Economia

Scuola: no a maestre senza laurea, migliaia d’insegnanti in bilico

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Scuola: sentenza shock per migliaia d’insegnanti della primaria. La licenza magistrale non basta per salire in cattedra. È questa la decisione presa dal Consiglio di Stato. Senza laurea non si può accedere a posizioni di ruolo, ma si possono fare solo supplenze. Una bocciatura senza appello per i docenti precari in possesso solo del diploma magistrale, che così verranno esclusi dalle Graduatorie a esaurimento e dovranno tornare a quelle d’istituto.

Scuola: sentenza retroattiva

In sostanza, per i giudici del Consiglio di Stato il diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001-2002 “non ha mai costituito titolo sufficiente per l’inserimento nelle graduatorie permanenti”. E nessuno sarà salvaguardato. La sentenza ha valore retroattivo: anche chi ha già ottenuto l’assunzione dovrà tornare indietro e rientrare nelle graduatorie d’istituto.

Stime impressionanti

Non è facile calcolare quanti docenti, in gran parte donne, siano coinvolti con precisone dal provvedimento. Ma le prime stime parlano almeno 80mila insegnanti che con il diploma magistrale erano stati inseriti nelle Graduatorie a esaurimento, corsia preferenziale per l’immissione a ruolo.

Scuola: rischio licenziamento?

Secondo la Gilda degli insegnanti quello che accadrà è già scritto. “Nei prossimi mesi, numerosi insegnanti di scuola primaria perderanno il ruolo e assumeranno incarichi di supplenza“. Con il rischio “poi di essere licenziati definitivamente al compimento dei 36 mesi, in base all’assurda previsione della legge della Buona scuola“. Una situazione che per Rino di Meglio, coordinatore della Gilda, “costituisce l’ennesima sconfitta della politica scolastica del Governo. Il Miur deve con urgenza pronunciarsi sull’intera situazione, assumendosi la responsabilità politica di indicare soluzioni eque e definitive“.

Un ricorso europeo

Intanto l’Anief ha annunciato l’intenzione di ricorrere alla Corte europea dei diritti dell’uomo. “Il Consiglio di Stato smentisce se stesso con un inatteso dietrofront su tutta la linea”, ha detto a Quotidiano.net Marcello Pacifico, presidente dell’organizzazione sindacale. “Non è possibile che questi lavoratori precari tornino a essere degli ‘invisibili’, relegati nelle graduatorie d’istituto a svolgere, anno dopo anno, supplenze su posti vacanti, ma senza ‘disturbare’ i piani di quanti continuano a ripetere che le graduatorie dei ‘precari storici’ sono state esaurite grazie al loro splendido lavoro”.

Scuola: le scelte del Miur

Se c’è anche chi esprime soddisfazione per la sentenza, perché un diploma non può bastare per insegnare nella scuola pubblica, adesso la palla passa al ministero dell’Istruzione. Con una priorità: garantire la didattica dell’anno in corso. Quindi gli insegnanti resteranno in cattedra “perché i tempi della giustizia non sono quelli della scuola”. Ma molti diplomati che stanno insegnando in virtù di una sentenza del Tar, una volta ricevuta la sentenza del Consiglio di Stato sul loro singolo caso dovranno ritornare gioco forza alle graduatorie d’istituto.

Concorso ad hoc?

L’unica soluzione percorribile sembra quella di un concorso ad hoc per chi si trova in questa situazione nella scuola primaria dopo tanti anni d’insegnamento. Ma di certo non sarà questo esecutivo che potrà farsene carico a fine legislatura. E toccherà al prossimo Governo trovare la soluzione per dare certezze a queste migliaia di docenti.

 

 

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