Conte chiude l’Italia fino al 3 aprile per vincere contro l’epidemia di Covid-19. L’annuncio del premier arriva poche ore dopo quello del presidente della Lombardia Attilio Fontana, che ha deciso nuove restrizioni sul territorio della regione più colpita dall’epidemia di coronavirus.
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Il nostro Paese, ha affermato il presidente del Consiglio nel videomessaggio alla Nazione, “sta vivendo la crisi più difficile dal Secondo dopoguerra. In questi giorni durissimi siamo chiamati a misurarci con immagini e notizie che ci feriscono, ci lasciano un segno che sarà sempre impresso nella nostra memoria. La morte di tanti concittadini è un dolore che ogni giorno si rinnova, questi decessi per noi non sono semplici numeri. Quelle che piangiamo sono persone, storie di famiglie che perdono gli affetti più cari”.
Le misure sin qui adottate “richiedono tempo prima che possano dispiegare i loro effetti, dobbiamo rispettare le regole con pazienza, responsabilità, fiducia. Sono misure severe, ma non abbiamo alternative. In questo momento dobbiamo resistere, perché solo in questo modo riusciremo a tutelare noi stessi e le persone che amiamo”, ha proseguito il premier.
“Il sacrificio di rimanere a casa è minimo rispetto a quello che stanno compiendo altri cittadini. Negli ospedali c’è chi rischia molto di più. Penso ai medici, alle forze armate, ai commessi, ai farmacisti, agli autotrasportatori, agli operatori dei servizi pubblici e dell’informazione. Ogni giorno compiono un atto di responsabilità e amore verso l’Italia intera”.
Solo beni e servizi essenziali
Oggi, ha spiegato Conte, “abbiamo deciso di compiere un altro passo. La decisione del governo è chiudere nell’intero territorio nazionale ogni attività produttiva che non sia strettamente necessaria, cruciale, indispensabile a garantire beni e servizi essenziali”.
Continueranno “a rimanere aperti tutti i supermercati, tutti i negozi di alimentari e di generi di prima necessità. Non abbiamo previsto nessuna restrizione sui giorni d’apertura dei supermercati: invito tutti a mantenere la massima calma; non c’è ragione di fare una corsa agli acquisti; non c’è ragione di creare code. Continueranno a rimanere aperte farmacie e parafarmacie. Verranno assicurati i servizi bancari, postali, assicurativi, finanziari. Assicureremo tutti i servizi pubblici, ad esempio i trasporti. Al di fuori delle attività essenziali, consentiremo solo lo svolgimento di lavoro in modalità smart working e consentiremo solo attività produttive ritenute rilevanti per la produzione nazionale”.
Contenere l’epidemia
Rallentiamo “il motore produttivo del Paese ma non lo fermiamo”, ha detto il premier. “È una decisione non facile, ma ci predispone ad affrontare la fase più acuta del contagio. Una decisione necessaria oggi per contenere quanto più possibile la diffusione dell’epidemia. L’emergenza sanitaria sta tramutando in piena emergenza economica. A voi tutti dico: lo Stato c’è, lo Stato è qui”.
Misure e rinunce straordinarie
Il governo, ha assicurato Conte, “interverrà con misure straordinarie che ci consentiranno di rialzare la testa e ripartire quanto prima. Mai come ora la nostra comunità deve stringersi forte come una catena a protezione del bene più importante: la vita. Se dovesse cedere un solo anello, questa barriera di protezione verrebbe meno, esponendoci a pericoli più grandi, per tutti”.
Le rinunce “che oggi sembrano un passo indietro, domani ci consentiranno di prendere la rincorsa e tornare presto nelle nostre fabbriche, negli uffici, nelle piazze, tra le braccia di parenti e amici. Stiamo rinunciando alle abitudini più care, lo facciamo perché amiamo l’Italia ma non rinunciamo a coraggio e speranza nel futuro. Uniti ce la faremo”, ha concluso il presidente del Consiglio.
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