che spende solo per le grandi opere e riduce le entrate al minimo indispensabile. Il Def ci dice che il governo va nella direzione opposta: tassa e spende inutilmente”.

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