Piacenza

Rotary Piacenza: focus sulla diga del Brugneto con i vertici del Consorzio di Bonifica

Da sinistra: Bisi, Swich, Carbone e Fantigrossi

Rotary Piacenza: “L’acqua del Trebbia. Prospettive di rinnovo nel 2024 della concessione dell’invaso del Brugneto” è stato l’argomento al centro di una recente conviviale del club presieduto da Luigi Swich. Ospiti il presidente Luigi Bisi e il direttore generale Pierangelo Carbone del Consorzio di Bonifica di Piacenza e l’avvocato Umberto Fantigrossi, che hanno esposto ai numerosi soci presenti i punti salienti della questione di grande attualità che coinvolge settori strategici quali: l’agricoltura, l’ambiente, il turismo, l’economia in generale, la vita stessa della Val Trebbia e di buona parte della provincia di Piacenza.

La diga del Brugneto

Il direttore generale Carbone ha spiegato che la diga del Brugneto, situata in comune di Torriglia (provincia di Genova), sbarra il torrente omonimo creando un bacino artificiale le cui risorse idriche interessano due regioni: Emilia-Romagna e Liguria. È in forza del decreto ministeriale n. 1003 del 7 giugno 1985 e in conformità al disciplinare di concessione n. 10139 del 5 agosto 1960 che dalla diga del Brugneto annualmente vengono rilasciati 2,5 milioni di metri cubi (il 10% della capacità totale) a favore delle utenze irrigue piacentine. Ma nell’ultimo decennio, a seguito di ripetuti periodi estivi siccitosi, sono stati concordati rilasci aggiuntivi idonei a salvaguardare l’agricoltura e la zootecnia.

Le ragioni del Piacentino

La procedura di rinnovo della concessione di derivazione scade nel 2024 ed è di competenza ministeriale: in quell’ambito la Regione Emilia-Romagna sarà chiamata a portare le proprie valutazioni in sede di conferenza di servizi. In questo contesto è fondamentale che siano adeguatamente evidenziate le ragioni del territorio e perciò il Consorzio ha recentemente coinvolto i Comuni della Val Trebbia, la provincia di Piacenza, le associazioni datoriali, Legambiente Piacenza, i Parchi e la Biodiversità dell’Emilia Occidentale (Parchi del Ducato) e i consiglieri regionali piacentini nella redazione di un documento a firma congiunta di sostegno a una nuova gestione della diga più condivisa e paritetica.

Il valore strategico di Piacenza

Il presidente del Consorzio di Bonifica Bisi da parte sua ha richiamato l’attenzione sull’importanza di Piacenza quale territorio tra i più produttivi della Pianura padana, la cosiddetta food valley dove è presente 1/3 dell’agroalimentare italiano e la metà dell’allevamento; è infatti la prima nell’Italia settentrionale per il pomodoro da industria (10mila ettari coltivati, 80 milioni di euro di produzione lorda vendibile, 4 mila addetti tra stabili e stagionali) e la terza dell’Emilia-Romagna per quantità di latte prodotta, l’87% del quale destinato alla produzione di grana padano.

Prima in regione per Dop e Igp

Con 101 prodotti tra Dop e Igp, la provincia di Piacenza è la prima della regione per numero di denominazioni di prodotti agroalimentari tradizionali. Pertanto una migliore distribuzione tra i territori liguri ed emiliani dell’acqua – elemento fondamentale per il sistema agroalimentare, per l’ambiente e la biodiversità (con flora e fauna) e per il turismo della Val Trebbia – deve essere obiettivo comune dell’intero territorio, che deve poter contare su una dotazione adeguata della risorsa idrica dalla diga del Brugneto, ha concluso Bisi.

L’intervento di Fantigrossi

L’avvocato Fantigrossi, dopo avere ricordato che la diga del Brugneto è stata costruita negli anni Cinquanta del secolo scorso per soddisfare le esigenze dell’industria pesante genovese e l’ipotizzata espansione demografica della città (condizioni oggi entrambe venute meno), ha delineato la cornice normativa del governo delle acque pubbliche quando si tratta di trasferimento di acqua tra bacini idrografici diversi, come è nel caso della diga del Brugneto, la maggiore riserva idrica della Liguria (ma dal bacino idrografico del Po) con una capacità di stoccaggio di 25 milioni di metri cubi; poi ha posto alcuni interrogativi circa lo sfruttamento idroelettrico della diga, ceduta nel 2003 dal Comune di Genova – a quanto pare senza un provvedimento autorizzativo o concessorio – alla A.M.G.A. oggi Mediterranea delle Acque spa, società del gruppo Iren.

Prospettive per il territorio Piacentino

Parlando poi delle prospettive per il territorio piacentino, l’avvocato Fantigrossi, ha ricordato diversi aspetti: bisogna mettere al centro del dibattito la crisi idrica e la desertificazione della Valle Padana; inserire la questione delle acque del Trebbia nella pianificazione di bacino; pretendere la nuova gara e opporsi alla proroga della concessione; dichiarare la nullità della vendita della diga e la proprietà pubblica; infine non sono accettabili lo stato di fatto attuale di un gestore senza concessione e l’elemosinare ogni estate un rilascio aggiuntivo.

La serata si è conclusa con la consegna agli ospiti del gagliardetto del Club e l’omaggio di volumi illustrati della provincia di Piacenza dall’alto.

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