Giustizia tributaria: «La nascita della quinta magistratura rappresenta una rivoluzione copernicana». È il giudizio unanime uscito dal convegno sulla legge 130/22 che si è tenuto al PalabancaEventi per iniziativa della Banca di Piacenza e dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Piacenza.
I protagonisti del convegno
Le relazioni tenute in Sala Panini sono state precedute dagli interventi di saluto del condirettore generale della Banca di Piacenza Pietro Coppelli e del presidente dell’Ordine dei commercialisti Marco Dallagiovanna.
L’incontro di studi, moderato dal dottor Paolo Sgroi, ha dato un primo sguardo alle novità e alle criticità della riforma della giustizia tributaria, grazie agli approfondimenti di Marina Marchetti, presidente della IV Sezione della Corte d’appello di Milano e della Corte di giustizia tributaria di Brescia; e di Caterina Corrado Oliva dello Studio Uckmar di Genova e professoressa a contratto dell’Universitas Mercatorum.
Commissioni tributarie addio
Marchetti ha rimarcato i vantaggi, in termini di indipendenza ed esclusività professionale, dell’istituzione di una nuova magistratura che andrà a sostituire le vecchie commissioni tributarie formate da giudici onorari.
«Verranno assunti 576 magistrati – ha specificato la relatrice – con diversi bandi di concorso: 400 per le corti di giustizia di primo grado e 176 per quelle di secondo grado. Per il terzo grado di giudizio, la Cassazione, è prevista la formazione di una sezione speciale».
Apertura ai commercialisti
Ai bandi potranno partecipare non solo i laureati in giurisprudenza, ma anche (ed è una novità importante) quelli in discipline economiche che abilitano alla professione di dottore commercialista, «il cui apporto – ha sottolineato Marchetti – è essenziale e irrinunciabile».
La nuova legge è intervenuta anche sulle modalità del processo tributario. Tra le novità, l’obbligo di svolgere le udienze a distanza per le cause monocratiche e la possibilità data direttamente al giudice di proporre una conciliazione, strumento che potrebbe alleggerire il numero di ricorsi in Cassazione, con risparmio di tempo e denaro.
Caterina Corrado Oliva dal canto suo ha chiarito le due novità fondamentali (che ha definito «bombe») del processo tributario: l’introduzione della prova testimoniale in forma scritta (fino ad ora vietata) e l’onere della prova, «che potrebbe provocare rallentamenti nel processo».
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